Pantalone rimette mano al portafoglio per coprire le nuove perdite di Mps. E taglierà di altri 4mila dipendenti. Ecco tutti i dettagli.
ECCO LE NOVITA’ DI MPS
Il cda di Mps, guidato dall’ad Luigi Lovaglio, ha approvato l’aumento di capitale da 2,5 miliardi e il nuovo piano industriale 2022-2026.
CHE COSA PREVEDE IL NUOVO PIANO DI MPS
Il progetto prevede una crescita annua composta (Cagr) dei ricavi dell’1,3% nel periodo 2021-2024 e del 2% fra il 2021 e il 2026 da 2,980 miliardi del 2021 a 3,286 miliardi del 2026. Il titolo ha aperto debole a Piazza Affari a 0,68 euro per 686 milioni di capitalizzazione, mentre il Ftse Mib cede lo 0,55%.
COME SARANNO I CONTI DI MPS
Quanto all’utile netto, le attese sono di passare dai 310 milioni del 2021 a 833 milioni del 2026 con una crescita (Cagr) del 48% fra il 2021 e il 2024 e del 21,9% fra il 2021 e il 2026. Il rapporto costi/ricavi, al 71% nel 2021, è atteso scendere al 57% nel 2026 con un costo del credito che passerebbe da 31 punti base del 2021 a meno di 50 el 2026, mentre l’Npe ratio lordo, al 4,9% nel 2021, dovrebbe calare al 3,9% nel 2024. L’Npe ratio netto, invece, dovrebbe essere dell’1,9% al 2024 e dell’1,4% al 2026, da realizzarsi anche attraverso cessioni di crediti deteriorati.
LO STATO DEL PATRIMONIO
Quanto alla solidità patrimoniale, il Cet1 1 ratio dovrebbe attestarsi al 14,2% nel 2024 e al 15,4% nel 2026. Il piano prevede uscite volontarie attraverso il Fondo di Solidarietà che interesserà circa 4.000 persone, con un risparmio dei costi per 270 milioni su base annua a partire dal 2023, a fronte di costi di ristrutturazione di 0,8 miliardi. E’ inoltre prevista una riallocazione di risorse nell’attività commerciale e nei servizi alla clientela.
NODO FILIALI
Le filiali attuali della banca saranno riduzione di 150 unità (di cui 100 entro il 2024) a quota 1.218, è il 12,3%. Alla fine della ristrutturazione della banca, il ceo Lovaglio prevede di tornare al dividendo con il bilancio 2025, stabilendo un payout ratio contenuto, del 30% rispetto agli utili.
GLI INVESTIMENTI
Il piano prevede il rilancio della piattaforma commerciale atrraverso 500 milioni di euro du investimenti e un focus sulle partnership in ambito assicurativo con Axa e sul risparmio gestito con Anima Holding e la valorizzazione di Widiba.
IL RUOLO DEL MEF
Intanto Il Mef, che ha in mano il 64,23% della banca, ha confermato la sua adesione pro quota all’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro. I termini e le condizioni dell’operazione (incluso il prezzo di sottoscrizione delle azioni) saranno determinati poco prima dell’avvio dell’operazione tenendo conto anche “delle condizioni di mercato e del feedback degli investitori istituzionali”. BofA Securities, Citigroup Global Market, Credit Suisse e Mediobanca agiranno in qualità di Joint Global Coordinators e hanno sottoscritto un accordo di pre-underwriting.
TAPPE E MOSSE
Quest’ultimo precede la convocazione dell’assemblea di Mps, spiega la banca, che verrà chiamata a deliberare sull’aumento. La riunione dovrebbe essere convocata entro fine settembre, spiega l’istituto toscano, assieme all’approvazione dei conti relativi al 30 giugno 2022.
I REPORT
Il piano prevede l’anticipo delle uscite volontarie con un risparmio di costi pari a 270 milioni a partire dal 2023 (mentre il piano precedente le prevedeva per il 2024) e una semplificazione della struttura di gruppo, osservano gli analisti di Equita Sim, mentre “sul fronte dei ricavi, in continuità col passato, e’ previsto lo sviluppo del credito al consumo e un focus maggiore su fabbriche prodotto”: elemento positivo, secondo la sim, “e’ la conferma della size dell’aumento di capitale pari a 2,5 miliardi, dato che fissa l’entità dell’aumento e la quota di mercato non riferibile al Mef (pari quindi a circa 900 milioni)”. Per Equita il coefficiente Cet1 full loaded sara’ al 13,5% a fine anno, cioè quasi 500 punti base sopra i requisiti Srep. Anche Banca Akros evidenzia il tema della riduzione dei dipendenti, che comporta costi di ristrutturazione per 800 milioni, insieme alla chiusura di 150 filiali e di una previsione “prudente” di incremento dei ricavi (+2% medio annuo tra 2021 e 2026): questi fattori dovrebbero portare il rapporto cost/income a scendere al 57% nel 2026 dal 60% del 2021.