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Bce

Che cosa faranno le altre banche centrali dopo le ultime mosse della Fed

Sebastian Vismara, economista finanziario di BNY Mellon Investment Management, commenta l’outlook di lungo termine per la Fed dopo il simposio di Jackson Hole e analizza i prossimi passi della BCE e della Bank of England   Il discorso del Presidente della Fed Jerome Powell dal simposio di Jackson Hole, così lungamente atteso, ha fornito ben…

 

Il discorso del Presidente della Fed Jerome Powell dal simposio di Jackson Hole, così lungamente atteso, ha fornito ben poche novità agli investitori in attesa di informazioni sul futuro delle politiche monetarie USA. Rinforzando un messaggio già espresso nelle note della riunione della FOMC di luglio, Powel ha ribadito che il ritmo del piano di acquisto titoli della Fed verrà ridotto nel corso dei prossimi mesi, a patto che l’economia continui a evolversi nella direzione generale prevista.

Sinora, le comunicazioni della Fed sono riuscite a prevenire un’ondata di volatilità come quella che si era verificata nel 2013, quando era stata suggerita per la prima volta una riduzione degli acquisti di titoli (il cosiddetto “taper tantrum”). Cosa ancor più importante, Powell ha tracciato una netta distinzione tra la decisione di effettuare un tapering e le implicazioni per i rialzi dei tassi. Il mercato ha preso nota, e i rendimenti dei titoli governativi sono diminuiti dopo il discorso tenuto a Jackson Hole.

Le altre grandi Banche Centrali continueranno a trarre lezioni dalle scelte della Fed, soprattutto per le comunicazioni sui cambiamenti nei piani di acquisto e per la scelta del mix di strumenti per una stretta monetaria. Restano però delle differenze significative tra i vari approcci. Ad esempio, anche se la Banca Centrale Europea (BCE) dovrebbe annunciare nei mesi a venire una lieve riduzione degli acquisti titoli, continuerà comunque ad effettuarli ben oltre la Fed, per via delle previsioni sull’inflazione ancora inferiori ai target. Al contrario, la Bank of England (BoE) sarà probabilmente più aggressiva rispetto alla Fed nella chiusura del piano di Quantitative Easing (QE). Gli acquisti titoli in UK potrebbero cessare già entro la fine dell’anno, nonostante la ripresa economica più debole che negli USA, e la BoE ha già preparato la strategia per ridurre le dimensioni del bilancio.

Nel nostro ultimo outlook trimestrale, consideriamo quattro possibili esiti per la ripresa economica post-pandemica. In quello che chiamiamo lo scenario di “buona ripresa”, a cui assegnamo un 45% di probabilità, la Federal Reserve inizia il tapering nei prossimi mesi, terminando gli acquisti titoli entro la fine del 2022 o l’inizio del 2023, e procedendo al primo rialzo dei tassi non molto dopo tali date. Questa visione è generalmente in linea con quanto la Fed ha recentemente dichiarato, e si basa principalmente sull’assunto che il picco d’inflazione che gli Usa hanno visto all’inizio del 2023 si dimostrerà temporaneo. In questa visione del mondo, il tempismo e il ritmo della riduzione dei piani di QE, e i conseguenti rialzi dei tassi, sono in linea con le aspettative dei mercati, quindi non ci sarà un “effetto sorpresa” collegato al tapering.

Nondimeno, in uno scenario alternativo ma comunque plausibile, che definiamo “stretta monetaria” e a cui assegnamo una probabilità del 30%, l’inflazione si dimostra più persistente e inizia ad influenzare le aspettative sui livelli dei prezzi futuri. Questo implica che i rialzi dei tassi siano annunciati poco dopo l’inizio del tapering (e non alla sua fine), sorprendendo i mercati e portando a una rapida stretta delle condizioni finanziarie. Pertanto, e nonostante il successo delle comunicazioni da parte della Fed sinora, resta a nostro avviso un rischio di turbolenze sui mercati finanziari causate dalle scelte delle politiche monetarie”.

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