Mediobanca (sotto Ops da parte di Mps) punta su Banca Generali ed è disposta così a mollare la partecipazione in Assicurazioni Generali di cui al momento è primo azionista.
Una mossa sorprendente a distanza di pochi giorni dall’assemblea del colosso assicurativo che ha decretato la vittoria della lista presentata da Mediobanca con la conferma ai vertici del Leone di Trieste sia del presidente Andrea Sironi sia dell’amministratore delegato Philippe Donnet.
Ecco tutti i dettagli dell’offerta di Mediobanca su Banca Generali: una risposta indiretta all’Ops di Mps, che Mediobanca cerca di contrastare con questa offerta su Banca Generali.
L’OPS DI MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI
Mediobanca ha annunciato di aver lanciato un’offerta pubblica di scambio per l’acquisizione di Banca Generali, banca privata controllata da Assicurazioni Generali, per 6,3 miliardi di euro. Mediobanca ha dichiarato che finanzierà la fusione vendendo azioni di Assicurazioni Generali per un valore equivalente. L’offerta su Banca Generali è stata approvata ieri dal cda di Mediobanca.
I FINI DELL’OPS DI MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI
L’offerta di scambio si traduce in un prezzo di 54,17 euro per azione, con un premio dell’11% rispetto all’ultima chiusura di Banca Generali. L’operazione mira a integrare Banca Generali nella divisione Wealth Management del Gruppo Mediobanca, scrive l’istituto di Piazzetta Cuccia nel comunicato.
LE ASTENSIONI IN CDA
Il via libera all’offerta di Mediobanca su Banca Generali da parte del cda di Piazzetta Cuccia è avvenuto con l’astensione dei due consiglieri espressione della lista Delfin (la holding della famiglia Del Vecchio). Ad astenersi, infatti, sono stati Sandro Panizza e Sabrina Pucci.
SE E QUANDO CI SARA’ L’OK DELL’ASSEMBLEA E IL NODO PASSIVITY RULE
L’offerta è condizionata, tra l’altro, all’approvazione dell’assemblea ordinaria di Mediobanca, convocata per il prossimo 16 giugno, ex articolo 104 del Tuf (il quale prevede che, in caso di offerte, “le società italiane quotate i cui titoli sono oggetto dell’offerta si astengono dal compiere atti od operazioni che possono contrastare il conseguimento degli obiettivi dell’offerta”). Questo perché l’istituto con sede in Piazzetta Cuccia e’ sotto “passivity rule” in virtù del lancio dell’offerta di Mps sulla stessa Mediobanca.
LA SOGLIA DA SUPERARE
Tra le condizioni, la soglia e’ fissata all’ottenimento di un minimo di accettazione del 50% piu’ un’azione, l’ottenimento delle relative autorizzazioni regolamentari, il perfezionamento degli accordi di collaborazione con Generali e Banca Generali e l’assunzione da parte di Generali di un impegno sulle azioni proprie ricevute in corrispettivo di lock-up per dodici mesi a partire dal perfezionamento dell’offerta, con riguardo a operazioni di offerta e collocamento presso il pubblico indistinto (incluse operazioni di accelerated book building).
AVANTI TUTTA CON IL WEALTH MANAGEMENT
L’operazione, spiega l’istituto guidato dall’ad, Alberto Nagel, nella nota che annuncia l’offerta, andrà a imprimere «una forte accelerazione all’esecuzione del piano» da poco lanciato trasformando il gruppo in un leader nel Wealth Management per attivi in gestione (210 miliardi TFA), ricavi (2 miliardi) e con una capacità di capacità di crescita di oltre 15 miliardi NNM annui.
COME SARA’ BANCA GENERALI CON MEDIOBANCA
Sempre secondo quanto annunciato da Mediobanca, la combinazione creerà un «leader nel mercato Europeo, distintivo per posizionamento, brand, qualità del capitale umano». Le sinergie previste sono stimate attorno ai 300 milioni di cui un 50% derivante dai costi e un 28% dai ricavi e un 22% dal funding.
I NUMERI DELL’OPS
Per gli azionisti è prevista «una significativa creazione di valore» con un Rote dal 14 ad oltre il 20% e un utile netto consolidato a 1,5 miliardi, in aumento del 15%. Confermata la distribuzione cumulata di 4 miliardi del piano 23-26, coerente con uno yield cumulato del 22% nei prossimi 18 mesi.
MEDIOBANCA USCIRA’ DA ASSICURAZIONI GENERALI
In questo quadro di fatto si assisterà, come sottolineato dalla banca stessa, a un’evoluazione «del rapporto tra Mediobanca e Generali che da finanziario si trasformerà in una forte partnership industriale», visto che Mediobanca appunto non sarà più azionista del Leone di Trieste
CHE COSA DICE MEDIOBANCA
Piazzetta Cuccia «si prefigge infatti di rinnovare il rapporto di collaborazione esistente tra Generali e Banca Generali nella bancassicurazione e nell’asset management, estendendolo al nuovo perimetro di MBWM. Il Gruppo Generali verrà quindi a beneficiare di accordi industriali con il Gruppo Mediobanca che, per posizionamento e brand, avrà una capacità di crescita superiore sia a Banca Generali che al resto del mercato».
CORSI E RICORSI STORICI
Mediobanca aveva già studiato l’acquisto di Banca Generali nel 2020 ma era stata bocciata dagli azionisti rilevanti della banca, sottolinea il Corriere della sera: “Al’epoca si trattava di un’operazione di «m&a» che prevedeva peraltro che Piazzetta Cuccia passasse attraverso un aumento di capitale, cosa meno gradita dagli azionisti. Questa volta il ceo, Alberto Nagel, ha pensato un’operazione pubblica sulle azioni di Banca Generali”.
I COMMENTI
“Ops di Mediobanca su Banca Generali unica mossa possibile per contrastare l’Ops di Mps”, ha commentato su X il cronista esperto di finanza Carlo Festa del Sole 24 ore. “Mediobanca è in passivity rule da quando il Monte ha lanciato la sua Ops. Vale a dire che Piazzetta Cuccia non può modificare il suo perimetro patrimoniale. Tuttavia le è consentito di lanciare una Ops sulla quota Generali perché i valori sono analoghi e non modifica quindi il patrimonio”, ha scritto Daniela Polizzi del Corriere della sera.
LA PAROLA AGLI ANALISTI
L’operazione consentirebbe di trasformare Mediobanca, secondo gli analisti di Banca Akros, «nel secondo operatore in Italia» con attivi in gestione per 210 miliardi, ricavi per 2 miliardi e con una capacità di capacità di crescita di oltre 15 miliardi annui. Le sinergie previste sono stimate attorno ai 300 milioni, di cui un 50% derivante dai costi e un 28% dai ricavi e un 22% dal funding. Se l’operazione andrà a buon fine, gli utili della banca guidata da Nagel verranno per il 50% dal wealth management. Oggi invece il 30% dei profitti arrivano da una partecipazione, vale a dire dal 13,1% posseduto in Generali. Cosa che aveva fatto sollevare numerose critiche verso Mediobanca da parte dei soci rilevanti dell’istituto: Delfin in primis che possiede il 19,8% di Mediobanca e di Caltagirone (7%).