Lo stock complessivo di crediti deteriorati da gestire in Italia, previsto in crescita del 5% a fine anno a quota 338 miliardi, salirà ulteriormente nel 2021 fino a un totale di 385 miliardi di euro.
E’ lo scenario pessimistico contenuto nell’Osservatorio sugli Npl di Banca Ifis, presentato ieri al convegno ‘Npl Meeting The New Wave’ di Cernobbio (Como).
GLI SCENARI CHE FANNO FESTEGGIARE BANCA IFIS
La banca, attiva nella gestione dei crediti deteriorati prevede un “probabile ulteriore incremento nel 2022”. Un scenario positivo per Banca Ifis, che opera proprio nel settore Npl: il 44% dello stock 2020 di Npe in Italia è gestito da 6 servicer, tra cui la stessa Banca Ifis, che quindi sguazza alla grande con la crescita degli Npl.
NUMERI DI SISTEMA
Dal 2013 al 2019 il settore del ‘servicing’ ha conseguito tassi medi di crescita annua a doppia cifra, oltre il 10%, in termini di ricavi, masse gestite e investimenti.
I TASSI DI DETERIORAMENTO
Secondo la banca veneta, il tasso di deterioramento salirà in Italia dall’1,3% del 2020 al 2,8% del 2021 “per effetto della contrazione economica” dell’anno in corso.
I RAPPORTI
In questo modo il rapporto tra Npe (l’insieme dei crediti deteriorati, che comprende sofferenze, incagli e scaduti) e il totale dei crediti erogati salirà dal 6,2% del 2020 al 7,3% del 2021. In particolare, ricorda Banca Ifis, “il 2020 registra, grazie alle dismissioni di portafogli Npl, un indice in miglioramento rispetto al passato”.
LE PAROLE DI COLOMBINI
“Come per gli altri mercati anche quello dei crediti non performanti entrerà in un nuovo ciclo economico che vedrà una crescita delle esposizioni deteriorate nei bilanci delle banche”. Questa la previsione di Luciano Colombini, amministratore delegato di Banca Ifis. Nel corso del suo intervento a “The New Wave” – nona edizione dell’NPL Meeting di Banca Ifis, l’evento italiano di riferimento per il mercato dei non performing loans e il bank restructuring svoltosi a Villa Erba a Cernobbio (Como) – Colombini ha sottolineato come il sistema finanziario sia tuttavia ben posizionato rispetto alla precedente crisi “perché le banche hanno implementato sistemi di rilevazione/monitoraggio e modalità attive di gestione dei crediti Npe nei diversi stadi di deterioramento. Gli operatori Npl – ha spiegato – sono infatti una vera e propria industria con circa 8mila addetti e 230 miliardi di euro di Npe in gestione, capaci di intervenire nelle varie fasi del processo del credito per contenerne il deterioramento e massimizzare i recuperi degli Npl”. Uno scenario di fronte al quale l’ad di Banca Ifis si mostra ottimista. “Per i mesi a venire – ha affermato – vogliamo guardare con fiducia ai segnali di ripresa in grado di azionare nuovi circoli virtuosi per la nostra economia. Non bisogna scappare dal mercato ma adattare le stime di prezzo alla nuova situazione”.
LA PROPRIETA’ DI BANCA IFIS
Con l’avvenuto rilascio dell’autorizzazione da parte della Bce, il presidente de La Scogliera, controllante di Banca Ifis, Sebastien Egon von Fürstenberg, lo scorso maggio ha trasferito al figlio Ernesto Fürstenberg Fassio la nuda proprietà di circa il 51% del capitale sociale della società e dei diritti di voto connessi. Lo rende noto un comunicato de La Scogliera, nel quale si specifica che Ernesto Fürstenberg Fassio è il nuovo socio di controllo indiretto di Banca Ifis. Il presidente Sebastien Egon von Furstenberg è titolare di azioni ordinarie della holding, rappresentative del 22,65% del capitale sociale, in piena proprietà.