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Carige

Carige, ecco le condizioni dei fondi per sbancare a Genova

Che cosa succede in Carige? I paletti dei fondi per entrare nel capitale, le grandi banche che snobbano l'istituto di Genova, il ruolo della famiglia Malacalza e le questioni irrisolte

 

Ubs raccoglierà ad aprile le offerte vincolanti per Carige, ma già in queste settimane i soggetti potenzialmente interessati alla cassa genovese starebbero fissando i paletti per la trattativa.

ECCO I FONDI CHE STUDIANO CARIGE

Sul mercato circolano i nomi di Apollo, BlackRock e Varde, ma prima di farsi avanti i potenziali partner chiederanno garanzie sulla struttura dell’operazione, a partire dall’impegno degli azionisti.

IL RUOLO DI MALACALZA IN CARIGE

Oggi la famiglia Malacalza è ancora socio di maggioranza relativa di Carige con oltre il 27% del capitale: come prima condizione, quindi, gli investitori starebbero chiedendo agli imprenditori piacentini un impegno formale in vista dell’assemblea.

IL NODO AUMENTO DI CAPITALE

L’ok all’aumento di capitale da 630 milioni dipende infatti dal voto dei Malacalza, che prima di Natale avevano a sorpresa fatto saltare il piano di ricapitalizzazione.

LE PAROLE DELLA FAMIGLIA

In una nota e in alcune indiscrezioni trapelate sui giornali, la famiglia ha dato disponibilità ad approvare l’aumento, vincolando però il via libera a nuove informazioni sulla banca e al piano industriale. Al momento, insomma, non c’è certezza che la luce verde arrivi.

IL DOSSIER RIMBORSO BOND

La seconda garanzia richiesta riguarda il rimborso del bond subordinato da 320 milioni sottoscritto a fine 2018 dallo Schema Volontario del Fitd (Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi). Gli investitori vogliono infatti definire con il veicolo partecipato dalle banche italiane un piano di ammortamento sostenibile per il prestito ed evitare così un rimborso immediato.

LE PROSPETTIVE

Il terzo aspetto sotto la lente riguarda la sostenibilità prospettica della banca: prima di presentare qualsiasi offerta vincolante i fondi chiederanno garanzie sulla tenuta patrimoniale e sulla provvista di liquidità ed esamineranno i libri dell’istituto per evitare brutte sorprese.

L’OPERAZIONE

Quanto alle modalità dell’operazione, sembra che il perimetro potrebbe comprendere sia la banca che il portafoglio di crediti deteriorati in fase di dismissione: dopo l’acquisto degli npl a prezzi prossimi o inferiori a quelli di mercato, l’investitore sottoscriverebbe infatti un quota significativa dell’aumento di capitale, ottenendo così la maggioranza assoluta.

I PRECEDENTI

Un deal simile a quello proposto nel 2016 dallo stesso Apollo, ma respinto dal consiglio di amministrazione della banca che allora era guidata da Guido Bastinini e presieduta da Giuseppe Tesauro. Non sembra che al momento sia in discussione un’esenzione da opa, anche se Carige potrebbe a tutti gli effetti essere considerata una banca distressed.

LE ATTESE DELLA BCE

In queste settimane, insomma, le interlocuzioni con i potenziali investitori procedono serrate, anche se è ancora presto per fare previsioni. Certo è che, già alla fine di gennaio, la Bce aveva chiesto ai vertici di definire in tempi serrati l’individuazione di un partner finanziario. Il dossier è circolato sulle scrivanie delle principali banche italiane, anche se molti amministratori delegati si sono già smarcati.

CHI SNOBBA CARIGE

Intesa Sanpaolo e Ubi hanno fatto capire con chiarezza di non essere interessate, mentre Bper e Unipol sono concentrate sull’integrazione di Unipol Banca. Resta Unicredit, che però avrebbe posto condizioni molto stringenti al governo, mentre il Credem, più volte chiamato in causa nelle ultime settimane, ha ripetutamente smentito un interesse.

IPOTESI CCB

Sul mercato continuano a circolare anche altre ipotesi, una delle quali delinea un possibile intervento di Cassa Centrale, il gruppo cooperativo trentino nato con la riforma delle bcc. Tra tante incognite, l’ipotesi di un intervento dello Stato è tutt’altro che improbabile. Il governo ha già delineato il piano B: si passerà alla ricapitalizzazione precauzionale sul modello Mps , sempre che le autorità europee riconoscano la rilevanza sistemica nazionale di Carige.

(articolo pubblicato su Milano Finanza)

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