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Che cosa c’è di nuovo tra Mediobanca e Mps su Banca Generali

Fatti, numeri e parole di Mediobanca e Mps su Banca Generali e non solo

Prove tecniche di tregua fra guerreggianti a colpi di Ops fra Mps e Mediobanca?

E’ la domanda che solca oggi le sale operative di chi investe in Borsa dopo alcune dichiarazioni dei vertici delle due banche a latere dei numeri trimestrali diffusi dagli istituti di credito.

Ecco fatti, parole, numeri e scenari.

CHE COSA HA DETTO NAGEL SU MPS E BANCA GENERALI

“Con questa operazione andremo ad avere una creazione di valore nettamente superiore all’alternativa che c’e’ sul mercato”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, confrontando l’Ops su Banca Generali con l’offerta lanciata da Mps su Piazzetta Cuccia. L’aggregazione con Banca Generali e quella con Mps sono per Mediobanca “due opzioni che secondo la nostra esperienza professionale portano a due storie completamente diverse”, ha aggiunto Nagel, replicando a chi gli chiedeva di commentare la convinzione, espressa da Mps, che le due operazioni siano compatibili. Da una parte, ha spiegato, c’è un’opzione che darà vita a un leader nel wealth management, dall’altra la creazione di “un gruppo di banca commerciale di medie dimensioni”.

“Secondo noi chi va a votare all’assemblea di Mediobanca” che il 16 giugno dovrà approvare l’Ops su Banca Generali “dovrebbe aver chiaro il profilo di banca che si crea e le grandi differenze rispetto all’alternativa”, ha chiosato. Nagel ha ribadito di essere convinto, “avendo qualche esperienza di M&A bancario”, che “le operazioni che creano valore sono quelle tra pari perché ci sono sinergie evidenti e affinità puntuali”.

LA COMBINAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI

“Come discusso anche più volte con i vertici di Mps credo che per loro la migliore operazione sia una combinazione con banche commerciali con la possibilità di fare reali sinergie ed espandere le loro dimensioni e quote di mercato nelle regioni dove sono presenti’, ha aggiunto: “Con noi tutto questo non si verifica e si verificano dissinergie importanti – ha rimarcato -, amplificate se in Mediobanca invece di Generali c’è Banca Generali“.

LE PAROLE DI NAGEL

“I feedback che abbiamo avuto” dagli investitori in merito all’Ops su Banca Generali “sono stati estremamente positivi”, ha sottolineato il capo azienda di Mediobanca: “Come ha detto da anche’ il presidente di Delfin, Francesco Milleri – ha aggiunto Nagel – l’operazione ‘fa crescere Mediobanca da un punto di vista industriale, fa crescere Generali da un punto di vista industriale” e “contribuisce a migliorare la governance presso le tre entità” (Mediobanca, Generali e Banca Generali).

MEDIOBANCA ANTI OPS DI MPS

Mediobanca ribadisce che l’Ops di Mps presenta “numerosi fattori di rischio”, tra cui una “riduzione a doppia cifra dell’utile per azione” e impatti negativi sul merito creditizio, dando vita a una “realtà aggregata” che “avrebbe un profilo di banca commerciale di medie dimensioni indifferenziata, ad elevato assorbimento di capitale, altamente sensibile al contesto macroeconomico”, si legge nel comunicato sui conti dei 9 mesi: “Tali fattori di rischio – sottolinea Piazzetta Cuccia – sarebbero ulteriormente amplificati con la combinazione Mediobanca e Banca Generali”.

I CONTI DI MEDIOBANCA

Mediobanca ha chiuso i primi nove mesi dell’esercizio 2024-2025 con un utile netto di 993 milioni, in crescita del 5% su base annua e superiore ai 964 milioni previsti in media da un consensus di mercato raccolto dalla società. Il margine di intermediazione e’ salito del 5,3% a 2,8 miliardi, con margine di interesse a 1,48 miliardi (-1,1%) e commissioni e altri proventi a 819 milioni (+24,1%). In aumento del 4,7% a 1,18 miliardi i costi di struttura, per un rapporto cost/income inferiore al 43%. Quanto alla solidita’ patrimoniale, il coefficiente Cet 1 e’ al 15,6%4, ‘dopo benefici per Basilea IV pari a 55 punti base’. Il cda ha deliberato la distribuzione di un acconto sul dividendo da 0,56 euro per azione da staccare il 19 maggio, per un controvalore complessivo di 455 milioni.

CHE COSA DICE MPS (ANCHE SULL’OPS DI MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI)

Mps archivia il primo trimestre del 2025 con risultati oltre le attese del mercato e conferma l’ops su Mediobanca, nonostante l’offerta lanciata da Piazzetta Cuccia su Banca Generali: «con il forte sostegno degli azionisti in occasione della scorsa assemblea, Mps prosegue in linea con la tempistica prevista nell’esecuzione del percorso verso l’ops su Mediobanca, il cui razionale industriale è potenzialmente anche coerente con l’operazione annunciata su Banca Generali», spiega la nota.

I CONTI TRIMESTRALI DI MPS

Nei primi tre mesi l’utile netto si è attestato a 413 milioni di euro, in aumento del 24,2% anno su anno e al di sopra dei 341 milioni previsti dal consensus, mentre il Cet1 post Basilea 4 ha raggiunto il livello record del 19,6% (consensus al 18,5%), portando il buffer di capitale a circa 890 punti base rispetto al requisito richiesto.

IL LIVELLO DI PATRIMONIO DI SIENA

Un livello così alto di patrimonio consente ora a Siena di avere un maggior margine di manovra nell’ops su Mediobanca che entrerà nel vivo tra giugno e luglio e che si è resa più impegnativa dopo il recente sprint del titolo della merchant bank. Positiva la reazione borsistica del titolo Mps ai risultati, con un rialzo delllo 0,83% a 7,75 euro in apertura.

IL RISULTATO OPERATIVO

Il risultato operativo netto è stato 448 milioni (+9,4% rispetto al trimestre precedente) grazie alla crescita delle commissioni (+6,5%) che ha in parte compensato il calo del margine di interesse (-7,5%). In particolare l’andamento delle fees beneficia dell’attività di gestione/intermediazione e consulenza e dell’attività bancaria commerciale.

IL CONTO ECONOMICO

Sempre dal conto economico emerge un’ottimizzazione dei costi operativi (-1,0%, con un rapporto cost/income migliorato al 47%) e una riduzione del costo del rischio a 46 punti base. Tra le poste di bilancio spuntano anche oneri straordinari di 7 milioni che includono i costi sostenuti per il varo dell’ops su Mediobanca.

LA CRESCITA

Sono in crescita i volumi degli impieghi performing (+2,5%), con una significativa accelerazione delle erogazioni di mutui ipotecari alle famiglie (+36%); risultano in aumento a doppia cifra i flussi del credito al consumo (+14%). La dinamica non è nuova: diversi istituti italiani coinvolti in operazioni di m&a hanno deciso di aumentare le dimensioni del proprio bilancio spingendo gli impieghi. Da un lato la mossa può essere letta come un segnale di solidità, irrobustendo così il potere contrattuale del player. D’altra parte aumentare i prestiti può servire per difendere le quote di mercato e fidelizzare clienti e relazioni.

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