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Assicurazioni Generali, Unipol e non solo penalizzate in Europa sui bond. Parola di Panetta (Ivass)

Che cosa ha il presidente dell'Istituto di vigilanza sulle compagnie assicurative, Fabio Panetta

L’Ivass chiede una revisione delle norme prudenziali previste da Solvency II a livello europeo visto che nell’attuale regime “le compagnie italiane non possono mitigare le variazioni significative negli spread sui titoli in portafoglio”.

E’ quanto chiede il presidente dell’Istituto di vigilanza sulle compagnie, Fabio Panetta, secondo cui si tratta di un tema “cruciale” e che con la volatilità degli ultimi due anni ne hanno beneficiato sopratutto le compagnie di quei paesi europei che “meno risentono delle fluttuazioni dei corsi vista la loro composizione degli investimenti”, ha detto Panetta nel corso della relazione annuale dell’Authority che vigila sul comparto assicurativo.

D’accordo l’ad di Unipol Carlo Cimbri secondo cui “si tratta dell’interesse del paese ma è una decisione politica perché le assicurazioni possono adeguarsi ma hanno in portafoglio 300 miliardi di titoli di stato italiani, ovvero il 15% del debito. Una parte importante”. Per Cimbri occorre andare verso un sistema meno rigido di regole Ue sul tema che tengano anche conto delle particolarità italiane e garantire una maggiore protezione contro le oscillazioni dei valori dei titoli.

“Riteniamo necessario rafforzare trasparenza e chiarezza dei contratti sulle prestazioni sanitarie, da chiunque offerti. Si tratta di un tema delicato con importanti implicazioni, anche sociali”. Ha preso spunto dalla relazione annuale del 2018 il presidente dell’Ivass, Fabio Panetta, per concentrarsi sul tema delle polizze salute che integrano le prestazioni pubbliche, in una fase in cui i cittadini devono fare i conti con i tagli alla sanità che li spingono a pagare di tasca propria le prestazioni anche per non incorrere nelle lunghe liste d’attesa. La necessità, quindi, di costruire un secondo pilastro dovrebbe far diffondere comportamenti più corretti da parte della compagnie.

“Le compagnie assicurative sono chiamate, è nel loro interesse, a profondere il massimo impegno per evitare incertezze o dirimere eventuali situazioni di controversia legate a disservizi”, ha avvertito Panetta. Sono arrivate molte comunicazioni di lamentela all’Ivass da parte dei consumatori. “Nel 2018 abbiamo ricevuto molti reclami e segnalazioni, anche di associazioni dei consumatori e di professionisti del settore medico, per disservizi nelle prestazioni di sanità integrativa: ritardi nella presa in carico delle richieste, informazione carente, eccessiva onerosità delle procedure amministrative da seguire e della documentazione medica da fornire”, ha rivelato Panetta spiegando che tali proteste riguardano “compagnie di assicurazione, ma spesso anche soggetti non vigilati dall’Ivass, come i fondi sanitari integrativi e le società di mutuo soccorso o anche i fornitori di servizi sanitari”.

Il problema è anche che la sanità complementare è in mano in Italia a soggetti diversi. “Emerge chiaramente dalla nostra attività che i consumatori spesso non hanno piena consapevolezza delle differenze tra le varie forme di sanità integrativa in termini di regole di funzionamento, presidi di solidità tecnico-patrimoniale e regime dei controlli cui sono sottoposti i diversi operatori”, ha sottolineato il presidente dell’Ivass.

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