LA VERITA’ SU BONO
Amorevolezze. Fonte: La Verità pic.twitter.com/AhKNoi9w0H
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 21, 2022
"Vita pubblica frenetica, ma nessuna mondanità. Bono non frequenta i salotti, trascorre qualche giorno di vacanza a Tropea e ama la sua villetta a Tagliacozzo, dove si ritira con la famiglia e si dedica alle sue passioni, lettura di libri e giornali e la Juventus". (Repubblica)
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LE IDEE CHIARE DI CONTE
Gruber: "Macron o Le Pen?".
Conte: "Il Movimento 5 Stelle non vota in Francia".
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CARTOLINA DA POLIGNANO A MARE
Un’inchiesta della Guardia di Finanza su una serie di appalti ritenuti truccati ha portato all’arresto del sindaco di Polignano a Mare (e presidente di Anci Puglia) Domenico Vitto. 53 anni, a capo di una coalizione di centrosinistra. (Fatto Quotidiano on line)
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E’ INVITALIA, BELLEZZA!
"Infratel. Proroga al 9 maggio per i due bandi sul 5G, ingorgo di gare per internet veloce: agli operatori serve più tempo per le offerte". (Sole 24 Ore). Le mirabilie di Infratel. E' Invitalia, Bellezza!
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MARINA & VLAD
Intervistata dal Giornale la presidente di Mondadori e Fininvest Marina Berlusconi si schiera al fianco dell'Ucraina: "Basta distinguo, serve una scelta di campo per i valori dell'Occidente. Anche libri e cultura possono fermare Putin". (rassegna GMI)
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DECISIONI TEUTONICHE
"Il blocco del petrolio russo per rallentare la guerra di Putin: ecco cosa suggerisce in video-call Joe Biden agli alleati del G7. Una richiesta sostenuta dalla Francia e, con sfumature, da quasi tutti gli altri partner. Non dalla Germania". (Repubblica)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 20, 2022
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz resta titubante sulla possibilità di inviare armi in Ucraina e ha detto che il suo governo preferisce sostenere la resistenza di Kiev con i finanziamenti piuttosto che con i carri armati. (Guardian)
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"La Germania, per non compromettere i propri interessi, frena l’Europa sull’embargo del gas e sull’invio delle armi all’Ucraina, le pietre angolari della risposta occidentale a Putin". (Repubblica)
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GRAFICI BELLICI
Fonte: Repubblica pic.twitter.com/EcR0yvssr7
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IL SUDORE DI MULE’
“Ogni goccia di sudore in più versata da noi questa estate sarà una goccia di sangue risparmiata al popolo ucraino”. (Giorgio Mulé, Forza Italia, sottosegretario alla Difesa)
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NO FLY ZONE, AVANTI TUTTA
La Casa Bianca è sempre contraria a presidiare i cieli dell’Ucraina con i propri aerei. Ma nel concreto la «no fly zone» non è più un tabù. Il Segretario di Stato Blinken sta lavorando con i partner dell’Est Europa, in particolare con la Polonia. (Corriere della sera)
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LE ULTIME COSE TURCHE
"Affondo turco in Iraq. L’obiettivo tattico di Ankara è distruggere gli avamposti del Pkk al confine turco-iracheno, scardinare la logistica di cui si avvale l’organizzazione considerata terroristica e costituire una zona di sicurezza di fatto nell’Iraq settentrionale". (Limes)
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QUISQUILIE & PINZILLACCHERE
"Sei banchieri centrali, dialogo con i giovani. Incontro in Piazza Affari dal 14 al 16 giugno promosso dall’Osservatorio Permanente Giovani-Editori presieduto da Andrea Ceccherini e da Intesa Sanpaolo". (Corriere della sera). Sarà bellissimo e utilissimo.
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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DI REPUBBLICA SU GIUSEPPE BONO, NON RICONFERMATO DAL GOVERNO ALLA GUIDA DI FINCANTIERI:
L’anno prossimo sarebbero stati 60. E invece Giuseppe Bono si dovrà fermare a 59. 59 anni nelle aziende pubbliche, da operaio diciottenne alla Omeca (joint venture fra Finmeccanica e Fiat) alla ventennale guida di Fincantieri. Il suo ultimo tentativo di restare in sella, chiedendo alla politica di difenderlo e di mantenergli il posto di amministratore delegato, è naufragato contro la scelta di discontinuità del governo Draghi. Esce così di scena un manager settantottenne che da parecchi anni si era conquistato l’appellativo di “ultimo boiardo di Stato”, termine che Bono ha sempre accolto quasi con soddisfazione, condividendone lo spirito. Se infatti i boiardi erano i servitori dello zar, lui è stato tutta la vita un servitore dello Stato. Lo ha ripetuto anche ieri a Roma ai suoi collaboratori, quando la notizia dei nuovi vertici di Fincantieri è diventata pubblica.
La politica ieri lo ha ringraziato in maniera trasversale, dalla Serracchiani (Pd) a Leu (Fassina), fino alla Lega (Salvini). D’altra parte, per uno che è passato indenne dalla Prima alla Seconda Repubblica, dialogare con i partiti è stata un’esigenza. Dal Psi di Craxi alla Lega di Bossi, a quella di Salvini, dal Pd ai 5 Stelle, non c’è stata forza politica con cui non si sia confrontato. Questa volta però non è servito a restare in pista per un altro giro di valzer e ottenere il settimo rinnovo da amministratore delegato. Con l’assemblea di maggio si chiuderà così un lungo capitolo iniziato addirittura nel 1963 quando Giuseppe Bono, “Peppino”, lascia la Calabria e si trasferisce al Nord, a Torino.
È un emigrante che, tentato dalla strada del seminario, con una fede profonda che gli è compagna da tutta la vita, lascia invece gli studi e si mette a lavorare come operaio. Un appartamento diviso con altri, la fabbrica, ma presto anche la ripresa degli studi. Dopo il diploma alle serali, Bono si iscrive a Economia, laureandosi nel 1970. Fino al ’71 resta in Omeca, poi passa in Efim, impiegato, dirigente, direttore. Le offerte dei privati non gli interessano. È il pubblico il suo mondo. L’apice della sua carriera sembra arrivare nel 2000, quando gli affidano Finmeccanica. Ma l’incarico dura due anni e Bono viene sostituito. Per lui si apre la porta di Fincantieri, gemella povera di Finmeccanica, che nelle crociere sta dietro al colosso coreano Stx e ai cantieri finlandesi di Turku.
Succede però che Finmeccanica restringe il suo perimetro (via l’energia, i trasporti, i sistemi industriali), mentre Fincantieri allarga i mercati, rileva aziende e diversifica le attività. Arrivano così l’acquisto di tre cantieri negli Usa, che aprono le porte del mercato della difesa navale americana, la quotazione in Borsa e gli accordi con i francesi, per creare il colosso europeo della difesa. Il manager punta ai cantieri di Saint Nazaire, che Stx aveva rilevato, ma si trova l’ostruzione dello Stato francese e viene stoppato. Con la Francia però Bono firma la nascita di Naviris, cantieristica militare, e inizia il dialogo con i tedeschi di ThyssenKrupp