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Bcc, ecco come la Lega di Salvini vuole riscrivere la riforma su Iccrea, Ccb e Raiffeisen

Fatti, commenti, indiscrezioni e scenari

Una riforma della riforma delle Bcc. E’ quella che emerge dagli emendamenti al decreto fiscale firmati da Lega, Fratelli d’Italia e Svp.

Si prevede la possibilità per le banche di credito cooperativo di scegliere tra l’adesione a un gruppo – Cassa centrale banca (Ccb), Iccrea, Cassa Raiffesen – oppure di dotarsi di “sistemi di garanzia reciproca”.

L’emendamento di fatto mira a far saltare l’obbligo di aderire a una holding, uno dei punti basilari della riforma Renzi-Boschi del 2016-

Il passaggio fondamentale dell’emendamento targato Svp dice: “Le medesime banche (ossia le Bcc, ndr) hanno la facoltà di adottare, in alternativa alla costituzione del gruppo bancario cooperativo, sistemi di tutela istituzionale”. E si fa riferimento a un regolamento Ue (575/2012) che parla di fondi di garanzia, sistema adottato dal credito cooperativo tedesco al quale guardano da sempre le Raiffeisen altoatesine.

L’emendamento della Lega (a firma del presidente della Commissione Finanze del Senato, il leghista Alberto Bagnai e altri senatori del partito di Matteo Salvini) è simile a quello presentato da Svp, così come quello presentato anche dal senatore trentino dei Fratelli d’Italia, Andrea De Bertoldi che fa esplicito riferimento alla protezione Ips (Istituzional protection scheme).

La facoltà di scegliere tra adesione a un gruppo bancario cooperativo (Gbc) ed Ips spetta solo alle banche della provincia di Bolzano e Trento, ma l’obbligo di stare in un Gbc (provinciale?), pena la perdita della licenza bancaria, sembrerebbe valere solo per le Bcc con patrimonio netto inferiore a 100 milioni e parametri non corretti.

E’ la fine delle piccole Bcc e quindi si innescano fusioni à go-go? “Chi vorrà stare in un GBC di piccole Bcc messe male quando la way-out si ha con 100 milioni di patrimonio netto?”, risponde con un’altra domanda un esponente del mondo bancario creditizio.

“E’ un modo per evitare alle Bcc mal messe e a rischio di evitare la vigilanza della Bce”, nota una personalità istituzionale che chiede l’anonimato.

Un banchiere al corrente del dossier mette in rilievo un aspetto politico: “Ho riletto gli emendamenti presentati. Mi pare evidente la finalità che sta dietro a queste modifiche: ossia favorire le Raiffeisen, mettere in difficoltà Cassa Centrale Banca per costringerla a fare il gruppo provinciale “allargato” e, conseguentemente, far confluire tutte le altre Bcc nel gruppo unico di Iccrea”.

Sarà davvero così?

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