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Stablecoin: ecco come UniCredit, Banca Sella, Ing e non solo sfideranno gli Usa

Un consorzio di nove banche europee - tra cui UniCredit, Banca Sella e Ing - ha creato una nuova società per lanciare una stablecoin denominata in euro. Nelle intenzioni, la moneta permetterà di migliorare l'autonomia dell'Ue nei sistemi di pagamento, dominati dagli Usa. Tutti i dettagli.

Un consorzio di nove banche europee, tra cui UniCredit e Ing, ha annunciato oggi la creazione di una nuova società dedicata al lancio di una stablecoin denominata in euro. Le stablecoin sono delle monete digitali che si differenziano dalle criptovalute “tradizionali” perché hanno un valore stabile, solitamente agganciato a quello del dollaro statunitense con un rapporto 1:1.

LA REGOLAZIONE EUROPEA E IL PENSIERO DELLA BCE

“Questo strumento di pagamento digitale, che sfrutta la tecnologia blockchain”, si legge nel comunicato del consorzio, “mira a diventare uno standard europeo di pagamento affidabile nell’ecosistema digitale”. La stablecoin lanciata dalle nove banche, infatti, sarà basata sull’euro e conforme alla normativa comunitaria MiCar (abbreviazione di Market in Crypto Asset Regulation), che di fatto proibisce le “monete stabili” non basate sull’euro ed emesse da soggetti privati.

La Banca centrale europea è piuttosto scettica – se non ostile – alle stablecoin. La presidente Christine Lagarde, infatti, ha dichiarato che questi token comportano dei rischi per la politica monetaria e la stabilità finanziaria dell’Unione, invitando a sostenere piuttosto il lancio dell’euro digitale, ovvero una valuta digitale della banca centrale.

LE NOVE BANCHE CHE SI ALLEANO PER LA STABLECOIN EUROPEA

La società ha sede nei Paesi Bassi, punta a ottenere la licenza di istituto di moneta elettronica e sarà supervisionata dalla Banca centrale olandese. L’amministratore delegato verrà nominato prossimamente.

Il gruppo di banche fondatrici è composto dalle italiane UniCredit e Banca Sella, dall’olandese Ing, dalla danese Danske Bank, dalla tedesca DekaBank, dalla svedese Seb, dalla spagnola CaixaBank e dall’austriaca Raiffeisen.

A COSA SERVIRÀ

Quanto alla stablecoin, che dovrebbe essere emessa nella seconda metà del 2026, permetterà un accesso continuativo e a basso costo ai pagamenti internazionali, permettendo anche pagamenti programmabili e garantendo “miglioramenti nella gestione della supply chain e nei regolamenti degli asset digitali, che possono variare dai titoli alle criptovalute”, si legge nella nota.

UN’ALTERNATIVA AGLI STATI UNITI

Nel comunicato le nove banche fondatrici si spingono ad affermare che la loro stablecoin basata sull’euro “fornirà una vera alternativa europea” a un mercato dominato dagli Stati Uniti, “contribuendo all’autonomia strategica dell’Europa nei pagamenti”. La Banca centrale europea è consapevole di non avere abbastanza sovranità sui sistemi di pagamento nell’Unione: ad oggi, infatti, il blocco dipende da Visa e MasterCard, due società – appunto – americane.

Quanto alle stablecoin, l’amministrazione di Donald Trump le considera uno strumento utile a rafforzare il ruolo del dollaro e ad accrescerne l’uso sui mercati internazionali; completamente diversa, come detto, è la visione della Banca centrale europea, che le considera una possibile minaccia all’euro e alla sovranità stessa dell’Unione. Perfino la Cina – dove il controllo politico sul settore finanziario è molto forte – ha intenzione di lanciare le sue prime stablecoin, partendo da Hong Kong, per favorire l’internazionalizzazione dello yuan e il suo utilizzo nei pagamenti transfrontalieri.

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