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Corte Dei Conti

Cassa di previdenza delle forze armate, perché la Corte dei Conti lancia stilettate

Approvato il bilancio dell'esercizio 2019 della Cassa di previdenza delle forze armate da parte della Corte dei Conti. Tuttavia, per i magistrati contabili è urgente la revisione dei meccanismi che governano le entrate contributive e le prestazioni dell'Ente. E non solo.

 

La Corte dei Conti ha approvato la gestione finanziaria della Cassa di previdenza delle forze armate per l’esercizio 2019.

“La gestione dell’Ente si chiude con un avanzo economico di 23 milioni di euro, in aumento rispetto all’esercizio precedente (€ 16,7 mln) determinato, soprattutto, dalla riduzione dei costi”, rilevano i magistrati contabili.

Allo stesso tempo, “il saldo previdenziale è in negativo nel 2019 pari a € 8.405.426, inferiore di circa il 53% rispetto a quello del 2018 (-€ 18.068.009)”.

A fronte di ciò, per la Corte è “urgente la revisione dei meccanismi che governano le entrate contributive e le prestazioni della Cassa, al fine di assicurare l’equilibrio economico di lungo periodo”.

La funzione principale dell’Ente è quella di corrispondere ai propri iscritti, all’atto della cessazione dal servizio, una “indennità supplementare” rispetto alle prestazioni erogate dall’Inps. Inoltre, la Cassa di previdenza delle Forze armate eroga ulteriori prestazioni di natura assistenziale, a carattere discrezionale, ossia la concessione di sussidi e prestiti a favore degli iscritti che versano in situazioni particolari di disagi.

Tutti i dettagli sulla relazione sulla gestione finanziaria della Cassa di previdenza delle F.A. per l’esercizio 2019.

ANDAMENTO POSITIVO DEL PATRIMONIO NETTO

La Sezione del controllo sugli enti ha approvato, con Delibera n. 101/2021, la relazione sulla gestione finanziaria dell’Ente per l’esercizio 2019.

La Corte ha evidenziato, dal punto di vista contabile, “un andamento positivo del patrimonio netto della Cassa di previdenza delle F.A., aumentato dai 773,3 mln del 2018 ai 796,3 mln del 2019, per effetto dell’utile d’esercizio realizzato”.

MA SALDO PREVIDENZIALE IN NEGATIVO

Tuttavia, il saldo previdenziale per il 2019 (costituito dalla differenza fra le entrate contributive e le uscite per prestazioni) risulta favorevole solo per le categorie degli Ufficiali – dell’Esercito e dell’Arma dei carabinieri, nonché di quelli della Marina e dell’Aeronautica e complessivamente raggiunge un risultato negativo di 8.405.426 euro, inferiore di circa il 53% rispetto a quello del 2018 (-18.068.009).

“Il dato, seppur in sensibile miglioramento rispetto all’esercizio precedente, permane negativo” sottolinea la Corte.

URGENTE UNA REVISIONE DEI MECCANISMI PER LE ENTRATE CONTRIBUTIVE DELLA CASSA DELLE FORZE ARMATE

Proprio per questo, per i magistrati contabili “si rende vieppiù urgente una revisione dei meccanismi che governano le entrate contributive e le prestazioni della Cassa, onde assicurarne l’equilibrio economico di lungo periodo”.

IN CALO GLI ISCRITTI ALLA CASSA DI PREVIDENZA DELLE FORZE ARMATE

Inoltre, la Corte dei Conti ha rilevato nella sua relazione il decremento degli iscritti all’Ente.

Il numero degli iscritti alla Cassa, alla fine del 2019, corrisponde a 191.816 unità, con un decremento di 1.350 unità rispetto al precedente esercizio (193.166).

RICONSIDERARE IL SISTEMA DI CALCOLO DELLE INDENNITÀ

In tale prospettiva la Corte richiama l’attenzione delle Autorità competenti sull’esigenza di un’organica riconsiderazione del sistema di calcolo delle indennità, finalizzata ad assicurare l’equilibrio gestionale e idonea a garantire corrispondenza tra le contribuzioni degli iscritti nel corso della carriera e le relative prestazioni previdenziali.

In particolare, i magistrati contabili segnalano “la necessità che la Cassa si doti stabilmente e preventivamente degli elementi conoscitivi e documentali relativi alla posizione di ciascun iscritto (contributi versati, anni di servizio, etc.) e non si avvalga esclusivamente di quelli forniti di volta in volta dall’Amministrazione della Difesa al momento della liquidazione delle indennità”.

“Tale sollecitazione, oltre che per fini strettamente contabili, è rivolta anche alla possibilità per l’Ente di formulare più idonee previsioni attuariali sulla dinamica del rapporto entratespese nei tempi lunghi e sui relativi equilibri, nonché per le verifiche dei rapporti interni ai diversi comparti degli iscritti” sottolinea la Corte dei Conti.

UNIFORMARE IL TRATTAMENTO DI TUTTE LE FORZE ARMATE

Infine, “rilevata l’eterogeneità anche dei trattamenti tra soggetti parigrado di diverse Forze Armate”, la Corte ha ribadito “l’opportunità di una rivisitazione normativa che uniformi il trattamento di tutte le FF.AA. interessate”.

Al fine di assicurare la sostenibilità della gestione dell’Ente, è necessaria infatti una più puntuale correlazione tra entrate contributive e prestazioni.

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