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Cares Act

Cares act, cosa faranno gli Usa contro la disoccupazione

Il 27 marzo gli Stati Uniti hanno approvato il Cares act, un pacchetto di 2,3 trilioni di dollari (l’11% del Pil), il più ampio della storia americana, di cui oltre 250 miliardi volti a estendere durata, generosità e platea del sistema di Unemployment Insurance (UI). La nota del centro studi Confindustria

Quasi dieci milioni di individui hanno fatto richiesta di sussidi di disoccupazione nelle ultime due settimane di marzo, contro una stima di circa mezzo milione se l’emergenza sanitaria non fosse scoppiata. Con una forza lavoro di circa 165 milioni di individui, ciò implica un aumento del tasso di disoccupazione, considerando solo chi ha perso il lavoro e ha potuto fare domanda per il sussidio, di quasi 6 punti percentuali.

I sussidi di disoccupazione sono un programma di welfare cruciale per il funzionamento di un mercato del lavoro flessibile come quello americano, dato che forniscono un temporaneo sostegno economico a chi perde il lavoro nel periodo in cui ne cerca uno nuovo. Il sistema, che è gestito congiuntamente dagli stati e dal governo federale, non era tuttavia pronto ad assorbire un influsso di richieste così ingente, conseguente alle repentine chiusure delle attività economiche non-essenziali imposte nella maggior parte degli stati americani.

Le misure di emergenza adottate a livello federale hanno però fornito un sostegno immediato e molto ampio al programma, colmando con ampie risorse alcuni punti deboli del sistema (basso tasso di rimpiazzo dei sussidi e durata molto limitata) e fornendo con nuove linee guida possibilità di accesso al programma anche a quei lavoratori che per svariate ragioni (non solo in senso stretto il licenziamento) si trovano incapacitati a lavorare per lo scoppio della pandemia

Le estensioni del sistema di Unemployment Insurance americano: significative ed immediate

Ogni stato americano gestisce un proprio programma di UI, finanziato da contributi sociali a carico dei datori di lavoro, ma tutti gli stati seguono delle linee guida federali. Il Governo federale, inoltre, finanzia la gestione amministrativa dei programmi UI e fornisce fondi addizionali in periodi di recessione.

Il Cares act ha introdotto in via temporanea (fino al 31 luglio 2020) delle estensioni significative al sistema di sussidi di disoccupazione. Le estensioni ricadono in tre grandi ambiti:

1) estensione della platea dei potenziali beneficiari: i sussidi di disoccupazione sono generalmente accessibili da parte di lavoratori dipendenti che abbiano perso il proprio posto di lavoro. Il pacchetto emergenziale introduce eccezioni a favore di coloro che, pur non avendo perso il proprio posto di lavoro, non possono lavorare per una varietà di ragioni legate all’emergenza sanitaria, quali l’essere in quarantena o essere stato messo in congedo non pagato perché il luogo usuale di lavoro è stato temporaneamente chiuso e non è possibile il lavoro da casa. Inoltre, i programmi statali possono ora coprire tipologie di lavoratori generalmente esclusi, quali lavoratori part-time e lavoratori autonomi. Quest’ultima estensione è cruciale, perché copre anche quei numerosi independent contractors della gig economy che potrebbero in queste settimane trovarsi senza opportunità di lavoro.

2) Aumento del sussidio: l’ammontare del sussidio è generalmente calcolato come una percentuale del salario nell’anno precedente al licenziamento, fino a un certo valore massimo, ma tasso di rimpiazzo e massimale variano da stato a stato. Alcuni stati sono più generosi di altri, ma in media i sussidi rappresentano circa il 45% del reddito da lavoro perso. La nuova legge aumenta l’ammontare del sussidio di 600 dollari per settimana.

3) Allungamento della durata: la maggior parte degli stati eroga sussidi per al massimo 26 settimane (4 mesi), anche se alcuni stati hanno imposto limiti di durata più stringenti. Il pacchetto emergenziale estende la durata prevista da ciascun stato fino a 13 settimane aggiuntive (2 mesi).

L’entità del CARES act non ha precedenti nella storia americana, impegnando risorse per oltre 2 trilioni di dollari, ovvero più del doppio rispetto al pacchetto di circa 800 miliardi approvato durante la crisi finanziaria del 2008. All’estensione del sistema di UI sono dedicati 260 miliardi di dollari.

L’intervento a sostegno del reddito di chi si trovi impossibilitato a lavorare si caratterizza inoltre per la tempestività con cui dovrebbe avere effetti. Le estensioni dei sussidi di disoccupazione, infatti, sono operative immediatamente, perché canalizzate tramite i sistemi statali di UI: esistono ovviamente ritardi ordinari connessi alla gestione operativa del programma, che saranno probabilmente acuiti dall’aumento elevatissimo di richieste registrato a partire dalla seconda metà di marzo.

Programmi di short-time work compensation: un tentativo in corsa di incentivarne la diffusione

Programmi di integrazione salariale per riduzioni temporanee di orario che coinvolgano una certa quota della forza lavoro aziendale, tipo la CIG o il Kurzarbeit, non sono del tutto assenti negli Stati Uniti, ma rimangono schemi poco sviluppati, sia perché previsti nella legislazione di soli 26 dei 51 stati americani, sia perché inseriti all’interno dei sistemi di UI anche ove presenti. Gli schemi di Short-Time Compensation (STC) americani, infatti, sono finanziati dalle stesse risorse raccolte per i sussidi di disoccupazione.

Il Cares act include delle misure per aumentare il ricorso a schemi di STC, con:

  • finanziamento federale al 100% per le integrazioni salariali per riduzioni di orario liquidate negli stati che prevedono già programmi STC nella loro legislazione;
  • finanziamento federale al 50% per le integrazioni salariali per riduzioni di orario liquidate negli stati che non prevedono programmi STC nella loro legislazione ma dove si finalizzino comunque degli accordi aziendali di questo tipo;
  • sovvenzioni per l’implementazione o l’estensione di programmi STC.

Con queste misure il Governo federale dimostra di supportare la diffusione di queste soluzioni di riduzione di orario come alternativa ai licenziamenti, ma rimane da vedere se i) gli stati saranno in grado di recepire tempestivamente queste indicazioni e ii) le aziende di incrementare l’adozione di queste soluzioni.

A una maggiore adozione tempestiva di questo strumento da parte delle imprese faranno da freno proprio le differenze tra legislazioni statali e le eventuali rigidità previste da tali legislazioni, ove esistenti.

Per datori di lavoro che operano in diversi stati, implementare uno schema STC potrebbe comportare di dover “navigare” tra regole potenzialmente differenti per unità produttive in diversi stati. Inoltre, per alcuni datori il programma di un certo stato potrebbe non offrire sufficiente flessibilità per gestore la crisi.

È difficile che gli stati riescano ad intervenire tempestivamente per uniformare le loro legislazioni e smussare talune rigidità operative, quindi la diffusione di questi schemi rimarrà verosimilmente frenata nonostante gli incentivi previsti dal Cares act.

I sussidi per partial unemployment; un’alternativa meno efficiente

Vi sono altre opzioni di sostegno al reddito di lavoratori che subiscano riduzioni di orario di lavoro, in primis la cosiddetta UI per “disoccupazione parziale”. Per esempio, la California ha un programma di Partial Unemployment Insurance Claim rivolto a lavoratori che subiscano riduzioni di orario temporanee o che siano messi in layoff status per non oltre due settimane consecutive.

Tuttavia, strumenti di questo tipo sono meno efficienti di programmi di STC dal punto di vista della capacità di riorganizzazione aziendale a fronte di uno shock. Basti pensare che il sussidio di partial unemployment è un diritto del singolo lavoratore, che infatti è il soggetto preposto a farne domanda. Nel caso di attivazione di uno schema di STC, è l’impresa a pianificare il programma (spesso in accordo con la rappresentanza sindacale), in termini di numero di lavoratori coinvolti, durata, e entità delle riduzioni di orario, sulla base del calo di produzione sopportato o atteso. L’impresa può anche decidere di far ruotare i lavoratori in STC o variare l’entità del calo di ore lavorate nel tempo. Dal punto di vista della pianificazione aziendale il programma di STC è dunque uno strumento molto più efficiente, perché permette all’azienda di prendere decisioni coordinate sull’intera forza lavoro, diminuendo all’occorrenza l’input di lavoro utilizzato per poi aumentarlo tempestivamente quando lo shock si esaurisce.

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