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Assicurazioni Generali, che cosa è successo tra Mediobanca, Caltagirone, Unicredit e non solo

Tutti i dettagli sull'esito dell'assemblea dei soci di Assicurazioni Generali. Il successo di Mediobanca. Le vere mire di Caltagirone. La posizione a sorpresa di Unicredit. E non solo. Fatti, numeri, approfondimenti e scenari

Vertici di Generali confermati grazie al successo del primo azionista Mediobanca nell’assemblea dei soci del gruppo assicurativo, ma Caltagirone piazza tre consiglieri nel board di Generali per contestare l’azione di Piazzetta Cuccia e del riconfermato capo azienda Philippe Donnet. Obiettivo di Caltagirone? Mettere i bastoni tra le ruote al progetto di joint venture di Generali con la francese Natixis, magari grazie a una mano anche del governo tramite il golden power (usato dall’esecutivo per azzoppare l’Ops di Unicredit su Banco Bpm). Nel frattempo la cordata caltagironiana, con l’Ops di Mps su Mediobanca, mira a scalzare i vertici di Mediobanca per puntare successivamente al ribaltone in Generali.

Ecco fatti, numeri, approfondimenti e scenari.

L’ESITO DELL’ASSEMBLEA DI ASSICURAZIONI GENERALI

Mediobanca ha vinto la sfida con Caltagirone per il board di Generali, mentre Assogestioni non ha ottenuto nemmeno un consigliere. È quanto emerge dall’assemblea dei soci del Leone che si è svolta a Trieste che ha confermato quindi il presidente Andrea Sironi e l’amministratore delegato Philippe Donnet per un altro triennio al vertice della compagnia assicurativa.

I RISULTATI DELL’ASSEMBLEA DEI SOCI DI GENERALI

I soci di Generali hanno votato sostenendo la lista di Mediobanca con il 52,383% del capitale presente in assemblea a favore. Dieci consiglieri verranno quindi assegnati alla sua lista e tre a quella di Caltagirone, a cui è andato il 36,8% del capitale presente. Per Assogestioni solo il 3,67% dei voti, sotto la soglia del quorum del 5%: un flop. Gli astenuti sono stati il 7,068%. Il capitale complessivamente presente alla votazione era il 68,77% del capitale sociale. Fondamentale l’appoggio degli investitori istituzionali, del mercato retail e dei piccoli azionisti alla lista Mediobanca, che ha confermato la centralità del gruppo milanese, azionista di riferimento con il 13,04% delle quote.

ECCO IL NUOVO CDA DI ASSICURAZIONI GENERALI

La partecipazione all’assemblea ha raggiunto il 68,77% del capitale sociale. Dieci seggi vanno così alla lista sostenuta da Mediobanca, che si conferma dominus del colosso assicurativo. In consiglio entrano, oltre a Donnet ed Andrea Sironi, anche Clemente Rebecchini, Luisa Torchia, Lorenzo Pellicioli, Clara Hedwig Frances Furse, Antonella Mei-Pochtler, Patricia Estany Puig, Umberto Malesci e Alessia Falsarone. Alla lista Caltagirone spettano tre consiglieri: Flavio Cattaneo, Marina Brogi e Fabrizio Palermo. Nessun eletto per Assogestioni, che con il 3,67% non ha superato il quorum.

IL RISULTATO E I VERI OBIETTIVI DI CALTAGIRONE

Secondo una prima lettura dell’esito del voto, la lista Caltagirone avrebbe potuto contare sul blocco di Delfin, Unicredit (una mossa a sorpresa rispetto alla vigilia, secondo molti addetti ai lavori) e Crt, oltre a qualche sostegno – notano alcuni addetti ai lavori – proveniente dalle Casse previdenziali azioniste di Generali. Ma non è bastato. Edizione della famiglia Benetton (4,83% del capitale) ha scelto di astenersi. Comunque, secondo quanto fatto filtrare nei giorni scorsi ai giornali da ambienti caltagironiani, il vero obiettivo della cordata capeggiata dal costruttore e finanziere non era di ribaltare del tutto il vertice del gruppo triestino – vista anche numero e composizione della lista  – ma formare un nucleo di consiglieri dediti a criticare il progetto di joint venture con la francese Natixis nell’asset management. E nel frattempo spodestare i vertici di Mediobanca, primo azionista di Generali, con l’Ops lanciata da Caltagirone con Mps e Delfin.

LE PROSSIME SFIDE DI CALTAGIRONE A MEDIOBANCA E GENERALI

Insomma, l’esito dell’assemblea rafforza l’asse Donnet-Sironi-Mediobanca, ma non chiude del tutto i giochi sul Leone di Trieste. Il risultato è sotto le aspettative della vigilia per il fronte Caltagirone — si ragionava su almeno cinque-sei seggi — ma non va sottovalutato il peso di un terzo del board in opposizione alla governance”, ha sottolineato l’Adnkronos.

DA DECIFRARE IL VOTO DI UNICREDIT

Alla vigilia dell’assemblea, gli scenari sulla posizione di Unicredit erano essenzialmente tre: astensione, voto alla lista di Assogestioni, appoggio alla lista di Mediobanca. Invece il numero uno di Unicredit, Andrea Orcel, ha sorpreso ancora una volta. Infatti il gruppo, da poco azionista di Generali, nonostante la sberla ricevuta dal governo su Banco Bpm (con un intervento per il golden power criticato aspramente da Orcel) ha votato a favore di Caltagirone, che con l’appoggio dell’esecutivo (il Mef controlla Mps) punta a ribaltare gli equilibri della finanza italiana creando un terzo polo bancario che possa fare da nuovo baricentro del colosso Generali. Resta da vedere ora se questo voto di Unicredit è stato solo contingente oppure legato a una sintonia complessiva con i progetti del costruttore e finanziere romano (peraltro tracce della sintonia si potevano arguire da una inconsueta intervistona rilasciata a fine marzo da Orcel al quotidiano Il Mattino diretto da Roberto Napoletano del gruppo Caltagirone).

LE PAROLE DI DONNET

Comunque al momento i vertici di Generali possono festeggiare, ma fino a quando? “Oggi ha vinto la società. Oggi ha vinto Generali”, ha detto il ceo Donnet nel corso di un punto stampa dopo la assemblea degli azionisti del gruppo: “Il mercato si è espresso molto chiaramente” in assemblea “e direi anche con grande unanimità. Io ho sempre detto che questo non era un referendum per Natixis. Se lo fosse stato, sarebbe stato vinto, ma ho sempre detto che questo era il voto per la scelta di una visione per il futuro di Generali, italiana internazionale indipendente”, ha sottolineato Donnet.

LA COMPOSIZIONE DEL CAPITALE SOCIALE

In apertura di lavori c’erano state sorprese nella composizione del capitale sociale. Unicredit è presente all’assemblea di Generali con una quota complessiva del 6,7%. Il presidente Sironi leggendo la presenza a libro soci delle partecipazioni superiori al 3% ha precisato che la quota di Unicredit è del 6,5% a cui si aggiunge, per tramite di una controllata, un ulteriore 0,19%. Mediobanca è presente con il 13,04%, Del Vecchio con Delfin al 9,93%, Caltagirone al 6,82% e Benetton con Schema Delta al 4,33%.

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