Bnl (gruppo Bnp Paribas). ha chiuso il secondo trimestre con un aumento dell’utile lordo a 120 milioni di euro (+27,1%) che salgono a 218 milioni per il semestre. Lo si legge nella nota sui risultati del gruppo francese secondo cui gli impieghi sono saliti dell’1,1% trainati da quelli ai privati.
Gli impieghi di Bnl (gruppo Bnp Paribas) sono in aumento dell’1,1% rispetto al secondo trimestre 2020, trainati soprattutto dall’aumento dei crediti erogati alla clientela retail.
Al netto dei crediti deteriorati, l’aumento degli impieghi e’ del 2,9 per cento. I depositi crescono del 13,1% rispetto al secondo trimestre 2020, con un incremento in tutti i segmenti di clientela.
La raccolta indiretta aumenta del 12% rispetto al 30 giugno 2020, grazie a un significativo incremento delle masse nei fondi di investimento (+19% rispetto al 30 giugno 2020), che beneficiano dell’andamento favorevole dei mercati, e di un aumento della raccolta nell’assicurazione sulla vita (+7,5% rispetto al 30 giugno 2020).
La raccolta netta del Private banking è oltre 0,9 miliardi di euro). Il margine di intermediazione e’ in aumento del 3,1% rispetto al secondo trimestre 2020, attestandosi a 669 milioni di euro. Il margine di interesse e’ in calo del 2%, con l’impatto del contesto di tassi bassi parzialmente compensato dall’effetto della crescita dei volumi.
Le commissioni aumentano dell’11% rispetto al secondo trimestre 2020, grazie alla crescita molto intensa delle commissioni finanziarie, sostenute dall’aumento delle transazioni e della raccolta indiretta.
Il risultato lordo di gestione si attesta a 235 milioni di euro, con un incremento del 3,4% rispetto al secondo trimestre 2020. Il costo del rischio, pari a 105 milioni di euro, diminuisce di -17 milioni di euro rispetto al secondo trimestre 2020.
Se i vertici della banca brindano, i sindacati dei lavoratori non festeggiano.
Ieri sono scesi in piazza a Napoli i lavoratori e la lavoratrici della Bnl per protestare contro un piano industriale che prevederebbe esternalizzazioni di parte delle attività di Back Office e di Information Technology, con la chiusura di ulteriori sportelli bancari. La manifestazione, organizzata unitariamente dalle Organizzazioni sindacali Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin, si è tenuta ieri mattina davanti alla sede napoletana della BNL in via Toledo sulla scia delle critiche e delle agitazioni susseguenti alla vendita di Axepta.
“Diciamo no al continuo tentativo di destrutturazione delle attività dell’azienda e all’ennesima manovra per realizzare profitti tagliando il costo del personale, no alla dismissione di altri sportelli con l’abbandono sistematico di interi territori del nostro paese, no alla sostituzione, con numeri sempre crescenti, di dipendenti a tempo indeterminato con lavoratori a tempo determinato o a partita IVA”, spiegano Stefania Zinno (sct della Fisac Cgil in Bnl) e Gianfranco Esposito (Rsa Fisac Cgil).
“La preoccupazione del tavolo sindacale, che comprende tutte le sigle, è altissima: le aziende in questo momento storico stanno approfittando della crisi pandemica ed economica per continuare ad abbassare le tutele e i costi del personale senza andare a toccare i compensi del Top Management, che anzi continuano ad aumentare”.
“I dipendenti – spiega il sindacato – in questi anni hanno sopportato sacrifici e disagi, carichi di lavoro iniqui, gravi carenze in materia di salute e sicurezza. Il management, forse volutamente, sta distruggendo il vecchio modello di banca tradizionale senza riuscire a costruire il nuovo modello di servizi”.