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Chi critica e perché la decisione di Biden sul condono del debito studentesco

Joe Biden ha firmato un decreto per condonare (fino a una certa soglia) il debito degli studenti americani. Ma alcuni temono un aumento dell'inflazione negli Stati Uniti. L'articolo di Marco Orioles.

 

Mantenendo un impegno preso in campagna elettorale, Joe Biden ha firmato un decreto con cui si condona fino a una certa soglia il debito contratto dagli studenti del college, liberando così una massa enorme di liquidità che potrà essere impiegata per consumi e investimenti ma alimentando anche il timore di una possibile spinta inflazionistica.

Il piano

Il piano studiato dalla Casa Bianca prevede la cancellazione di debiti per il valore di 10mila dollari per coloro i quali hanno un reddito annuo inferiore a 125mila dollari, mentre la soglia del condono si alza a 20mila dollari per quanti erano beneficiari di borse di studio per famiglie a basso reddito.

Circa il 60% di coloro i quali hanno contratto debiti per il college hanno ricevuto borse di studio, e la maggioranza proviene da famiglie che guadagnano meno di 30mila dollari l’anno. Il Dipartimento per l’Educazione stima che fra costoro saranno in 27 milioni a presentare domanda di condono per cifre entro il tetto massimo di 20mila dollari.

Come osserva il New York Times, negli Stati Uniti sono circa 45 milioni i cittadini che hanno contratto un debito con lo Stato per pagarsi il college per un ammontare complessivo di 1,7 trilioni di dollari – una somma superiore al debito dovuto ai prestiti per acquistare automobili o per ripagare le carte di credito, con la significativa eccezione dei mutui.

La consigliera per la politica interna della Casa Bianca Susan Rice ha dichiarato che l’Amministrazione non è in grado di determinare il costo esatto della misura perché dipenderà sostanzialmente dal numero di persone che faranno domanda di condono. Ma, secondo alcune stime citate dal New York Times, la cifra potrebbe raggiungere se non superare i 300 miliardi di dollari.

Ma il vero costo del provvedimento potrebbe essere assai inferiore perché costituito da debito che i contraenti mai avrebbero ripagato. Più di otto milioni di cittadini, ossia un quinto della potenziale platea beneficiaria, ha fatto default sul proprio debito a causa del Coronavirus.

L’esultanza del Presidente

Il Presidente Biden ha salutato con entusiasmo il varo di una misura che era stata chiesta negli anni da vari esponenti del suo partito. “Tutto questo significa”, ha dichiarato Biden, “che la gente potrà finalmente risalire da sotto quella montagna di debito. Per pensare finalmente a comprarsi una casa, a farsi una famiglia o a iniziare un’attività economica e comunque, quando questo succederà, l’intera economia starà meglio”.

L’opposizione dei repubblicani

I repubblicani sono sul piede di guerra per una misura che considerano iniqua in quanto, a loro avviso, sarà di beneficio anche a persone che godono di alti redditi.

Come ha dichiarato il leader della minoranza al Senato Mitch McConnell, il decreto di Biden rappresenta “uno schiaffo in faccia a tutte le famiglie che si sono sacrificate per risparmiare per il college, a tutti i laureati che hanno pagato il loro debito e ad ogni americano che ha scelto un certo percorso di carriera o si è arruolato nelle nostre Forze armate per evitare di contrarre debito”.

Rischio inflazione?

Ma la più pressante preoccupazione dei critici del provvedimento è che esso produrrà inevitabilmente livelli indesiderati di inflazione.

Tra chi ne è convinto c’è anche l’ex Segretario al Tesoro democratico Larry Summers:

Anche Jason Furman, docente ad Harvard che ha presieduto il Consiglio dei Consiglieri Economici sotto la presidenza Obama, è convinto che il condono vanificherà tutte le misure deflattive prese sinora. “Iniettare circa mezzo trilione di dollari di benzina sul fuoco inflazionistico che sta già bruciando è da irresponsabili”, ha dichiarato Furman a Reuters.

Chi ridimensiona il rischio

A non essere convinto che il condono comporti un rischio inflattivo è invece il capo economista di Moody’s Analytics Marc Zandi, il quale intravvede semmai effetti positivi sulla crescita economica.

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