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Che cosa (non) faremo sul contante (e che fanno le banche sui pagamenti elettronici?). Parla Castelli (Mef) a Italia Oggi

"La proposta di mettere una quota su quanto prelevato allo sportello non esiste in questo ministero, e non esiste nella nostra testa. Esiste invece uno studio per agevolare i pagamenti elettronici". Parola di Laura Castelli (M5s), viceministro all'Economia e alla Finanze, intervistata da Cristina Bartelli di Italia Oggi

Riforma fiscale: il neo ministro Roberto Gualtieri ha accantonato la flat tax, quindi da cosa si riparte?

Si continua sulla riduzione della pressione fiscale, che è un obiettivo importante, anche il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha parlato di «pagare tutti per pagare meno», un motto che troppo spesso è stato detto e mai applicato. Questo governo sta facendo e ha fatto, anche nella precedente esperienza per la parte appartenuta ai 5 stelle, la lotta all’evasione che ha dato grandissimi frutti. Nel primo semestre dell’anno quasi 4 miliardi in più. Sono numeri importanti, quando cominci con una buona lotta all’evasione immagini di poter ridurre la pressione fiscale. Un categoria troppo spesso dimenticata e che ha bisogno di questa riduzione è il ceto medio che ha sofferto di più la crisi, e dall’altra parte i lavoratori che da troppi anni non vedono un centesimo in meno di pressione fiscale.

Ma non è che il contrasto all’evasione come voce per la riduzione della pressione fiscale, è tirata fuori come argomento che va sempre bene ma poi rischia di rimanere un contenitore vuoto?

Uno dei motivi per cui si ha questa percezione di un motto e basta, è che è poco visibile, non c’è mai stata una voce di entrata nel bilancio dello Stato dedicata a quanto ammonta questa lotta all’evasione. Vorrei ricordare anche grazie all’evasione abbiamo evitato una procedura di infrazione. Abbiamo un corpo come la Guardia di finanza che ha migliorato i recuperi e le norme nel decreto fiscale hanno aiutato a questo obiettivo e continueremo a fare questo genere di norme. Ci sono due grandi temi per quel che riguarda i grandi evasori: le frodi Iva nei settori dei carburanti e dell’high tech, che proliferano anche mediante l’utilizzo di teste di legno; ci sono delle proposte normative allo studio che si stima farebbero recuperare fino a 6 mld.

Altro argomento che si tira fuori in prossimità della legge di bilancio è quello del riordino delle spese fiscali (Tax expenditure). A che punto è la revisione? Inserirete dei tetti di reddito?

Ho letto cose fantasiose sui tagli, mi sono occupata per un anno e mezzo della riconversione dei sussidi ambientali dannosi di cui in Europa si sta discutendo da tempo. Non è possibile operare dei tagli lineari sulle tax expenditure. Oggi c’è allo studio in vista della manovra un lavoro coordinato tra cinque ministeri sui sussidi ambientali dannosi. È necessario pensare che un altro mondo non è impossibile, ma a patto che si coordinino gli investimenti per la riconversione settori industriali più vecchi. Sul punto si può pensare a fiscalità di vantaggio. Poi c’è il tema più ampio sulle tax expenditure che si possono anche riordinare, agglomerare per settori e temi, sono un po’ da revisionare ma non corrisponde a verità la fissazione di tetti di reddito o di tagli lineari.

Cosa c’è allo studio per quanto riguarda i pagamenti tracciati e un eventuale credito di imposta Iva a discapito di quelli in contante?

Il tema dei pagamenti elettronici è reale ed esiste, abbiamo coinvolto il mondo delle banche per migliorare il flusso dei dati che vengono fatti transitare durante un pagamento, come ad esempio con il codice fiscale per la fatturazione elettronica. L’Italia è molto indietro su questo tema. Ci sono settori industriali e imprenditoriali che sono fuori da questi circuiti e evidentemente questa cosa non può non essere affrontata. È vero che il cittadino vuol essere facilitato, è vero che ci sono casi in cui cittadino vuole pagare in contanti ma anche casi in cui potrebbe pagare con carta di credito e non lo può fare.

Ci sarà una tassa sul prelievo del contante?

No, la proposta di mettere una quota su quanto prelevato allo sportello non esiste in questo ministero, e non esiste nella nostra testa. Esiste invece uno studio per agevolare i pagamenti elettronici. Ricordo che esiste una norma sull’obbligo del Pos mai realmente attuata in assenza delle sanzioni. Serve un lavoro di squadra, le banche ad esempio avrebbero già potuto togliere la commissione sui pagamenti di piccole cifre. C’è, insomma da accordare le corde e riuscire insieme a non avere sul punto più alibi.

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