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Saipem

Poste Italiane, Sace, Saipem e non solo. Che cosa dice la Corte dei Conti dei numeri Cdp

Lo stato della Cassa depositi e prestiti come emerge dalla relazione della Corte dei Conti sul bilancio 2017 del gruppo controllato dal ministero dell'Economia

“I risultati del 2017 ribadiscono il ruolo centrale e di promozione svolto dal Gruppo Cdp a sostegno dell’economia italiana, ad ulteriore conferma della trasformazione della società in un vero e proprio strumento di politica industriale”. E’ quanto scrive la Corte dei Conti nella relazione sul bilancio 2017 del gruppo Cassa depositi e prestiti pubblicata ieri.

L’attività di promozione e supporto all’economia è stata realizzata rafforzando, al contempo, la redditività e la solidità patrimoniale, sottolinea la magistratura contabile.

I NUMERI 2017 DI CDP

Il 2017 si è chiuso con un utile netto di Cdp di 2,2 miliardi di euro ottenuti in assenza di componenti non ricorrenti e pari a oltre due volte l’utile del 2015, e un utile netto consolidato di pertinenza della Capogruppo pari a circa 3 miliardi di euro, ritornato in positivo rispetto al passato: “Un flusso di utili che va ad alimentare le politiche di sviluppo delle iniziative a supporto del territorio, con un patrimonio netto cresciuto di circa 5 miliardi di euro rispetto al 2015”, chiosano i magistrati contabili.

PMI E POLO EXPORT

Oltre 18 miliardi di euro sono stati stanziati per il finanziamento di circa 20.000 piccole e medie imprese italiane, mentre quelle che hanno complessivamente beneficiato del sostegno del gruppo sono state oltre 40.000. Particolarmente positiva è risultata la creazione del “polo dell’export”.

IL COMPARTO IMMOBILIARE

L’impegno del settore immobiliare è continuato con la promozione del social housing e dello smart housing, la regolarizzazione degli immobili pubblici ed il sostegno del settore turistico. La vocazione sociale di CDP si è consolidata inoltre grazie ad oltre 7 miliardi di investimenti in impieghi della sostenibilità sociale, 100 milioni di euro di investimenti in equity per la social economy e la realizzazione di circa 30.000 alloggi per il Social housing. CDP ha emesso inoltre il primo “Social Bond” in Italia per un importo di 500 milioni di euro, destinato alle piccole e medie imprese situate nelle aree colpite da disastri naturali. Oltre 1 miliardo di euro è stato indirizzato alle iniziative “green” ed all’efficientamento energetico. Infine, 600 milioni di euro sono stati utilizzati per i progetti di cooperazione internazionale per i paesi in via di sviluppo.

SOSTEGNO ALLA FINANZA LOCALE

Nel 2017 è inoltre proseguita l’attività a sostegno della finanza locale attraverso una rinegoziazione dei finanziamenti che nel 2017 è risultata pari a 9,3 miliardi di euro.

LE VALUTAZIONI DELLE PARTECIPATE

“Il risultato della valutazione a patrimonio netto delle società partecipate nei confronti delle quali si ha un’influenza notevole o che sono sottoposte a comune controllo, incluso nella voce “Utili (perdite) delle partecipazioni”, si è attestato a 1.059 milioni di euro rispetto a un valore negativo di 555 milioni registrato nel 2016”: contribuiscono principalmente alla formazione della voce l’effetto netto della valutazione di ENI (693 milioni di euro), Poste Italiane (302 milioni di euro), di SAIPEM (-63 milioni di euro) e gli utili da valutazione del portafoglio partecipativo del Gruppo SNAM (121 milioni di euro), scrive la Corte.

IL RUOLO DELLE OPERAZIONI STRAORDINARIE

“Emergono sempre più frequenti quelle che la stessa Società definisce “operazioni straordinarie” che sembrano essere dettate da necessità contingenti piuttosto che da strategie dell’Istituto”, scrive la Corte dei Conti: “Si osserva che la “mission” di CDP, pur nella sua ampia definizione statutaria, deve essere intesa come volta alla ricerca dello sviluppo di produzioni innovative che siano alla base della crescita futura, in coerenza con il Piano Industriale e con la politica industriale del Governo e del Parlamento a garanzia della fedeltà di CDP alla sua missione”.

SACE

“La diminuzione dei dividendi, solo parzialmente bilanciata dal dividendo di Poste italiane (pari a 1,3 miliardi di euro, -14 per cento rispetto al 2016) è dovuta principalmente alla scelta di patrimonializzare maggiormente la controllata SACE, aumentando l’utile non distribuito alla capogruppo, nonché all’acconto sul dividendo CDP Reti a valere sull’utile 2015 incassato nei primi mesi del 2016”, ha scritto la Corte.

Ecco di seguito alcuni brani della relazione proprio su alcune operazioni straordinarie della Cassa.

POSTE ITALIANE

Nel dicembre 2017 Poste italiane e CDP hanno sottoscritto un nuovo accordo concernente il servizio di raccolta del risparmio postale per il triennio 2018-2020, basato su tre direttrici essenziali: ampliamento della gamma
dei prodotti offerti, rivisitazione della comunicazione e della promozione dei prodotti e dei servizi del risparmio postale, rafforzamento del modello di servizio. Inoltre, l’accordo 2018/2020 ha previsto ulteriori investimenti e attività in capo a CDP e a Poste. Allo stato, la sottoscrizione del nuovo accordo e importanti iniziative messe in campo nel 2017 ed anche nel 2018 per rilanciare buoni e libretti hanno consentito di invertire il trend negativo tanto che nei primi nove mesi del 2018 la raccolta netta complessiva del risparmio postale si è incrementata di circa 3,5 miliardi di euro rispetto al medesimo periodo del 2017.

FONDI ATLANTE

Investimenti nei fondi Atlante I e Italian Recovery Fund (ex Atlante II), nati per favorire il risanamento del sistema bancario italiano attraverso il sostegno delle operazioni di ricapitalizzazione e la cessione dei crediti in sofferenza del settore, con un impegno potenziale fino a 820 milioni di euro. Peraltro, l’intera somma risulta essere rimasta a carico del conto economico di CDP per l’esito negativo dell’operazione di ricapitalizzazione
Potenziale acquisizione dal gruppo Unicredit del gruppo Pioneer. Il processo di vendita, al quale CDP ha partecipato in cordata con Poste italiane e Anima, si è concluso con la comunicazione di Unicredit della firma con Amundi di un accordo vincolante per la cessione del gruppo Pioneer. L’operazione ha tuttavia favorito l’avvio della progressiva integrazione, tuttora in corso per le attività di Poste e Anima, nel risparmio gestito, nell’ottica di poter realizzare la nascita di un soggetto italiano di dimensioni rilevanti nel settore della gestione del risparmio.

SIA

Cessione a Poste italiane di una partecipazione azionaria in FSIA, holding di SIA, società leader nella monetica, dei pagamenti dei servizi di rete, realizzata da FSI investimenti. Cessione della partecipazione in Metroweb detenuta da FSI investimenti a Open Fiber, società nata nel dicembre 2015 con l’obiettivo di realizzare l’installazione e la fornitura dell’esercizio di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità in fibra ottica su tutto il territorio nazionale. Ad oggi l’assetto azionario di Open Fiber vede una partecipazione paritetica di Enel S.p.A. e CDP Equity.

SNAM

Scissione parziale proporzionale di Snam avente ad oggetto la partecipazione in Italgas Reti contestuale alla quotazione di Italgas. La riorganizzazione industriale societaria di Snam ha avuto lo scopo di separare le attività relative alla distribuzione cittadina del gas in Italia, settore in cui è attivo il gruppo Italgas, dalle attività di trasporto, riclassificazione stoccaggio di gas in Italia e all’estero in quanto caratterizzati da specificità ed esigenze differenti.

SAIPEM

“Nonostante il miglioramento dei dati contabili, resta ancora impregiudicata la vicenda che ha visto coinvolta SAIPEM in un contenzioso avviato con CONSOB ed attualmente pendente, relativo alla corretta impostazione dei bilanci della società”, sottolineano i magistrati contabili.

Di seguito le integrali considerazioni conclusive della relazione della Corte dei Conti sul bilancio 2017 del gruppo Cdp.

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

I risultati del 2017 ribadiscono il ruolo centrale e di promozione svolto dal Gruppo Cdp a sostegno dell’economia italiana, ad ulteriore conferma della trasformazione della società in un vero e proprio strumento di politica industriale.

Il 2017 si è chiuso con un utile netto di Cdp di 2,2 miliardi di euro ottenuti in assenza di componenti non ricorrenti e pari a oltre due volte l’utile del 2015, e un utile netto consolidato di pertinenza della Capogruppo pari a circa 3 miliardi di euro, ritornato in positivo rispetto al passato. Un flusso di utili che va ad alimentare le politiche di sviluppo delle iniziative a supporto del territorio, con un patrimonio netto cresciuto di circa 5 miliardi di euro rispetto al 2015.

Oltre 18 miliardi di euro sono stati stanziati per il finanziamento di circa 20.000 piccole e medie imprese italiane, mentre quelle che hanno complessivamente beneficiato del sostegno del gruppo sono state pari a oltre 40.000. L’internazionalizzazione delle imprese ha tratto vantaggio dalla creazione del “polo dell’export” in seguito all’integrazione delle attività del gruppo. Sace, quale società preposta all’assicurazione dei crediti all’esportazione, ha messo a disposizione delle imprese esportatrici circa 41 miliardi di euro, risultando così tra le prime Export Credit Agency al mondo in termini di volumi mobilitati.

In ambito europeo Cdp si è posizionata come il primo operatore per l’utilizzo dei fondi del piano Juncker, mentre gli investimenti in Equity lungo tutto il ciclo di vita delle imprese sono stati pari a circa 7 miliardi di euro. L’impegno del settore immobiliare è continuato con la promozione del social housing e dello smart housing, la regolarizzazione degli immobili pubblici ed il sostegno del settore turistico.

La vocazione sociale di Cdp si è consolidata, inoltre, grazie ad oltre 7 miliardi di investimenti in impieghi della sostenibilità sociale, 100 milioni di euro di investimenti in Equity per la social economy e la realizzazione di circa 30.000 alloggi per il Social housing. Cdp ha emesso inoltre il primo “Social Bond” in Italia, destinato alle piccole e medie imprese delle aree depresse o colpite da disastri naturali, per un importo di 500 milioni di euro. Oltre 1 miliardo di euro è stato indirizzato alle iniziative “green” ed all’efficientamento energetico. Infine, 600 milioni di
euro sono stati utilizzati per i progetti di cooperazione internazionale per i paesi in via di sviluppo.

Nel 2017 è inoltre proseguita l’attività di Cdp a sostegno della finanza locale attraverso una rinegoziazione dei finanziamenti che nel I semestre del 2017 è risultata pari a 6,4 miliardi di euro (circa 24 per cento del totale dei prestiti potenzialmente oggetto dei suddetti programmi), e, nel II semestre, pari a 2,9 miliardi di euro (circa il 15 per cento del totale del debito potenzialmente oggetto della rinegoziazione). È stata inoltre perfezionata la stipula di nuovi finanziamenti in favore di enti locali, a valere su risorse proprie e non inclusivo dei prestiti, con oneri a carico dello Stato, per circa 489 milioni di euro.

Emergono sempre più frequenti quelle che la stessa Società ha definito “operazioni straordinarie”. La constatazione del ripetersi di operazioni che sembrano essere dettate da necessità contingenti piuttosto che da strategie d’Istituto, induce a riaffermare che la “mission” di Cdp, pur nella sua ampia definizione statutaria, non debba essere intesa come concentrata sulla finalità di rilevare imprese private in difficoltà o nella creazione di un “Fondo Salva Imprese”.

Il perseguimento degli obiettivi fissati nel Piano Industriale sembra indicare proprio questa strada e cioè la ricerca dello sviluppo di produzioni innovative, che siano la base della crescita futura, pur se i dati scaturenti dalla analisi delle risultanze finanziarie del periodo in riferimento mostrano chiaramente le difficoltà ingenerate dagli strascichi della grande crisi della economia europea.

Il primo biennio di operatività del Piano industriale non appare, tuttavia, sufficiente per poter verificare se gli effetti che si andranno a conseguire, a tutto campo, dimostreranno la bontà dell’impostazione prescelta, o non invece una maggiore concentrazione delle attività, dettata dall’andamento congiunturale dell’economia nazionale.

Al riguardo, come già osservato in precedenti relazioni, va riconosciuto che a fronte di una importante richiesta di interventi straordinari, Cdp ha corrisposto in maniera dialettica alle istanze dei propri interlocutori istituzionali, nell’ottica anche di sostenere una adeguata promozione degli investimenti che compensi il gap infrastrutturale e di servizi a rete che comprime le possibilità di crescita dell’economia.

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