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Che cosa succede nelle Borse

Giornata negativa oggi per le Borse. Ecco perché. Fatti, numeri, commenti e analisi

Sul mercato arrivano le scommesse per un intervento di emergenza della Fed sui tassi. Di fronte alle turbolenze e ai timori di una recessione americana in mattinata i trader erano arrivati a prezzare al 60% la probabilità di un taglio dei tassi di 25 punti base entro una settimana, posizioni che nel corso di seduta si sono ridimensionate al 30%. Sul mercato è comunque diffusa la convinzione che la Fed dovrà agire in fretta e con decisione: i trader si attendono un taglio di 50 punti base a settembre e di altri 50 punti a novembre, riferisce Bloomberg.

Ecco fatti, numeri, commenti e analisi sulla giornata deprimente nelle piazze finanziarie.

CHE COSA E’ SUCCESSO ALLA BORSA DI TOKYO

Tokyo ha guidato un crollo dei titoli azionari asiatici, mentre lo yen ha toccato un massimo da sei mesi dopo che i deboli dati sull’occupazione degli Stati Uniti hanno alimentato i timori di una recessione nella prima economia mondiale e hanno fatto aumentare le previsioni su diversi tagli dei tassi di interesse della Federal Reserve. Il sell-off ha fatto seguito a un’altra pesante giornata di perdite a Wall Street, dove i pesi massimi del settore tecnologico, tra cui Amazon e Microsoft, hanno subito il contraccolpo a causa dei timori che il rally di quest’anno, alimentato dall’intelligenza artificiale, possa essere stato esagerato.

NON SOLO ASIA IN ANSIA

L’indice di riferimento della capitale giapponese, il Nikkei, che era già crollato del 5,8% venerdì, viaggia in flessione del 12,28% a 31.500,03 punti, in procinto di registrare il più grande calo di punti della sua storia. Il Topix è sceso del 12,38% a 2.223,55 punti. Taiwan è crollata dell’8%, così come Seul. I mercati azionari cinesi sono scesi più moderatamente, con l’indice Hang Seng di Hong Kong in calo dell’1,8%, l’indice composito di Shanghai dell’1,1% e l’indice di Shenzhen dell’1,5%. “Ci sono semplicemente troppi incendi da spegnere, rendendo qualsiasi ripresa oggi un sogno irrealizzabile, soprattutto con il riemergere dei timori di recessione negli Stati Uniti e l’incombente spettro di un atterraggio duro che gela gli investitori globali”, ha commentato Stephen Innes di SPI Asset Management.

I MOTIVI DELLE BORSE AL RIBASSO SECONDO L’ANALISTA

“Il fattore scatenante? Un rapporto sui posti di lavoro negli Stati Uniti che ha mancato così tanto il bersaglio da far cadere le mascelle, ma anche le azioni e i rendimenti obbligazionari” a Wall Street, ha aggiunto Stephen Innes di SPI Asset Management, ripreso dall’agenzia Agi. Anche i timori di un’escalation delle tensioni in Medio Oriente hanno contribuito alla volatilità del mercato, sulla scia delle minacce dell’Iran e dei suoi alleati contro Israele, incolpato dal movimento islamista palestinese Hamas e dagli Hezbollah libanesi per la morte del leader di Hamas Ismail Haniyeh avvenuta mercoledì.

CHE COSA MOSTRANO I DATI AMERICANI

Il rapporto sul lavoro Usa venerdì scorso ha mostrato che l’economia statunitense ha creato solo 114.000 posti di lavoro il mese scorso, in netto calo rispetto a giugno e molto meno del previsto, mentre il tasso di disoccupazione è salito al livello più alto dall’ottobre 2021. La notizia è arrivata un giorno dopo i dati poco brillanti sulle fabbriche che hanno alimentato i timori che i funzionari della Fed abbiano mantenuto troppo a lungo i costi di finanziamento ai massimi di due decenni. Ciò ha portato a speculare sul fatto che l’economia potrebbe subire un atterraggio duro e cadere in recessione.

IL COMMENTO DI FLAX (MONEYFARM)

“Sono diversi i dati macroeconomici che suggeriscono che l’economia sta rallentando – ha commentato Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm recentemente, il rapporto sulle buste paga non agricole ha evidenziato una disoccupazione più elevata e una creazione di posti di lavoro più bassa del previsto; inoltre, il sondaggio ISM sulla produzione è risultato inferiore alle aspettative. Gli analisti in effetti si aspettavano un rallentamento dell’economia dopo un periodo di crescita più forte delle attese, ma ora che il rallentamento potrebbe essere effettivamente arrivato la preoccupazione è che sia eccessivo. Questa combinazione di risultati non spettacolari e preoccupazioni per un rallentamento economico sta pesando sui mercati azionari”.

CHE COSA SUCCEDE IN AMERICA SECONDO FUGNOLI (KAIROS)

Rimarca Alessandro Fugnoli, capo strategist dei fondi Kairos: “La Federal Reserve si muove con cautela. Respinge le sirene che propongono di anticipare a luglio l’inizio del ciclo di tagli dei tassi (si veda l’articolo di Alan Blinder sul Wall Street Journal). Esclude tagli di 50 punti base in settembre e si limita a dare come probabile, ma non certo, un taglio di 25 punti base in settembre. L’economia va bene, dice, e il mercato del lavoro, anche se meno tirato rispetto a un anno fa, rimane solido. Insomma, non si vede perché avere fretta di tagliare quando mantenere le cose come stanno ancora per qualche settimana può consentire all’inflazione di completare la sua discesa. Gli utili azionari, dal canto loro, escono prevalentemente buoni, ma non sempre all’altezza delle attese molto elevate del mercato. I Magnifici Sette si confermano in crescita, ma a una velocità in rallentamento. Oltre a questo, gli utili della tecnologia continuano a dovere molto alle componenti consolidate, mentre l’Intelligenza Artificiale, sulla quale la borsa scommette da un anno e mezzo, drena enormi risorse che restituisce solo in parte come ricavi. Un giorno questi enormi capitali investiti dovranno essere ammortizzati e peseranno sugli utili futuri. Nel mercato la narrazione ufficiale rimane quella del migliore dei mondi possibili, ovvero la disinflazione immacolata senza recessione e nemmeno rallentamento significativo. Tutti gli asset, in questo contesto di perfezione, hanno possibilità di apprezzamento. I bond le hanno per la discesa dell’inflazione, le borse per la continuità della crescita. Rispetto al primo semestre ci sono tuttavia più incertezze e più dubbi. I rischi non sono visti come simmetrici, ma come sbilanciati verso la debolezza per quanto riguarda la crescita dell’economia e quella degli utili. Questo genera, almeno potenzialmente, due rotazioni. Si intravvede cioè, sullo sfondo, una Grande Rotazione dall’azionario ai bond che va ad aggiungersi alla Piccola Rotazione che abbiamo iniziato a vedere in borsa e che va dai Magnifici Sette al resto del mercato”.

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