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Bper, Bpm e non solo. Che cosa succederà alle banche su costi, ricavi e dividendi

Fatti, numeri, analisi e scenari su Bper, Banco Bpm e non solo.

In attesa di conoscere i conti del secondo trimestre del 2021 e di sapere se gli azionisti potranno (finalmente) avere i dividendi del 2020, le banche devono ancora fare i conti con il Covid-19 che non smette di spaventare le Borse del Vecchio Continente.

L’ANDAMENTO DEI TITOLI A PIAZZA AFFARI

Ieri si è infatti registrata una brusca flessione per i titoli bancari, che hanno sofferto della brutta performance delle principali piazze europee dovuta ai timori per una nuova ondata di pandemia. A Milano il Ftse Mib ha chiuso le contrattazioni cedendo il 3,33%, al terzo ribasso consecutivo, ma cali oltre il 2% si sono avuti a Londra, Parigi e Francoforte.

Alla fine della giornata la maglia nera del settore bancario è andata a Bper, titolo in maggiore flessione alla Borsa meneghina con -5,07% dopo essere stato fermato in asta di volatilità a -5,4%. Male anche Intesa Sanpaolo (-4,23%), Bnp Paribas (-4,04%), Unicredit (-3,58%) e Banco Bpm (-3,19%).

LE PREVISIONI SUI CONTI DEL SECONDO TRIMESTRE

Intanto c’è chi comincia a fare le previsioni sui conti del secondo trimestre dell’anno che saranno presentati a breve: appuntamento con Unicredit e Mediobanca il 29 luglio, con Bper e Intesa Sanpaolo il 4 agosto, con Banco Bpm, Credito Emiliano e Montepaschi il 5 agosto.

Secondo Mediobanca Securities “i trend del secondo trimestre potrebbero assomigliare a quelli del primo: il net interest income dovrebbe scendere, le forti commissioni dovrebbero compensare, mentre i costi e il costo del rischio potrebbero muoversi verso l’alto secondo la stagionalità” avverte la banca d’affari secondo cui non dovrebbero registrarsi “grandi movimenti nel consenso 2021, con l’eccezione di Bper Banca, dove la debolezza del net interest income potrebbe non trovare una compensazione. Nel recente sell-off – proseguono gli analisti di Piazzetta Cuccia – le banche italiane hanno sottoperformato del 4% in un mese, alla luce della sensibilità ai tassi e della sovraperformance da inizio anno. Bper Banca ha sottoperformato il doppio, riflettendo in parte le aspettative di un trimestre debole”.

Scendendo nel dettaglio, Mediobanca Securities si attende “un solido contributo dalle commissioni, nel complesso sostenuto dalle commissioni nell’asset management e nei depositi. Invece, le commissioni sui prestiti vedranno probabilmente una contrazione a causa dell’indebolimento dei volumi trimestrali: -2,5% trimestre su trimestre”. Inoltre “Unicredit e Banco Bpm soffriranno anche per la difficile base di confronto con il primo trimestre 2021, pompato da commissioni up-front eccezionali, a nostro avviso”. Comunque l’evoluzione delle moratorie rimarrà la chiave per capire come andranno le cose: “Seguiremo l’evoluzione delle moratorie nel secondo trimestre, che a livello settoriale sono in calo del 50% trimestre su trimestre, circa il 3% dei prestiti, poiché qualsiasi differenza significativa potrebbe dare un’idea dei futuri flussi di Npl”.

Sul fronte patrimoniale il Cet1 “nel complesso ci aspettiamo che rimanga stabile nel secondo trimestre, ad eccezione di quello di Banco Bpm e Unicredit poiché i venti contrari normativi potrebbero portare il Cet1 giù di 15/30 pb trimestre su trimestre”.

IL PROSSIMO (PROBABILE) PAGAMENTO DEI DIVIDENDI

Mediobanca dice la sua pure sullo stacco delle cedole che dovrebbe arrivare a breve. Secondo gli analisti della banca d’affari soltanto Unicredit e Intesa Sanpaolo sarebbero “disposte e capaci di restituire agli azionisti più del payout ordinario”. Ricordiamo che a luglio del 2020 la Banca Centrale Europea aveva raccomandato agli istituti di credito dell’Ue di non staccare le cedole e di non effettuare acquisti di azioni proprie fino a gennaio 2021 a causa della crisi economica dovuta alla diffusione del Covid-19. A dicembre, poi, è arrivata un’altra sospensione o comunque una limitazione entro certe soglie fino al 30 settembre 2021 anche per quanto riguarda i piani di buy-back.

Lo scorso marzo Andrea Enria, presidente del Consiglio di sorveglianza dell’Eurotower ed ex numero uno dell’Eba, aveva fatto capire che – in assenza di sviluppi particolarmente negativi della situazione – si sarebbe potuto riprendere il pagamento dei dividendi e infine un mese fa ha annunciato che il 23 luglio Francoforte deciderà se rimuovere o meno il ban sui dividendi dopo il 30 settembre 2021. In quell’occasione Mediobanca Securities, abbastanza sicura del via libera allo sblocco dei pagamenti come Equita Sim, ha commentato: “Vediamo circa il 20% della capitalizzazione di mercato in eccesso di capitale e questo è uno dei pilastri dietro la nostra posizione costruttiva sulle banche dell’Ue, che si accoppia con le pressioni inflazionistiche, un Pil più forte del previsto, valutazioni non care rispetto ad altri settori e l’M&A, mentre eventuali aspetti negativi, come gli Npl, vengono posticipati al 2022”.

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