skip to Main Content

Banca Generali

Assicurazioni Generali, che cosa succede tra Caltagirone, Del Vecchio e Donnet

Come si è mosso e come si muoverà Caltagirone in Assicurazioni Generali. Fatti, acquisti, rumors e scenari

Sono stati molti soddisfatti del nuovo piano strategico di Assicurazioni Generali, evidentemente, Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio.

I due imprenditori hanno infatti deciso di incrementare le loro quote in Generali, visto che sono tornati a fare shopping sul titolo del Leone di Trieste dopo la presentazione del nuovo piano strategico triennale 2019-2021 da parte dell’amministratore delegato del gruppo assicurativo, Philippe Donnet.

GENERALI, ECCO GLI ULTIMI ACQUISTI DI CALTAGIRONE

Caltagirone, con la holding Fincal, ha infatti comprato 500 mila azioni per un controvalore complessivo di 7,12 milioni di euro, arrotondando la sua quota del 4,536% al 4,568%.

COME SI E’ MOSSO DEL VECCHIO SU ASSICURAZIONI GENERALI

Il patron di Luxottica, Del Vecchio, attraverso Delfin ha investito 7,57 milioni di euro per acquistare 520 mila azioni, facendo salire la sua partecipazione di uno 0,033%, in area 3,54%.

IL TOTALE DEI SOCI ITALIANI

Con questi acquisti il peso dei soci italiani nel capitale (quindi considerano anche la quota del primo socio Mediobanca) è salito al 24,549%.

TUTTI SUPERATI I DUBBI DI CALTAGIRONE DUNQUE?

Dunque i dubbi, i rilievi e le perplessità che avrebbero avuto i due imprenditori sulla strategia di Donnet – a leggere i quotidiani di settimane fa non smentiti dai due imprenditori e dunque confermando indirettamente i rumors – sono svaniti del tutto.

IL PIANO DI DONNET

Evidentemente, o i timori non avevano ragion d’essere per le linee programmatiche che erano in cantiere oppure davvero Donnet ha modificato qualcosa in corso d’opera. Chissà, di sicuro la politica dei dividendi prefigurata dal numero uno di Generali ha soddisfatto Caltagirone e Del Vecchio.

LA POLITICA DEI DIVIDENDI ANNUNCIATA DA ASSICURAZIONI GENERALI

Da qui al 2021, Assicurazioni Generali prevede, grazie alla gestione operativa e alle cessioni, di ritrovarsi una decina di miliardi in cassa, la metà dei quali andrà a ricompensare i soci in forma di dividendo, ha notato Carlotta Scozzari di Business Insider Italia: “A cominciare, quindi, dal primo azionista storico, Mediobanca, con il suo 13%, per proseguire con il gruppo Caltagirone, salito al 4,54% a forza di ripetuti acquisti intensificatisi negli ultimi mesi, e con i gruppi Leonardo Del Vecchio (tramite Delfin sarl) e Benetton (attraverso Edizione srl)”.

CHE COSA HA DETTO DONNET DI GENERALI SUI DIVIDENDI

“Vogliamo far crescere il dividendo, 4,5-5 miliardi saranno utilizzati per distribuire dividendo agli azionisti”, ha infatti affermato il 21 novembre il Ceo di Generali, Philippe Donnet nel presentare il piano 2019-2021. Si tratta di una quota del “cash totale del piano, pari a 10 miliardi che vengono dalla nostra generazione operativa di cassa e da dismissioni di attività”. Il resto del totale verrà usato per 1,5-2 miliardi per ridurre il debito e per altri 3-4 miliardi per la crescita, ha aggiunto Donnet.

I CALCOLI SUI DIVIDENDI DEL TRIENNIO

Cinque miliardi di dividendi nel triennio equivalgono, secondo le stime delle Generali, a un payout ratio, vale a dire la percentuale di utili distribuita appunto ai soci come dividendo, compreso tra il 55 e il 65 per cento.

QUANTO INCASSERANNO CALTAGIRONE E DEL VECCHIO

Ciò si tradurrebbe in cedole da 650 milioni nel triennio per Mediobanca, mentre a Caltagirone, Del Vecchio e alla famiglia Benetton andrebbero rispettivamente circa 230, 175 e 150 milioni. “Cifre importanti, insomma, che potrebbero giustificare ulteriori arrotondamenti delle partecipazioni, cosa che naturalmente renderebbe le cedole stesse ancora più consistenti”, ha chiosato Business Insider.

CALTAGIRONE E LA PARTITA DELLA PRESIDENZA DEI GENERALI

I bisbiglii di Caltagirone su Generali sono svaniti, dunque. O si riaffacceranno in vista della nomina del presidente di Generali la prossima primavera? Una partita in cui, direttamente o indirettamente – si dice in ambienti milanesi della finanza – l’imprenditore romano vorrà contare.

Back To Top