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Banco Bpm, Ubi, Unicredit e non solo. Ecco tutti gli effetti del caro spread

Ancora nubi sulle banche italiane per effetto dello spread. E’ quello che stimano analisti e banche d’affari sugli istituti di credito. Gli occhi ora sono puntati sulle agenzie di rating. Il downgrade di un notch da parte di S&P e Moody’s, di fatto, è dato per scontato mentre mentre l’outlook ancora negativo spalancherebbe le porti…

Ancora nubi sulle banche italiane per effetto dello spread. E’ quello che stimano analisti e banche d’affari sugli istituti di credito. Gli occhi ora sono puntati sulle agenzie di rating.

Il downgrade di un notch da parte di S&P e Moody’s, di fatto, è dato per scontato mentre mentre l’outlook ancora negativo spalancherebbe le porti ad un declassamento al livello junk. Con effetti nefasti sulla già limitata capacità degli istituti di approvvigionarsi sul mercato a costi ragionevoli.

LE STIME DI EQUITA

Una situazione che nasce mesi fa. Per la precisione dal 17 maggio, giorno in cui è filtrata la prima bozza del contratto di Governo giallo-verde, sulla borsa italiana sono cadute vendite a pioggia. Basti pensare che la capitalizzazione del settore bancario si è prosciugata sostanzialmente di un terzo, il 31,2 per cento. In valori assoluti, le banche italiane (o meglio, i loro azionisti) hanno visto andare in fumo 36 miliardi di euro, è la stima di Equita sim per il Sole 24 Ore.

CHE COSA E’ SUCCESSO A MPS, BANCO BPM, INTESA SANPAOLO E UNICREDIT

Si va dal -40% di Montepaschi (-1,47 miliardi) al -22% del Credem (-494 milioni) al -35% di BancoBpm (-1,5 miliardi). I due maggiori gruppi bancari, ossia Intesa Sanpaolo (-35%) e UniCredit (-30%), hanno perso rispettivamente 17 miliardi e 11 miliardi di market cap. Un crollo attribuibile allo spread, che nel frattempo è raddoppiato, visto che è passato dai 150 punti base ai 299 di ieri.

COME SI PROPAGA LO SPREAD SULLE BANCHE

Il meccanismo con cui lo spread sui Btp si trasferisce sui patrimoni degli istituti del resto è semplice: ogni deprezzamento dei bond governativi riduce il valore dell’intero portafoglio detenuto dagli istituti, che devono fare il mark-to-market ogni fine trimestre. E così viene intaccato il cosiddetto Cet 1 ratio, ovvero l’indice patrimoniale per eccellenza, che infatti è sceso in media di circa 42 punti base, ha spiegato il Sole 24 Ore.

IL CALCOLO DI CITI SULL’EFFETTO SPREAD PER LE BANCHE

Ogni 50 punti base in più di differenziale erodono dello 0,2% il capitale di prima qualità (Cet 1) delle banche italiane. Il calcolo fatto dagli analisti di Citi in un report pubblicato venerdì 5 traccia un bilancio indicativo della tempesta perfetta che ha investito il sistema.

CHE COSA SUCCEDERÀ A BANCO BPM, UBI, INTESA SANPAOLO E UNICREDIT

Se in media nel secondo trimestre gli istituti hanno lasciato sul terreno 40 punti base di patrimonio, il quadro si è aggravato dopo la pausa estiva e per il momento non si vedono segnali di normalizzazione. Ovviamente l’impatto varia da istituto a istituto in base alla consistenza degli attivi ponderati per il rischio (rwa): il fardello maggiore grava su Banco Bpm, che per ogni 50 punti di spread in più vede calare il Cet 1 di 33 punti base. La stima di Citi scende a 28 punti per Ubi (che non a caso ha venduto di recente il 30% dei Btp) e a 18 punti per Unicredit e Intesa Sanpaolo.

IL REPORT DI MORGAN STANLEY

Dall’aumento dello spread nel terzo trimestre le banche italiane possono aver perso 8 punti base di Capital ratio: Mediobanca attorno all’1%, Intesa Sanpaolo circa 5 punti, Ubi 8 punti, Unicredit poco più di 8, Mps oltre 10 e Banco Bpm 14 punti.

È quanto si evince da un report di Morgan Stanley che hanno elaborato stime e simulazioni sull’effetto spread per le banche italiane. La premessa? Tenere conto che il valore sui bond a 5 e 10 anni è salito di altri 30 punti base, erodendo il capitale in maniera significativa. Eppure le banche italiane hanno raccolto la bellezza di 90 miliardi di euro in aumenti di capitale dal 2009.

BANCO BPM, UBI E MPS NEL MIRINO

Il risultato della ricerca degli analisti? La fiammata dei rendimenti sui titoli di Stato italiani sta avendo un impatto erosivo sul capitale dei gruppi bancari da 1 a 14 punti base, con effetti più pesanti su quelli che detengono la maggiore quantità di Btp e hanno un Cet 1 ratio più debole. Ovvero, secondo Morgan Stanley: Banco Bpm, Ubi e Mps, sintetizza Mf.

LE CONCLUSIONI DELLA BANCA D’AFFARI

Le conclusioni per la banca americana? Gli esperti di Morgan Stanley hanno aumentato il costo del rischio dell’1% portandolo dall’11% al 12% e abbassato il prezzo obiettivo delle banche italiane in media del 7% con una certa differenza fra caso e caso.

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