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Che cosa ha deciso la Bce sui tassi

Taglio di 25 punti base per i tassi. La Bce è ora più sicura del processo di disinflazione, affermando che l'inflazione si assesterà intorno all'obiettivo di medio termine del 2% in modo duraturo. Il commento di Martina Daga, Macro Economist, AcomeA SGR

La Banca Centrale Europea ha deciso all’unanimità di ridurre nuovamente i tassi di riferimento di 25 punti base, portando il deposit rate al 3%. Questo è il terzo taglio consecutivo di pari entità, dopo che la Bce aveva inaugurato il ciclo di allentamento monetario a giugno con un approccio inizialmente cauto, formando le aspettative per un taglio ogni trimestre. Tuttavia, i dati macroeconomici più recenti, caratterizzati da una debolezza generalizzata, hanno spinto la Bce ad accelerare il ritmo, portando i tagli a ogni meeting di politica monetaria. Da giugno a oggi la Bce ha tagliato i tassi di riferimento di un totale 100bp.

TASSI E INFLAZIONE SECONDO LA BCE

La Bce si conferma strettamente “data-dependent”: la sequenza di tagli ravvicinati è, infatti, iniziata quando sia l’inflazione sia la crescita economica hanno iniziato a sorprendere al ribasso. I dati relativi all’inflazione mostrano un evidente rallentamento: la crescita annualizzata degli ultimi tre mesi è negativa e sia il dato headline sia l’inflazione core (meno volatile) hanno registrato dinamiche mensili in contrazione nel mese di novembre in eurozona.

LA DIREZIONE DI MARCIA DELLA BCE

La Bce è ora più sicura del processo di disinflazione, affermando che l’inflazione si assesterà intorno all’obiettivo di medio termine del 2% in modo duraturo. Sul fronte della crescita economica, i rischi rimangono orientati al ribasso: gli indici PMI continuano a segnalare una debolezza diffusa delle attività economiche, senza prospettive concrete di ripresa nel breve termine.

CAPITOLO DISOCCUPAZIONE

Anche il mercato del lavoro, seppur ancora resiliente con un tasso di disoccupazione ai minimi storici, potrebbe subire un indebolimento nei prossimi mesi. Le survey della Directorate-General for Economic and Financial Affairs (DG ECFIN) indicano, infatti, una probabile contrazione dell’occupazione, un fattore che potrebbe creare ulteriori rischi al ribasso sulle dinamiche inflazionistiche. Infatti, nell’aggiornamento delle proiezioni macroeconomiche della Bce le stime di crescita sono state riviste al ribasso per i prossimi anni, così come le aspettative di inflazione headline per il 2024 e 2025, rispettivamente da 2.5% a 2.4% e da 2.2% a 2.1%.

IL QUADRO MACROECONOMICO

Alla luce del quadro macroeconomico, è stato eliminato dallo statement il riferimento al fatto che la politica monetaria debba rimanere sufficientemente restrittiva per tutto il tempo necessario per raggiungere il target del 2%. La Bce ha maggiore sicurezza nel raggiungimento del target, vede ora rischi sull’inflazione bilanciati. La situazione economica non richiede più, dunque, condizioni di politica monetaria restrittive a lungo, ma è ancora prematuro iniziare a parlare di tasso neutrale. Lagarde ha anche dichiarato che si è discussa la possibilità di un taglio da 50bp, anche se poi l’unanimità è stata raggiunta su 25bp.

LO SCENARIO

La forward guidance della Bce rimane volutamente vaga, Lagarde ripete che le future decisioni di politica monetaria saranno guidate dall’outlook di inflazione, dalle dinamiche di inflazione core e dalla forza del meccanismo di trasmissione di politica monetaria. In un recente paper, Isabel Schnabel, uno dei membri più influenti del Consiglio Direttivo, ha sottolineato come in un contesto macroeconomico volatile sia cruciale evitare che la forward guidance vincoli eccessivamente le decisioni dei policymaker.

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