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Cdp, Fincantieri, Fs, Terna, Snam, Italgas. Ecco le intese in fieri Italia-Cina con l’arrivo di Xi Jinping

Vecchie intese da ribadire, alcune da ampliarne, accordi nuovi come quelli che riguardano i porti di Trieste e di Genova, Fincantieri, Ferrovie, Cdp, Terna, Eni, Snam, Italgas, Unicredit e Intesa San Paolo. E' il menù commerciale ed economico alla base della prossima visita del presidente cinese Xi Jinping a Roma secondo il Sole 24 Ore. Tutti i dettagli

 

Vecchie intese da ribadire, alcune da ampliarne, accordi nuovi come quelli che riguardano i porti di Trieste e di Genova, Fincantieri, Ferrovie, Cdp, Terna, Eni, Snam, Italgas, Unicredit e Intesa San Paolo.

E’ il menù commerciale ed economico alla base della prossima visita del presidente cinese Xi Jinping a Roma secondo il Sole 24 Ore.

LE PROSSIME INTESE CON FINCANTIERI, CDP, TERNA, ENI, SNAM, ITALGAS, UNICREDIT E INTESA SANPAOLO

“È ancora coperto da grande riserbo l’elenco completo dei 50 accordi (29 accordi istituzionali e tra ministeri e 21 tra aziende private o partecipate) che verranno firmati il 22 e 23 marzo a Roma durante la visita del presidente cinese Xi Jinping a corollario del Memorandum of Understanding tra le autorità italiane e cinesi sulla Bri, Belt and Road Initiative, la nuova Via della Seta”, aggiunte il quotidiano confindustriale: “Qualcosa comincia tuttavia a trapelare, soprattutto sugli accordi di tipo finanziario”.

L’IMPIANTO DELLA BRI

L’impianto della BRI si regge su un’architettura finanziaria della AIIB (Asian Infrastructure Investment Bank) banca con un capitale di 100 miliardi di dollari di cui molti Paesi europei hanno sottoscritto quote di partecipazione. L’Italia ne ha sottoscritte per 2,5 miliardi di dollari ma la Germania detiene quote per 4,4 miliardi di dollari, la Francia per 3,3 miliardi e il Regno Unito per 3 miliardi.

CHE COSA HA SCRITTO IL SOLE 24 ORE

Scrive il Sole: “Tra gli accordi nuovi la Cassa depositi e prestiti dovrebbe firmare insieme alla Snam un accordo con Silk Road Fund sulla cooperazione per investimenti in Cina e nei Paesi di transito della Bri. Unicredit firmerà un accordo con una banca cinese per entrare nel mercato cinese nel private equity mentre Intesa Sanpaolo è interessata alla gestione di patrimoni. L’Eni dovrebbe firmare con la Bank of China un’intesa di cooperazione finanziaria per esplorazioni in Cina, Italgas per lo sviluppo di reti gas con società di stato cinese mentre la stessa Bank of China dovrebbe rinnovare con Enel la vecchia linea di credito firmata nel 2014”.

LE OPERAZIONI FINANZIARIE

Non solo: “La stessa Bank of China potrebbe finalizzare con Cdp l’utilizzo dei cosiddetti Panda bonds per cofinanziare quelle imprese italiane che decidono di investire in Cina anche fuori dai progetti Bri. Accordi sono previsti anche nel settore dei porti (Trieste e Genova) delle infrastrutture e dell’energia (Terna). La stessa visita del presidente Xi a Palermo, presentata come cortese omaggio alla città natale del presidente della Repubblica Sergio Mattarella (in restituzione alla sosta di Mattarella a Xian città natale di Xi) avrebbe anche un significato strettamente economico per verificare la fattibilità di un progetto ambizioso: fare di Palermo il primo porto hub in Europa, con 16 milioni di container movimentati all’anno e investimenti da 5 miliardi di euro”.

L’INGRESSO IN ITALIA DEL COLOSSO CHINA STATE GRID

I rapporti Italia-Cina non sono nuovi, così come l’ingresso di peso della Cina anche in asset ritenuti strategici dall’Italia. Il colosso cinese China State Grid ha il 35% di Cdp Reti, la società della Cassa Depositi e Prestiti che ha partecipazioni tra l’altro in Snam e Terna.

LE OPERAZIONI CINESI IN CDP RETI E DUNQUE IN SNAM E TERNA

Tutto nasce nell’estate del 2014. Protagonista dell’operazione, come detto, il gigante cinese China State Grid: “Stiamo parlando della più grande utility al mondo, un colosso – allora – da 298 miliardi di dollari di ricavi, impegnato nella costruzione e nella gestione della rete energetica operante sull’88% del territorio cinese, oltre che strumento per aggressive strategie di proiezione internazionale”, ha scritto oggi sul quotidiano La Verità Daniele Capezzone, che all’epoca da parlamentare presentò interrogazioni molto critiche: “L’operazione fu perfezionata tra il 30 e il 31 luglio del 2014, quando l’ad di Cdp Giovanni Gorno Tempini e il presidente del colosso cinese Zhu Guangchao firmarono un’intesa a Palazzo Chigi alla presenza del premier Renzi”, ha aggiunto il quotidiano fondato e diretto da Maurizio Belpietro.

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