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Banca d’Italia, ecco il parere della Bce sulle riserve auree

Che cosa dice il parere legale della Banca centrale europea su alcune proposte di legge presentate in Parlamento sulla Banca d'Italia

 

La proposta di legge firmata da Giorgia Meloni (Fdi) sulla nazionalizzazione della Banca d’Italia e delle riserve auree allo Stato minaccia l’indipendenza della banca centrale, con il rischio di interferenze, e per quanto riguarda l’oro aggirerebbe il divieto di finanziamento monetario.

È quanto si legge in un parere legale della Banca centrale europea, consultata dal presidente della Camera con una lettera del 2 maggio.

Secondo il parere della Bce, inoltre, il trasferimento delle quote al valore nominale di mille lire (come proposto dal ddl) «potrebbe avere un impatto negativo sulla capitalizzazione del settore bancario, aspetto che, in via di principio, merita una certa attenzione».

La proposta di legge, scrive la Bce, abrogherebbe l’articolo «che impedisce all’assemblea dei partecipanti e al Consiglio superiore di Bankitalia di «interferire con l’esercizio delle funzioni relative al sistema europeo di banche centrali».

La Bce «ritiene importante che l’articolo sia eliminato. Lo stesso ddl, spiega la Bce, «abrogherebbe altresì una disposizione in forza della quale il Ministro dell’Economia non ha il potere di sospendere e annullare le deliberazioni del Consiglio Superiore ove il Ministro le ritenga contrarie alle leggi, ai regolamenti e agli statuti».

La Bce chiede quindi che «siano forniti chiarimenti». Ancora, il parere di Francoforte ricorda che il ddl viola il decreto-legge 133/2013 ai sensi del quale la Banca d’Italia è indipendente nella gestione delle sue finanze. Critico anche il nodo dell’impatto sul sistema bancario.

L’Istituto centrale con sede a Francoforte si è espresso anche sul progetto del presidente della Commissione Bilancio della Camera Claudio Borghi (Lega) sulla statalizzazione della proprietà delle riserve auree.

“La Lega incassa una sostanziale approvazione da parte della Bce sulle riserve d’oro della Banca d’Italia”, ha commentato Mf/Milano Finanza.

La Bce in un passaggio ricorda che il progetto di legge contiene la previsione di una detenzione delle riserve «ad esclusivo titolo di deposito». Insomma, andrebbe abolito il termine «esclusivo», modifica di non poco conto nella sostanza. Ma Borghi ha commentato: «Proposta solo una minima modifica del testo. Vittoria».

E su Facebook il leghista Borghi ha aggiunto: “Grande vittoria! Il parere della BCE sulla nostra proposta di legge sulla proprietà delle riserve auree non ha potuto che confermare il nostro diritto di ribadire che la proprietà dell’oro è dello Stato. (Avesse detto diversamente avrebbero dovuto spiegarlo a Bundesbank e Banque de France). Ci hanno chiesto solo una minima modifica che valuteremo, ovvero togliere la parola “esclusivo” che in ogni caso non inficia il risultato, ovvero affermare la proprietà statale. Avanti con la messa in sicurezza dei nostri beni!”.

Inoltre, scrive la Bce, «un trasferimento delle riserve in valuta estera (comprese le riserve auree) dallo stato patrimoniale della Banca d’Italia allo Stato eluderebbe il divieto di finanziamento monetario ai sensi dell’articolo 123 del Trattato, che vieta alla banca centrale difinanziare il settore pubblico e contrasterebbe altresì con il principio di indipendenza finanziaria ai sensi dell’articolo 130 del Trattato».

 

ECCO IL PARERE COMPLETO DELLA BCE

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