Nuovo piano strategico per Banco Bpm che tra il 2023 e il 2026 punta a un utile di circa 6 miliardi. Buone notizie per gli azionisti cui dovrebbero andare 4 miliardi, ovvero – come segnala lo stesso istituto di credito – una distribuzione pari a cinque volte quella degli ultimi quattro anni e superiore al 50% dell’attuale. In dettaglio, il prossimo anno i soci si vedranno recapitare circa 1,3 miliardi di euro mentre per gli anni successivi le modalità di remunerazione tra cedole e buyback saranno via via definite. Fine anno ottima, dunque, per gli azionisti di Banco Bpm tra cui spiccano il gruppo francese Crédit Agricole (9,18%), Capital Research and Management Company (4,99%), la banca centrale norvegese Norges Bank (3,05%) e la Fondazione Enasarco (3,01%).
I NUMERI DEL PIANO STRATEGICO DI BANCO BPM
La nota diffusa dalla banca evidenzia che il piano strategico 2023-2026 (chiamato “A solid success story”) si basa “su sette pilastri a supporto di clientela e territorio, con maggiore ritorno per tutti gli stakeholder e piena integrazione delle ambizioni strategiche di sostenibilità e delle iniziative e target Esg”.
Andando a vedere gli obiettivi, si nota che entro il 2026 i ricavi dovrebbero salire a circa 5,4 e miliardi (dai 5,25 miliardi attesi nel 2023), l’utile netto oltre 1,5 miliardi (da 1,2 miliardi attesi quest’anno) e il risultato della gestione operativa a circa 2,75 miliardi. Il cost-income scenderebbe sotto il 50% e il Cet1 ratio si attesterebbe intorno al 14%. E ancora: gli impieghi netti a clientela arriverebbero a circa 102 miliardi, i conti correnti e i depositi a circa 100 miliardi, la raccolta indiretta oltre i 120 miliardi.
Sul fronte dei crediti deteriorati, per quelli lordi si punta a circa il 3% del portafoglio, con un costo del rischio di 45 punti base. Infine, previsto in calo il margine di interesse, da 3,25 miliardi a 3,05 miliardi, e in salita i costi operativi, da 2,6 miliardi del 2023 a 2,7 miliardi nel 2026.
LE NOVITÀ SUL FRONTE OCCUPAZIONALE
Annunciata nel piano anche “la prosecuzione del percorso di razionalizzazione della rete distributiva” che prevede la chiusura “di oltre 400 cash desk” e “la riduzione del numero di filiali a circa 1.250 nel 2026” rispetto alle 1.350 attuali. Importante decurtazione sul fronte dei dipendenti: a fronte delle 1.600 uscite preventivate, anche attraverso un piano di incentivazione che verrebbe attivato nel 2024, verrebbero assunti solo 800 giovani “ad alto potenziale”.
Con il Piano 2023-2026, inoltre, si vuole accelerare il processo di innovazione grazie a 600 milioni di investimenti It, oltre il 20% i più rispetto al triennio precedente. Con queste risorse, si legge nella nota, si intende dar vita a “iniziative ad alto valore aggiunto e finalizzate a garantire una piena digitalizzazione dell’offerta ai nostri clienti, un miglioramento della qualità del servizio e un’elevata efficienza operativa promuovendo internamente una cultura di cost-excellence”.
CASTAGNA: PIANO STAND ALONE, PREMIAMO AZIONISTI
Nel comunicato stampa diffuso dalla banca Giuseppe Castagna, amministratore delegato di Banco Bpm, evidenzia come il nuovo piano strategico sia “costruito in una logica stand alone” e “intende definire in maniera chiara strategie, azioni e strumenti che puntano a una crescita reddituale sostenibile, accompagnata dalla creazione di valore per tutti gli stakeholder e da un importante incremento delle politiche di remunerazione in grado di premiare gli azionisti”.
Secondo Castagna “dal prossimo anno, inizieremo a beneficiare dei risultati delle nostre fabbriche prodotto, in particolare quelle appena finalizzate, così da agire positivamente sulla leva dei ricavi e delle commissioni, in un contesto economico che presumibilmente, già a partire dal 2024, potrebbe vedere una riduzione dei tassi di interesse”. Di sicuro il gruppo punta a lavorare “per essere una banca leader, sempre più competitiva, nell’offerta di servizi digitali e omnicanale per i diversi segmenti di clientela, rafforzando la nostra proposta di soluzioni a favore di tutti i clienti, con una particolare attenzione a Pmi e mid cap italiane, vera spina dorsale del nostro sistema produttivo, nei confronti delle quali intendiamo affermarci sempre più come banca di riferimento”.
CASTAGNA: PUNTIAMO A MIGLIORARE PERFORMANCE IN BORSA
Durante la conference call con gli analisti, come riferisce Radiocor, Castagna ha ricordato che le azioni di Banco Bpm hanno registrato la migliore performance del settore in Europa a seguito della fusione tra Bpm e Banco Popolare, ma ha assicurato che “c’è molto spazio per migliorare ulteriormente la performance”.
Nessuna parola dall’ad, invece, in tema di future mosse in ambito M&A: nei mesi scorsi si erano rincorse voci di interessamento da parte di Unicredit e di Credit Agricole, già primo azionista della banca. Inoltre, non è un mistero che Palazzo Chigi punti a creare un terzo forte gruppo nazionale – dopo Intesa Sanpaolo e Unicredit – facendo sposare Montepaschi (di cui si è avviata la privatizzazione, con il Tesoro che di recente è sceso da oltre il 64% dell’azionariato al 39,23%) proprio con Banco Bpm o in seconda battuta con Bper. Al momento tutti escludono un viaggio a Siena ma chissà che – complice anche il piano di risanamento avviato dal ceo Luigi Lovaglio – il futuro non riservi sorprese nuziali.