MAIRE TECNIMONT E BUZZI NON RUSSERANNO
Le società industriali in Italia più esposte con la Russia sono Maire Tecnimont con il 25% dei ricavi e Buzzi Unicem con il 10%. (Mf)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 23, 2022
FERMO SI FERMA?
In valore assoluto è Milano la provincia più “pesante” per vendite verso Mosca, i guai prospettici maggiori sono per Fermo. Qui, infatti, grazie alla spinta delle calzature, il 7% dell’export locale è rivolto verso la Russia, il quadruplo rispetto alla media nazionale. (Sole)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 23, 2022
LA DIFFERENZA FRA RUSSIA E URSS
Russia. "Perfino nell’Unione Sovietica c’era più collegialità nella gestione del potere. Nel 1989/90, il sinedrio era composto da 19 membri effettivi e 16 supplenti. A dispetto dell’autorità unica del partito, il Politburo era un centro decisionale collettivo". (Ugo Tramballi)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 23, 2022
L’ECONOMIA RUSSA IN BREVE
"Il paradosso di Mosca, nano economico e gigante militare grazie alle debolezze Ue. Le risorse minerarie sono enormi, il Pil pro capite supera appena la Bulgaria". (Sole 24 Ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 23, 2022
LA FRENESIA MEDIATICA DI AMATO
Ma quanto si vedeva già al Quirinale? Quanto?… https://t.co/93qFqYer7C
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 23, 2022
Consulta, ferve l'attività negli uffici di Giuliano Amato. Dopo la prima conferenza stampa e l'ospitata in tv da Floris, sono in cantiere: sortite in radio, apertura di un account Twitter, reel su Instagram ed eventi con Aurora Ramazzotti su Giovani&Costituzione. (sischerza?)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 23, 2022
LE RETI SECONDO GOZI
“In Italia ci sono sia una rete filorussa sia una rete filocinese”, dice ora a Omnibus-La7 l'europarlamentare Sandro Gozi, della rete filofrancese presumo.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 23, 2022
DE BORTOLI RIFONDATO
D’ora in poi sarà sempre più interessante leggere le critiche allo Stato in economia scritte dall’editorialista del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, nominato nel consiglio scientifico della Fondazione Cassa Depositi e Prestiti.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 23, 2022
BRAGANTINI POCO AGNELLINO
"Transazione tra fisco e gruppo Agnelli-Elkann: buco normativo o trattamento di favore?". (Salvatore Bragantini, economista, ex commissario Consob, su Domani Quotidiano)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 23, 2022
FONTANA E’ NATO CON LA CAMICIA
Caso camici. "La Svizzera ha deciso di non collaborare con la procura di Milano per accertare l’ipotesi di reato di evasione fiscale e autoriciclaggio a carico del presidente della Lombardia, Fontana, e le indagini si chiudono qui, con un’archiviazione stabilita dal gip". (Sole)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 23, 2022
LE PROSSIME SPORTELLATE
Nei prossimi 3 anni le maggiori banche italiane puntano a chiudere altre 2.500 filiali, portando il numero complessivo sotto le 20mila unità. Dieci anni fa, nel 2012, erano 33mila, mentre alla fine del 2020 erano già scese a 23.480 (secondo i dati di Bankitalia). (Sole24ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 23, 2022
CARTOLINA DAGLI USA
Le giocatrici della nazionale statunitense di calcio hanno ottenuto dalla loro federazione un risarcimento di oltre 20 milioni di dollari per le mancate retribuzioni del passato. (Nyt)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 23, 2022
BOMBA BANCARIA E FINANZIARIA PRONTA A SCOPPIARE
Ieri la Gdf ha svolto perquisizioni in Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte perché sta lavorando su imprese che vantavano crediti nei confronti di Asl di Calabria, Campania e Lazio. Crediti per lo più «inesigibili» perché relativi a prestazioni non rimborsabili dalle Asl.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 23, 2022
RAI: DI TUTTO, DI PIU’
"Per gli appalti pilotati, tremano i manager Rai. Mazzette e corruzione, arrestato l’ex capo Acquisti della tv di Stato, Ronchetti: bracciali, banconote e pepite d’oro nascosti nei vasi del giardino a casa della madre". (Repubblica)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 23, 2022
+++
ESTRATTO DI UN ARTICOLO DI MILANO FINANZA SULLE SOCIETA’ ITALIANE PIU’ ESPOSTE IN RUSSIA:
Visto il rischio di una guerra tra Mosca e Kiev, Intesa Sanpaolo ha esaminato l’esposizione al mercato russo di tutte le aziende italiane sotto la sua copertura. Pochissime di queste – riporta MF-Milano Finanza – presentano un’esposizione significativa (al 10 per cento o superiore).
Per Eni, Elica e Aeffe l’esposizione al mercato russo vale il 2 per cento dei ricavi. Moncler, Safilo e Triboo sono sotto il 2 per cento. Salvatore Ferragamo è sotto l’1 per cento.
Più alta è l’esposizione di Brunello Cucinelli, al 5 per cento, e di Campari, al 3 per cento; De Longhi è al 6 per cento, Geox all’8.
Le società più esposte sono invece Maire Tecnimont e TraWell con il 25 per cento dei ricavi, Buzzi Unicem con il 10 per cento, Lu-Ve con il 7,6 per cento e Recordati con il 4,5. Seguono con oltre il 3 per cento dei ricavi Sit e Prima Industrie. Pirelli è al 3 per cento, Comer al 2, Interpump all’1,5, Biesse all’1,3, Seco all’1 e Zignago Vetro allo 0,2.
Per quanto riguarda le società energetiche come A2A, Acea, Enel, Hera e Iren, secondo Intesa Sanpaolo l’impatto che avvertirebbero dipenderà dall’attività di approvvigionamento di gas in Europa, che potrebbe ridursi. “Quanto a Enel”, scrive MF, “la banca ritiene che la società possa risentire delle stesse considerazioni, al di là dell’attività del gruppo in Russia, pari allo 0,4% del fatturato consolidato/ebitda”.
+++
ESTRATTO DELL’ARTICOLO DEL SOLE 24 SULLA RIDUZIONE DEGLI SPORTELLI DELLE BANCHE:
Nel prossimo triennio – anche stando solo ai piani industriali finora approvati da Intesa, UniCredit, BancoBpm e Bnl-Bnp Paribas – ne sono previsti almeno altre 1.643 (si veda la tabella a fianco). A cui si aggiungeranno quelli che inevitabilmente arriveranno quando a giugno saranno presentati i nuovi piani industriali di Bper, di Credit Agricole Italia e soprattutto di Mps che dovrebbero portare il saldo totale delle chiusure programmate nei dintorni delle 2.500 unità (che vanno ad aggiungersi alle 2.000-2.500 già chiuse nel biennio 2020-2021).
Ma il riassetto della rete distributiva non comprende solo le banche di maggiore dimensione, che in Italia rappresentano circa il 60% del totale, e riguarda invece l’intero sistema. Compresa Deutsche Bank, che ha annunciato (senza ancora quantificare) la riduzione della rete di sportelli. Difficile dire quale sarà il punto di arrivo complessivo a fine 2024 ma a questo punto è probabile che non sarà molto dissimile dalla previsione che alla fine del 2019 fece la società di consulenza Oliver Wyman – che dopo la pubblicazione sul IlSole24Ore suscitò ampie reazioni in ambito sindacale e Abi – quando prevedeva la chiusura di 7.000 sportelli bancari in Italia nei successivi cinque anni. A contribuire all’avverarsi di quella previsione, che “all’epoca” poteva sembrare allarmistica, sono stati gli effetti dell’imprevedibile pandemia del Covid che, con la semi-chiusura delle filiali, ha obbligatoriamente accelerato la tendenza all’utilizzo in modalità digitale dei servizi bancari. Una tendenza destinata a proseguire, con inevitabili conseguenze sull’industria bancaria, sui dipendenti e sui clienti.