CHE COSA SUCCEDE A BPER
Tonfo in Borsa per Bper, che gravita nell’orbita del gruppo Unipol (che ha il 19,9% della banca guidata da Gianni Franco Papa).
La trimestrale in linea con le attese degli analisti non basta a Bper, che scivola in fondo al Ftse Mib (-0,03%), perdendo il 4,16% a 4,7 euro. Tra gennaio e 2024 l’istituto ha riportato un utile netto in crescita del 57% a 457 milioni di euro.
GLI SBUFFI DELLA BORSA SU BPER
Il gruppo, sottolineano gli analisti secondo Radiocor, ha mantenuto una posizione patrimoniale forte e indicatori di credit risk molto bassi, ribadendo l’ambizione da parte del management “remunerare adeguatamente gli azionisti”.
I MOTIVI DELLA FREDDEZZA DEL MERCATO SUL TITOLO BPER
A lasciare freddo il mercato potrebbe essere però la conferma della guidance 2024, che prevede un “margine di interesse in leggero calo conseguentemente ad una potenziale riduzione della forbice bancaria” dovuta soprattutto a una politica monetaria meno restrittiva.
NODO SUPERBONUS
Preoccupano inoltre i potenziali “impatti negativi del Superbonus”, con il ministero dell’Economia e delle Finanze che sta lavorando a una proposta per diluire l’orizzonte dei crediti d’imposta a 10 anni, rispetto agli attuali 4 o 5 anni. “Bper ha 180 milioni di euro di utili netti legati ai crediti d’imposta nel 2023 e circa 70 milioni di euro nel primo trimestre del 2024, che potrebbero generare un effetto una tantum negativo sui risultati dell’anno, se la misura verrà adottata”, spiega Jeffries. Dello stesso avviso è Equita, che però afferma come sia “troppo presto” per stimare eventuali effetti.
LE PAROLE DEL CAPO AZIENDA DI BPER
Gli investitori sembrano attribuire un peso significativo ad eventuali ritocchi al rialzo degli outlook per l’anno in corso, una mossa che al momento Bper non ha escluso. Il Ceo Gianni Franco Papa (nella foto), durante la call di commento ai risultati, ha detto infatti che la banca è in anticipo sugli obiettivi del piano al 2025, che si sta valutando “di aggiornare o rivedere”.
ANALISTI IN ATTESA
Alle domande su un eventuale timeline ha però risposto: “Vi faremo sapere quando avremo preso una decisione”. Gli analisti rimangono dunque in attesa di ulteriori dettagli, ma alzano le stime sugli utili per i prossimi anni.
I GIUDIZI DI EQUITA E UBS
Nel dettaglio, per Equita Bper dovrebbe raggiungere un aumento del 3% dell’utile adjusted tra il 2024 e il 2025 e un +13% dell’utile 2026, che rifletta “una maggiore resilienza in un contesto di tassi meno favorevole”. “Dopo i risultati del 1° trimestre 24, alziamo le nostre stime di guadagno a del 4-8% per il 2024-2026”, affermano invece gli analisti di Ubs.
CHE COSA EMERGE DALLA TRIMESTRALE DI BPER
Bper ha chiuso il primo trimestre dell’anno con un utile netto di 457 milioni, in aumento del 57% rispetto allo stesso periodo del 2023. Il risultato è lievemente superiore alle attese del mercato, che si attestavano a circa 450 milioni. Nel periodo i proventi operativi netti sono aumentati dell’1,95% a 1,4 miliardi, con margine di interesse a 844 milioni (+16,2%) e commissioni nette a 510,4 milioni (+0,85%). In salita del 3,7% a 701 milioni gli oneri operativi per un rapporto cost/income salito su base annua al 51,7% (era al 50,8% nel 2023). Quanto alla solidità patrimoniale, il coefficiente Cet 1 si è rafforzato al 14,9%.
IL PESO DELLA FISCALITA’
Nel 2024 “la redditività netta ordinaria si ritiene possa prevedibilmente essere in linea con quella del 2023, al netto dell’effetto della fiscalità differita”. Lo scrive Bper nel comunicato sui conti del primo trimestre. “Si prevede una conferma ed un rafforzamento della solidità patrimoniale della banca”, aggiunge l’istituto.
I MOTIVI DEL MARGINE DI INTERESSE PREVISTO IN CALO
Nell’esercizio in corso, inoltre, “si conferma una guidance che presenta un margine di interesse in leggero calo conseguentemente ad una potenziale riduzione della forbice bancaria correlata ad una politica monetaria meno restrittiva, commissioni nette con una dinamica positiva grazie allo sviluppo dei ricavi da gestione e intermediazione del risparmio e consulenza, oneri operativi in linea a quelli del 2023 rispetto ai quali va considerato il pieno effetto del rinnovo del contratto collettivo nazionale del lavoro del settore creditizio e finanziario”. Quanto alla qualità degli attivi, “si prevede di mantenere solidi livelli di copertura e un costo del credito stabile rispetto al 2023”.