Quando leggo queste notizie mi chiedo sempre quanti “idraulici” evasori che propongono “cento euro con fattura e cinquanta in contanti” ci vorrebbero per raggiungere 1 miliardi di euro di imposte non pagate per poi pagarne “solo” 400. Con ciò senza voler giustificare nessuno: tutti, a tutti i livelli hanno il dovere di pagare. Ma, quando si parla di gettito mancante, vogliamo mettere le cose in prospettiva e distinguere la pagliuzza dalla trave, anche sotto il profilo della pericolosità sociale? Perché guardate che non pagare 1 miliardo di imposte in un caso di fusione transfrontaliera, richiede competenze e capacità di pianificazione non banale. Altro che la proposta oscena dell’idraulico…
«La holding di controllo di Campari Lagfin è in fase avanzata di trattative con l’Agenzia delle Entrate per pagare circa 400 milioni di euro in un accordo transattivo e chiudere in questo modo il contenzioso fiscale che ha portato ad ottobre al sequestro di 1,3 miliardi di euro in azioni Campari da parte della Procura di Monza.»
Converrete che accettare di pagare 400 milioni, costituisce sempre un ottimo risultato, rispetto a 1 miliardo di imposte evase. E questi schemi, di varia e ben assortita natura, sono stati abbondantemente usati da buona parte dell’industria e della finanza italiana negli ultimi 30 anni. Con le norme che rincorrevano la sterminata fantasia di qualche decina di “law firm” che, dopo aver progettato gli schemi elusivi, sono poi passate e contribuire alla stesura delle norme anti elusive. Tanto, si fattura comunque e non bisogna studiarsi nulla di nuovo…
«La Procura di Milano ha avviato lo scorso anno un’indagine penale dopo che controlli della Guardia di Finanza avevano rilevato circa un miliardo di euro di presunte imposte non pagate dovute da Lagfin per non aver pagato la exit tax quando ha assorbito la sua controllata italiana generando 5,3 miliardi di euro di plusvalenze.»




