La svedese Spotify ha chiuso la nuova trimestrale registrando una crescita del 13% su base annua a 1,888 miliardi di euro. Si tratta di un risultato che conferma il trend positivo dell’ultimo periodo, sostanzialmente in linea con le aspettative del fornitore di servizi di streaming musicale e media. I ricavi del servizio Premium sono cresciuti del 17% a 1.758 miliardi di euro, con un guadagno medio per utente pari a 4,41 euro, in calo del 9% anno su anno. La perdita operativa si è invece allargata a 167 milioni di euro dai 3 milioni di partenza per via del fatto, fa sapere l’azienda guidata da Daniel Ek, che le spese operative sono aumentate del 48% a 646 milioni di euro.
COME IL LOCK DOWN HA AIUTATO SPOTIFY
Emerge tra gli altri un dato: durante l’ultima trimestrale, che poi coincide essenzialmente con il periodo del lock down per Covid-19, Spotify ha avuto un incremento degli utenti pari a 8 milioni di unità in più rispetto al primo trimestre del 2020. Oggi la piattaforma svedese può quindi contare, globalmente, su un portafoglio di circa 300 milioni di utenti (per la precisione, 299 milioni di unità), vale a dire il 67% in più di quanto rilevato un anno fa.
IL COVID SPAVENTA GLI INSERZIONISTI
Se da un lato i domiciliari hanno fatto volare il numero degli utenti, dall’altro le incertezze di tipo economico stanno spaventando gli inserzionisti. Il calo nella pubblicità del resto sta mettendo a dura prova anche i media tradizionali (si vedano per esempio gli ultimi report di Nielsen). Nel secondo trimestre del 2020 le entrate pubblicitarie si sono infatti fermate a 131 milioni di euro, totalizzando quindi un meno 21% su base annua e scendendo di 11 punti percentuali se comparati al trimestre immediatamente precedente, quando cioè il Covid aveva appena iniziato a far parlare di sé. Attualmente, i ricavi pubblicitari pesano sul bilancio annuale del servizio solo per il 6,9%, lasciando agli abbonamenti premium il 93,1% del totale delle entrate. Un tallone d’Achille che non sfugge all’azienda che, in merito, ha commentato: “Nell’ultimo trimestre abbiamo osservato un significativo decremento delle entrate pubblicitarie causato dalla crisi pandemica globale, con una diminuzione nelle ultime tre settimane di marzo di oltre il 20% rispetto alle nostre previsioni”. Ma Spotify di fronte agli azionisti si mostra positiva, quanto meno invita a guardare il bicchiere mezzo pieno: “Le prestazioni hanno continuato a rinviare le nostre aspettative fino ad aprile e maggio, tuttavia abbiamo notevolmente superato le aspettative nel mese di giugno”.
E FINALMENTE ARRIVA LA COMPATIBILITA’ CHROMECAST
Contemporaneamente, Spotify ha finalmente introdotto nelle app per Windows e Mac e nella versione 1.1.39 dell’app per desktop, la possibilità di inviare, riprodurre e gestire flussi audio in steaming, tramite uno o più dispositivi Chromecast connessi alla stessa rete WiFi. Si tratta di una feature tutto sommato banale che pure mancava fino a oggi.