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Cosa farà la Fed dopo l’aumento dei prezzi al consumo negli Stati Uniti?

Fatti e conseguenze dell'aumento dell'indice dei prezzi al consumo (CPI) negli Stati Uniti. L'analisi di Tiffany Wilding, Managing Director e Economist di PIMCO.

Il rapporto sull’inflazione CPI di gennaio è stato più solido del previsto: il CPI core, che esclude le categorie volatili come alimentare ed energia, è aumentato dello 0,39% mese su mese (m/m). Nel complesso, i dettagli del rapporto dipingono un quadro di inflazione statunitense relativamente stabile.

Cosa è successo?

Sebbene i prezzi delle auto usate abbiano subito un forte calo, come previsto, questa è stata l’unica categoria che ha mostrato una significativa debolezza dei prezzi. I beni al dettaglio, escluse le automobili, si sono stabilizzati grazie alla ripresa dei prezzi dopo il periodo di sconti delle festività; l’inflazione dei servizi di base ha riaccelerato, sostenuta sia dalle categorie dei servizi di viaggio, più volatili, sia da aumenti dei prezzi più consistenti nelle categorie dei servizi ricreativi e personali, sensibili ai salari, nonché da un importante balzo dell’Owners’ Equivalent Rent (OER), un indicatore dei prezzi dei beni rifugio.

Cosa significa?

I dati economici più ampi suggeriscono che, dopo la disinflazione eccezionalmente rapida e indolore del 2023, i progressi dell’inflazione nel 2024 saranno probabilmente più lenti e sfumati. Nel complesso, i dati odierni sono coerenti con questa prospettiva. In assenza di un raffreddamento più significativo della crescita del PIL reale e di un ulteriore allentamento del mercato del lavoro, l’inflazione di fondo dell’CPI sembra destinata a rimanere al di sopra del 3% quest’anno, complicando le prospettive della politica monetaria. Anche se molto può accadere da qui alla metà dell’anno, quando i funzionari della Federal Reserve prevedono di iniziare l’allentamento, il perdurare di notizie come questa rischia di ritardare l’inizio della riduzione dei tassi.

Quale sarà il prossimo passo?

Questo rapporto ribadisce la nostra opinione che la Federal Reserve non taglierà i tassi prima della metà dell’anno (o più tardi). Mentre gran parte dell’aumento imprevisto dell’CPI si è concentrato in quello che sembra un importante balzo dell’OER, che a nostro avviso probabilmente rientrerà, i dettagli sono coerenti con il problema dell’ultimo miglio della Federal Reserve statunitense. Negli ultimi mesi abbiamo assistito a una riaccelerazione delle categorie vischiosa dei servizi di base, a trazione interna esclusa la componente abitativa, che sono state al centro dell’attenzione del presidente della Fed Jerome Powell e di altri funzionari della Fed. Riteniamo che il rapporto odierno debba ancora preoccupare i funzionari della Fed.

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