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andrea orcel unicredit

Bruxelles orcellizza il governo su Unicredit-Banco Bpm

Ruvida lettera della Commissione Ue al governo italiano, criticando l'esercizio dei poteri speciali (golden power) contro l'Ops di Unicredit su Banco Bpm. Fatti e approfondimenti

Sale lo scontro fra Bruxelles e Roma sul decreto golden power del governo che ha messo paletti e bastoni tra le ruote all’Ops di Unicredit su Banco Bpm.

Si complica dunque la partita istituzionale sul provvedimento dell’esecutivo Meloni contestato duramente nei giorni scorsi da Unicredit dopo la lettera inviata dalla Commissione europea.

Ecco tutte le ultime novità.

LETTERA TOSTA DELL’UE AL GOVERNO SUL GOLDEN POWER

Ruvida la lettera che l’Unione europea ha inviato al governo italiano: critica l’esercizio dei poteri speciali (golden power) contro l’Ops della banca guidata dall’amministratore delegato, Andrea Orcel (nella foto) su Banco Bpm. Una mossa avversata dall’esecutivo.

IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA (PDF)

CHE COSA HA SCRITTO LA COMMISSIONE DI BRUXELLES A ROMA SU UNICREDIT-BANCO BPM

«La Commissione è giunta alla conclusione preliminare che l’Italia ha violato l’articolo 21 del Regolamento Concentrazioni», è scritto nella missiva, che così «invita l’Italia a presentare le sue osservazioni in merito», dando tempo 20 giorni lavorativi dal ricevimento della lettera stessa, pubblicata da Repubblica.it e dal sito di Milano Finanza. «Se la conclusione preliminare fosse confermata – è scritto ancora – la Commissione potrebbe adottare una decisione (…) in cui le ordina di revocare senza indugio il decreto». In ogni caso ieri Palazzo Chigi aveva subito fatto sapere che «con spirito collaborativo e costruttivo risponderà ai chiarimenti richiesti, così come già fatto in sede giurisdizionale dinanzi al Tar».

LA DECISIONE DEL TAR

E’ l’ultima puntata di una vicenda bancaria che da economico-finanziaria è divenuta legale e istituzionale. Infatti nei giorni scorsi sul decreto del governo si era espresso anche il Tribunale amministrativo regionale del Lazio, che aveva annullato due delle quattro prescrizioni stabilite con il golden power: quella che impone di non ridurre per un periodo di cinque anni il rapporto impieghi/depositi praticato da Banco Bpm e UniCredit in Italia, con l’obiettivo di incrementare gli impieghi verso famiglie e PMI nazionali, esclusivamente con riferimento al profilo temporale, e quella relativa al mantenimento del livello del portafoglio di project finance. D’altra parte va considerato che, come sottolineato dal Tar e dalla stessa Unicredit, il Tribunale non ha piena giurisdizione sulla prescrizione del Golden power che impone la cessazione delle attività, o la cessione degli asset in Russia, visto che la questione è appannaggio della Bce.

REAZIONI E COMMENTI

Sull’intervento del Tar, tutte le parti coinvolte hanno preso posizione salutando di fatto positivamente la sentenza dei giudici amministrativi. Con Unicredit che però ha letto nell’intervento del Tar una sconfessione dell’azione del governo, tanto da attendere un decreto ex novo, a differenza di ministero dell’Economia e Banco Bpm soddisfatti nel merito della decisione. La partita, dunque, è ancora tutta aperta. Anche e sopratutto a livello politico.

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