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Banco Bpm

Banco Bpm, tutte le sportellate sindacali

Che cosa succede in Banco Bpm tra i sindacati confederali e autonomi.

Continua lo scontro sindacale in Banco Bpm con i confederali da un lato e gli autonomi, Fabi in testa, dall’altro. Le sigle dei bancari la vedono diversamente per quanto riguarda le 800 assunzioni proposte dall’istituto di credito nel Piano industriale 2023-2026 – approvato a dicembre scorso – a fronte delle 1.600 uscite volontarie. Numeri che non suonano affatto bene a First Cisl, Fisac Cgil e Uilca Uil, che il 27 giugno hanno abbandonato il tavolo di trattativa al quale invece sono rimaste Fabi e Unisin.

L’ULTIMO MESSAGGIO DEI CONFEDERALI

In un comunicato stampa congiunto di pochi giorni fa, i tre confederali ricordano: “Ognuno ha il proprio ruolo: l’azienda fa la sua parte e i rappresentanti dei lavoratori cercano di ottenere il massimo per i colleghi. Normalmente una trattativa parte da posizioni più o meno distanti e si conclude quando le rispettive valutazioni portano ad un punto di incontro. Di fronte a 1.630 uscite, numero che rappresenta la riduzione degli organici prevista dal Piano Industriale, la banca ha proposto 815 assunzioni, quindi un rapporto del 50%, che per le sigle confederali non era sufficiente. Non vogliamo ripetere quanto già scritto in altri volantini, inclusi quelli firmati da tutte le sigle, dove si evidenziava che la trattativa stava progredendo e che il tavolo, all’epoca unitario, aveva modificato la propria posizione richiedendo un tasso di sostituzione di 1 a 1 per chi usciva, solo in rete, con la pensione ‘anticipata’”.

Ed ecco la critica agli autonomi: “Una trattativa appunto, dove questi sindacati si sono mossi dalla posizione iniziale di un tasso di sostituzione 1-1 su tutta la platea delle uscite e hanno semplicemente preteso di non dover accettare supinamente quanto offerto con candida grazia dall’azienda. Stiamo pretendendo che anche l’azienda faccia una trattativa perché siamo sindacalisti, non notai”.

First Cisl, Fisac Cgil e Uilca Uil chiariscono di non essere interessati a “diatribe inutili”: “Vogliamo solo evidenziare le necessità dei colleghi e ribadire che il sindacato non può limitarsi a sottoscrivere quanto deciso dall’azienda, concedendo solo qualche briciola in cambio, specialmente a fronte di utili stratosferici che sembrano destinati solo agli azionisti e ai manager apicali”.

L’INTERVENTO DI BANCO PAZZ (VICINO AGLI AUTONOMI)

Su X fa da contraltare il profilo Banco Pazz, nuovo account che pare vicino agli autonomi, che alza il tiro sulla vicenda. “Sulla rottura del tavolo sindacale in @BancoBpmSpa, ritenuta da molti addetti ai lavori quantomeno anacronistica se non addirittura antistorica, si interrogano non solo i dipendenti, ma anche i membri del consiglio di amministrazione di Piazza Meda, presieduto da Massimo Tononi: del resto, questo il ragionamento, non c’erano differenze rispetto alla tendenza del settore. Perché, insomma, le carte bollate per una denuncia, deboluccia, relativa a un presunto comportamento antisindacale della banca? Chi muove i fili?”, scrivono. Ed ecco che qualche nome esce fuori: “La linea d’azione dei sindacati aziendali di Banco Bpm, quelli che formalmente hanno filmato l’esposto in tribunale, è comunque avallata dai segretari generali di @FirstCisl, @Fisac Cgil e @UilcaNetwork, pur con notevoli distinguo fra di loro”.

LA REVISIONE DEL BUDGET E I TIMORI DEI CONFEDERALI

Ma ad aumentare le preoccupazioni dei confederali in casa Bpm c’è anche altro. La banca, scrivono in una recente nota unitaria, “continua a vessare con pressioni commerciali sempre più inaudite una rete che, a causa della carenza di personale, si trova in seria difficoltà a tenere aperte le filiali, una situazione aggravata dal periodo estivo e dalle conseguenti ferie. Si dice che l’appetito vien mangiando, e quello dei nostri manager non smentisce il detto: non conosce confini”. Secondo le tre sigle sindacali, infatti, “invece di concedere un minimo di tregua a dipendenti ormai sfiancati da anni di pressioni continue, accontentandosi di risultati mai così rosei per il nostro gruppo, continuano a pressare i pochi rimasti a presidio delle filiali, sulle cui spalle ricade di tutto. Da voci di corridoio, sembra che sia stata approvata una revisione del budget, che verrà comunicata a settembre dopo aver verificato i numeri di agosto. Ci stupiranno rivedendo al ribasso gli obiettivi o continueranno aumentando ancora di più l’asfissiante pressione commerciale sulla rete?” si domandano i confederali.

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