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Perché Assogestioni fa sbroccare Giuliani di Azimut

Che cosa sta succedendo nel risparmio gestito fra Azimut e Assogestioni in vista dell'assemblea del gruppo fondato da Giuliani in programma il 30 aprile per il rinnovo del board. Fatti, nomi e polemiche

Scazzi rutilanti nel risparmio gestito tra il gruppo indipendente Azimut e i fondi (di grandi banche e grandi assicurazioni) riuniti in Assogestioni (associazione ora presieduta da una personalità espressione di Intesa Sanpaolo).

Ecco fatti, nomi, commenti e approfondimenti in vista dell’assemblea del gruppo Azimut in programma il 30 aprile per il rinnovo del consiglio di amministrazione.

TOSTA NOTA DI AZIMUT CONTRO ASSOGESTIONI

Ruvida presa di posizione di Azimut, gruppo attivo nel risparmio gestito, dopo che Assogestioni ha presentato una lista composta da 4 nomi per il rinnovo del consiglio di amministrazione, puntando a diventare maggioranza in assemblea (poiché lo stato di Azimut prevede un solo posto per le minoranze). E per di più candidando un ex pezzo grosso della Guardia di Finanza.

LE CRITICHE DI AZIMUT CONTRO ASSOGESTIONI

Azimut ieri ha sottolineato criticamente la mossa di Assogestioni ricordando che negli ultimi 30 anni Azimut ha generato per i propri clienti un rendimento superiore del 34% (al netto dei costi) rispetto alla media dei concorrenti e che nei circa 20 anni dalla quotazione ha fatto guadagnare ai suoi azionisti 15 volte il capitale investito, il gruppo guidato dall’ad, Pietro Giuliani, ha affermato che non votare la lista per il rinnovo del CdA di Azimut presentata dal Patto di Sindacato di circa 2.000 consulenti, dipendenti e manager che lavorano in Azimut “vuole dire non apprezzare quanto numericamente è stato rappresentato sopra, mortificando gli autori, che con passione e dedizione hanno contributo a realizzarlo”.

LE RUVIDE PAROLE DI GIULIANI

“Non credo che, in generale, ma in particolare in un momento come questo, le società abbiano bisogno di tensioni all’interno dei CdA – afferma Pietro Giuliani, presidente e fondatore di Azimut – La lista presentata da Assogestioni, per quanto riportato da organi di stampa, sembra essere una vendetta causata dall’uscita dall’associazione delle società appartenenti al Gruppo Azimut di alcuni anni fa. Il non rispetto dello Statuto della società, che assegna all’eventuale lista di minoranza un posto di consigliere in seno al CdA, ma la presentazione di una lista di quattro consiglieri che potrebbero essere eletti solo se la lista ottenesse la maggioranza dei voti in Assemblea, avvalora questa tesi”.

AZIMUT CONTRO I GIOCHI DI PALAZZO

“Con l’1,7% del capitale raccolto dai pochi associati resisi disponibili ad una brutta azione come questa, si sta cercando di attuare ciò che, in politica, vengono definiti “giochi di palazzo”, dove si vuole esprimere il 40% del CdA con appena l’1,7% del capitale – ha aggiunto – Confido che il 98,3% del capitale della società che ancora ho l’onore di presiedere, e che tutti coloro che possano influenzare il suo voto, non si distraggano e non sottovalutino l’importanza di dare fiducia, votando la lista del CdA presentata da oltre 2,000 colleghi che lavorano nella società. Questi colleghi che rappresentano circa il 22% del capitale, risulterebbero demotivati e confusi dal vedere prevalere in Assemblea una lista di persone, rappresentanti l’1,7% del capitale, presentata da un’associazione alla quale, anche alla luce di questi comportamenti, abbiamo la fortuna di non appartenere più. Concludo affermando che difficilmente riuscirei a non tenere conto di quello che considererei un gesto di sfiducia da parte della maggioranza degli azionisti”.

LO SCAZZO IN PARTICOLARE SUL NOME DI DELLE FEMMINE?

Lo scazzo nasce, come accennato, dalla scelta dei fondi (emanazione di banche e assicurazioni): per il board di Azimut il comitato dei gestori di Assogestioni ha proposto quattro nomi: Vincenzo Delle Femmine (nella foto), Anna Doro, Cristina Sgubin e Federico Ferro Luzzi. Il capolista è Delle Femmine che ha un curriculum di peso: generale della Guardia di Finanza, attualmente è presidente di Fintecna ed è stato anche vicedirettore dell’Aisi, i Servizi segreti interni. “Giuliani però non contesta i curricula, «non siamo dei banditi e gli sceriffi non ci spaventano anzi ci sentiamo tutelati» dice al Giornale, ma il numero dei candidati è inaccettabile”, ha scritto il quotidiano milanese.

LE TENSIONI DI VECCHIA DATA TRA AZIMUT E ASSOGESTIONI

“Poiché lo stato di Azimut prevede un solo posto per le minoranze, l’obiettivo di Assogestioni è di diventare maggioranza in assemblea – ha rimarcato Camilla Conti del quotidiano Il Giornale – Come avvenne tre anni fa per l’elezione del collegio sindacale quando l’elenco dei fondi prese più del 50% dei voti. I rapporti tra Azimut e l’associazione sono stati complicati: nel 2022, infatti, il gruppo fondato da Pietro Giuliani era uscito da Assogestioni (e qualche mese dopo anche da Assoreti) con queste motivazioni: «Ci siamo sentiti fino a oggi come un adolescente che veniva valutato per lo sviluppo del suo avambraccio oppure del suo stinco e non per lo sviluppo armonioso del proprio corpo nel suo complesso», aveva detto alludendo allo scarso apprezzamento dsa parte dell’associazione per il forte ampliamento del raggio d’azione di Azimut anche in senso geografico”.

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