Ancora denunce dai sindacati in tema di pressioni commerciali, problema che da anni affligge la categoria dei bancari. Le ultime, in ordine di tempo, riguardano Bnl ma anche Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Bper e Mps hanno avuto i riflettori accesi sul tema.
COS’È ACCADUTO IN PASSATO
Parlando di pressioni commerciali occorre ricordare che nel 2017, per la prima volta, l’Abi e i sindacati hanno sottoscritto un Accordo sulla questione ma “i risultati stentano ad arrivare” ha detto qualche mese fa Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi durante l’audizione in commissione bicamerale d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario, lo scorso giugno. “La ragione principale è una – ha spiegato ai parlamentari -: la maggior parte degli accordi sottoscritti all’interno dei gruppi, per migliorare e adattare l’accordo nazionale alle singole realtà aziendali, è stata più volte disattesa dalle stesse banche, dalle stesse aziende che, in taluni casi, hanno rifiutato di garantire l’anonimato alle segnalazioni dei loro dipendenti”.
Nella stessa occasione Sileoni ha presentato un dossier della Fabi in si ripercorrono molti casi di pressioni commerciali e in cui si ricordano, ad esempio, “le pesantissime sanzioni – complessivamente oltre 20 mln – dell’Antitrust (AGCM) comminate a Unicredit, Intesa, Ubi e Bnl” a marzo 2020 “per aver condotto pratiche commerciali aggressive” in relazione alla vendita abbinata di polizze e finanziamenti.
E il 2022, sempre secondo le organizzazioni sindacali di settore, sta proseguendo allo stesso modo visto che a marzo i coordinamenti del gruppo Banco Bpm di Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin hanno firmato una nota congiunta piuttosto dura: “Sarà l’ingordigia di ripetere i risultati straordinari del 2021, sarà la tensione della dirigenza già in ottica di eventuali operazioni societarie e conseguente timore di perdere il posto, ma il 2022 è cominciato con un clima davvero invivibile nella rete commerciale”.
LE ULTIME DENUNCE IN BNL
Tornando a Bnl, è ora il coordinamento del gruppo del sindacato Unisin a mettere nero su bianco altre accuse. “È da tempo che la banca ha preso una piega strana, inconcepibile per quelli che hanno le mani in pasta tutti i giorni a contatto con la clientela, inconcepibile per tutti i ruoli commerciali perché si lavora al ritmo del tutto e subito” è l’esordio della nota in cui si punta il dito contro “le continue pressioni ricevute, le mail sui prodotti da vendere, quelle sui contest da cogliere al volo, quelle sui budget da chiudere, quelle raccapriccianti sui più bravi e meno bravi. Non si leggono mai invece mail sul miglioramento dei sistemi informatici, sulla risoluzione di problematiche oramai radicate nei programmi in uso, nessuno che si renda conto delle difficoltà del lavorare col pubblico con continui intoppi al pc”.
Per questo Unisin rinnova l’invito ai dipendenti Bnl ad “agire con coscienza e razionalità, senza farsi prendere dalla fretta o dall’ansia del capo di turno” e a rivolgersi ai sindacati. Vengono poi ricordati “i mezzi che possiamo utilizzare per far valere i nostri diritti o meglio per non vederli calpestati” a partire dal Protocollo sulle politiche commerciali del 2016, che istituisce proprio “in considerazione dell’importanza e delicatezza del tema”, una Commissione paritetica per approfondire e valutare fenomeni non coerenti con il sistema dei valori e le indicazioni condivise dal Protocollo, lesivi della dignità delle persone e della loro professionalità.
C’è poi il Regolamento della Commissione Nazionale su Politiche Commerciali e Organizzazione del Lavoro, siglato in Abi, che rientra nell’accordo del 2017 e che disciplina la gestione delle segnalazioni di “significative questioni riferite a fattispecie di rilievo, di carattere generale”. Queste segnalazioni possono essere fatte alla Commissione nazionale da parte delle Commissioni aziendali o di gruppo previste dagli accordi aziendali, dai referenti di parte aziendale o dagli stessi organismi aziendali o di gruppo. “Entrambe queste commissioni – conclude la nota di Unisn Bnl -, sono sorte per arginare in qualche modo i molteplici abusi che accadevano e accadono ancora su tutto il territorio. Occorre la responsabilità di ciascuno però per contrastare questi episodi, poiché è solo dichiarandoli al sindacato che questi può portare avanti le istanze dei lavoratori e delle lavoratrici”.