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Birkenstock correrà anche in Borsa?

Solo nell’ultimo anno ha dichiarato ricavi per oltre 1,24 miliardi e ora Birkenstock Holding, società a capo dell’omonimo produttore di sandali tedesco, ha presentato un’offerta pubblica iniziale (IPO) alla Securities and Exchange Commission (SEC) americana. Tutti i dettagli

 

O le ami o le odi. Ma alla fine pure Barbie, nella sua perfezione, sceglie di indossarle ed è – forse – anche grazie a lei se Birkenstock Holding, la società a capo dell’omonimo produttore di sandali tedesco, ha presentato un’offerta pubblica iniziale (IPO) alla Securities and Exchange Commission (SEC) americana. Solo nell’ultimo anno il marchio ha dichiarato ricavi per oltre 1,24 miliardi.

L’IPO (SEGRETA) DI BIRKENSTOCK

Birkenstock Holding ha presentato ieri un’offerta pubblica iniziale negli Stati Uniti, prevedendo di quotare le sue azioni con il ticker “BIRK” alla Borsa di New York, “sottolineando – scrive Reuters – la ripresa dei mercati azionari del Paese e diventando la seconda grande azienda europea [l’altra è la società di tecnologia britannica Arm, ndr] a cercare di quotarsi all’estero questo mese”.

Goldman Sachs, J.P. Morgan e Morgan Stanley, riferisce l’agenzia di stampa, sono i principali sottoscrittori dell’IPO e le entità affiliate a L Catterton – proprietario di maggioranza di Birkenstock nonché società di private equity sostenuta da LVMH – controlleranno la maggioranza del potere di voto combinato delle azioni dopo l’offerta.

Non sono, tuttavia, stati rilasciati dettagli sull’IPO ma fonti citate dal Financial Times affermano che l’offerta potrebbe conferire al produttore di sandali un valore di oltre 8 miliardi di dollari.

I NUMERI DI BIRKENSTOCK E LO “SCONGELAMENTO” DEI MERCATI USA

Pur non essendo state rivelate maggiori informazioni circa l’offerta, la società ha dichiarato che il fatturato netto per i sei mesi conclusi il 31 marzo è salito del 19% a 644,17 milioni di euro e l’utile è sceso del 45,3% a 40,21 milioni di euro.

Le ambizioni di Birkenstock, secondo Reuters, arrivano sulla scia dei depositi di Arm, della piattaforma di marketing automation e di raccolta dati dei consumatori Klaviyo e dell’app di consegna di generi alimentari Instacart, “mentre i mercati azionari degli Stati Uniti si scongelano dopo che le prospettive economiche incerte hanno portato a un inizio d’anno lento”.

Anche Craig Erlam, analista di mercato presso Oanda, ha dichiarato alla Cnn che “è possibile affermare che gli Stati Uniti sono in testa alla rinascita [delle IPO] in questa fase e che altri centri finanziari, in particolare Londra, hanno molto da fare per competere meglio in futuro”.

PERICOLO PRODOTTI TAROCCATI

I sandali più famosi al mondo, con una storia lunga 249 anni, corrono però un pericolo. Come dichiarato nella sezione dedicata ai fattori di rischio del suo prospetto informativo, Birkenstock ha avvertito che deve affrontare la concorrenza delle “imitazioni”, riferisce Cnbc. L’azienda infatti ha lottato a lungo per proteggere la sua proprietà intellettuale poiché la popolarità del marchio e i suoi prezzi elevati sono stati spesso messi a dura prova da alternative più economiche vendute su piattaforme di e-commerce gestite da terzi, minacciando la reputazione dell’azienda.

Birkenstock, sebbene non nomini mai Amazon nelle 206 pagine di documentazione, sette anni fa ha abbandonato il colosso di Jeff Bezos a causa di un boom di vendite contraffatte e non autorizzate sul sito e ora afferma di essersi “astenuta, e di potersi astenere in futuro, dall’utilizzare alcuni siti web di terze parti per distribuire i propri prodotti a causa della vendita di prodotti contraffatti su tali piattaforme”.

DA BRUTTO ANATROCCOLO A MUST HAVE

Nonostante l’azienda esistesse dal 1774, i sandali Birkenstock non sbarcarono negli Stati Uniti fino agli anni ’60, quando la stilista tedesco-americana Margot Fraser iniziò a importarli a San Francisco, dove i negozi di scarpe inizialmente si rifiutavano di venderli (perché brutti). Lei però riuscì a fargli avere successo piazzandoli nei negozi di alimenti naturali dove facevano shopping gli hippy.

Da allora di strada ne hanno fatta. Oggi l’azienda nata in Germania ha sede a Londra e le sue scarpe considerate un tempo per tedeschi senza gusto sono state imitate e portate sulle passerelle da marchi come Valentino, Hermès, Chanel, Prada. Solo l’anno scorso le vendite di Birkenstock sono aumentate del 29% e da quando il film di Barbie è arrivate nelle sale le ricerche per le Birkenstock modello Arizona sono aumentate del +110%.

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