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Bce

Ecco quando la Bce finirà di aumentare i tassi

Tassi e Bce; fatti, numeri e scenari. L'analisi di Sebastian Vismara, Financial Economist di BNY Mellon Investment Management

Come ampiamente previsto, la Bce ha effettuato un ulteriore rialzo dei tassi di 25 punti base, portando il tasso sui depositi al 3,75%. A margine, le dichiarazioni sulle politiche monetarie sono state accomodanti, segnalando un approccio più cauto in futuro.

Guardando alle dichiarazioni della Bce, alla luce dei tre pilastri in merito alle decisioni sui tassi d’interesse:

1. Le prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo: la Bce ha osservato che “l’inflazione continua a diminuire” e “alcune misure mostrano segnali di allentamento”. Si tratta di un riconoscimento moderatamente accomodante del calo delle pressioni inflazionistiche.

2. La dinamica dell’inflazione di fondo: “l’inflazione dovrebbe rimanere troppo elevata  per troppo tempo” e “l’inflazione di fondo rimane complessivamente elevata”. Non c’è stato alcun irrigidimento dei toni sull’inflazione di fondo.

3. La forza della trasmissione della politica monetaria: “I passati aumenti dei tassi continuano a essere trasmessi con forza: le condizioni di finanziamento si sono nuovamente inasprite e stanno frenando sempre più la domanda, il che è un fattore importante per riportare l’inflazione al target”. Questa è un’altra parte accomodante della dichiarazione. A giugno, la Bce aveva dichiarato di aspettarsi che le condizioni finanziarie più restrittive avrebbero frenato sempre più la domanda. Oggi, invece, la Bce afferma che ciò si sta già verificando, e che le condizioni finanziarie si sono ulteriormente inasprite.

Infine, c’è stato un altro leggero cambiamento nel linguaggio, poiché la Bce ha sostituito la dichiarazione “i tassi saranno portati a livelli sufficientemente restrittivi” con “i tassi saranno fissati a livelli sufficientemente restrittivi”.

La conferenza stampa ha confermato il tono accomodante della dichiarazione precedente. Lagarde ha iniziato constatando il deterioramento delle condizioni economiche in Europa, e ha ribadito che vi è una stretta in corso nelle condizioni di finanziamento con un impatto sull’attività economica.

Tutto sommato, la Bce ha lasciato intendere che oggi potrebbe essere l’ultimo rialzo, pur mantenendo aperte le sue opzioni per settembre. Più in generale, sembra che la Banca Centrale stia spostando le sue comunicazioni dal segnalare ulteriori rialzi dei tassi a concentrarsi sulla necessità di tassi di interesse elevati, impedendo al mercato di scontare tagli prematuri dei tassi.

Un rialzo a settembre, con un tasso terminale al 4%, rimane del tutto possibile. Ma con due rilevazioni sull’inflazione previste tra luglio e settembre, i dati sulla crescita del PIL del secondo trimestre in arrivo, e un’altra serie di PMI da attendere, la decisione è ancora in bilico.

La gamma probabile di possibili esiti per il tasso terminale è compresa tra il 3,75% e il 4,25%.

Perché il 3,75%? Mentre i prossimi dati sull’inflazione dovrebbero essere sostanzialmente in linea con le previsioni della Bce di giugno, i dati recenti suggeriscono che le prospettive di crescita saranno più deboli. Anche i membri più falchi del Consiglio direttivo della Bce (ad esempio Knot e Schnabel) stanno attenuando il loro linguaggio aggressivo.

Perché il 4,25%? C’è un’alta probabilità che i dati sui salari del secondo trimestre – previsti per agosto – saranno elevati, e la Bce è sempre più attenta ai costi unitari del lavoro. Inoltre, le prospettive per i consumi privati stanno migliorando, poiché il calo dell’inflazione e un mercato del lavoro robusto probabilmente aumenteranno i redditi reali e con essi, molto probabilmente, la spesa dei consumatori.

 

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