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Fed Bce

Che cosa ci si può attendere da Bce e Fed

Il commento di Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte SIM

CLIMA GENERALE

Gli operatori appaiono sempre più desiderosi di fatti concreti, dopo aver lavorato molto sull’attesa di notizie positive sia dal fronte negoziati Usa/Cina sia dal fronte nuove manovre delle banche centrali.

Per quanto possa sembrare paradossale, il clima di attesa spasmodica pertanto aumenta la propensione a prese di profitto, in attesa di fatti concreti.

Di conseguenza non stupisce qualche spike di volatilità improvviso come accaduto temporaneamente ieri (con probabilmente la complicità degli algo trading) dopo aver testato per la quarta volta (da ottobre) l’area 2800 in termini di indice S&P500, con il pretesto di un dato macro deludente (spesa per costruzioni Usa di dicembre in calo dello 0,6% m/m).

Nel frattempo, arrivano indicazioni positive dalla Cina: il premier Li ha annunciato che l’obiettivo di crescita 2019 è nel range 6-6,5%, a fronte di “circa 6,5%” dello scorso anno. In pratica, l’ammissione del rallentamento in corso dell’economia. Lo stesso premier però ha annunciato anche una serie di misure espansive, tra cui un vasto piano di tagli delle tasse pari ad equivalenti circa 300Mld$ – tra cui rientra anche il taglio delle aliquote IVA: dal 16 al 13% per il comparto manifatturiero e dal 10 al 9% per il comparto costruzioni e trasporti.

Il premier Li ha anche annunciato l’incremento del funding di un piano di infrastrutture tramite emissione di bond regionali per oltre 300mld$ equivalenti.

ITALIA/SPREAD

Giornata di notizie positive per l’Italia, grazie all’indice PMI servizi di febbraio migliore delle attese. Lo spread è così ritornato in area 250pb, in un contesto in cui l’attesa per l’eventuale operazione TLTRO della Bce rimane ancora alta. Il miglioramento dell’indice dei servizi è stato possibile malgrado il calo di nuovi ordini. Dal comunicato Markit si legge: “Business activity among Italian service providers increased slightly duringFebruary, although new orders slipped into negative territory for the first time in four years as both domestic and international demand deteriorated in February. As a result of softer market conditions, service providers reduced their output charges for the third consecutive month in an effort to stimulate sales”.

Nel frattempo, progressivamente sta rientrando anche l’impatto negativo sullo spread determinato dall’annuncio dell’emissione (oggi) del nuovo bond greco 10 anni, dopo l’upgrade di Moody’s di due notches lo scorso venerdì.

OPERATIVAMENTE

BORSE

Il fulcro delle positive aspettative degli operatori emerse negli ultimi due mesi e tali da comportare un forte rally dei mercati azionari globali, risiede soprattutto nell’attesa del ritorno in campo delle banche centrali. Ora l’attesa è per il passaggio dalle parole ai fatti.

Giovedì è il turno della Bce, ma, di fondo, l’attesa maggiore è probabilmente per la Fed del 20 marzo. Il timore latente è che segnali di miglioramento prospettici dell’economia (legati anche alle corpose manovre che stanno arrivando dal lato cinese con l’inizio del nuovo anno lunare) possano rendere la Fed meno aperta e disponibile ad un atteggiamento più accomodante (soprattutto sul fronte bilancio).

Il mancato deprezzamento del dollaro inoltre sta comportando qualche dubbio sulla sostenibilità nel breve del forte rally dei mercati emergenti, un’area vista positivamente da molti gestori ad inizio anno e sui cui si sono concentrati forti afflussi di capitale sulla base di due assunzioni: bassi tassi Usa e dollaro in deprezzamento. Manca il secondo fattore e si avvicina la scadenza elettorale delle elezioni indiane e del Sud africa tra aprile e maggio.

In estrema sintesi, la voglia di passare dalle parole ai fatti dopo aver anticipato molto sulle attese, potrebbe portare gli operatori a prese di profitto generalizzate in vista ad esempio della Fed del 20 marzo.

Il clima rimane complessivamente positivo ma una pausa di riflessione per fare pressione sulle banche centrali (Fed in particolare) potrebbe essere necessaria tra marzo ed aprile, rendendo al momento piuttosto ostico il superamento stabile di quota 2800 dell’indice S&P500. Come già rimarcato più volte, laddove tale livello fosse superato, il movimento potrebbe comunque rivelarsi evanescente nel breve termine.

La partita in gioco è soprattutto il tira e molla tra gli operatori e la Fed, con in palio l’arresto del calo del bilancio. È come il rapporto di un bambino ed il suo papà, con il bambino pronto a fare il capriccioso se il papà dovesse minacciare di negare l’acquisto del cellulare top di gamma. Pertanto, è sempre bene tenere in mente le date delle prossime riunioni Fed: 20 marzo, 1° maggio e soprattutto 19 giugno.

Tra marzo ed aprile pertanto possibile un ritorno dell’indice S&P500 in area 2600 punti.

SPREAD: raggiunto il livello intorno ad area 250 pb in vista della riunione Bce di giovedì, lo spread potrebbe posizionarsi in area 200/210 pb tra marzo ed aprile se la Bce annuncerà le linee guida dell’operazione giovedì, confermando la possibilità di rimborso anticipato facoltativo.

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