Francesco Gaetano Caltagirone «non è interessato, non è disponibile e non ha mai neppure pensato ad un’eventuale presidenza delle Assicurazioni Generali», ha comunicato sabato scorso il gruppo Caltagirone.
Insomma, per il rinnovo della presidenza di Generali, Caltagirone non si candiderà. La presa di posizione arriva nel giorno in cui il settimanale Milano Finanza accreditava l’ipotesi smentita dall’imprenditore romano.
Caltagirone e Leonardo Del Vecchio hanno raggiunto rispettivamente il 4,83% e il 4,34% del capitale del gruppo assicurativo. Del Vecchio punta al 5% e Caltagirone punterebbe al 7%
Se si considera anche la partecipazione in mano a Edizione Holding dei Benetton (3%), il fronte dei soci privati arriva ad eguagliare Mediobanca, che dunque resta l’azionista singolo più forte della compagnia, con il 13%, e come tale sarà chiamata a comporre la lista dei candidati al consiglio di amministrazione del gruppo assicurativo.
Ma davvero Caltagirone snobba la partita della presidenza delle Generali ed è atarassico rispetto a una sua candidatura a successore di Gabriele Galateri?
C’è chi ne dubita.
Start Magazine da ottobre sottolinea come le mosse di Caltagirone, tra incrementi di azioni e manovre sul piano industriale, sono funzionali anche alla partita in corso per la presidenza del Leone di Trieste.
Ma come e perché si sta discutendo di chi sarà il prossimo presidente del colosso assicurativo?
Lo scorso 12 dicembre il consiglio di amministrazione di Assicurazioni Generali ha votato l’eliminazione dei limiti di età per la carica di presidente e dei consiglieri; limiti fissati in passato rispettivamente a 70 e 75 anni. Una norma che impediva ai soci di proporre nuovamente Gabriele Galateri alla presidenza. Ma che impediva anche la nomina a presidente, ad esempio, di Caltagirone (nato il 2 marzo 1943).
Poi, però c’è stata una novità che – come ha scritto giorni fa il Sole 24 Ore – ha sorpreso molti soci del Leone: “Il 14 dicembre scorso, appena due giorni dopo il consiglio delle Generali, Vivendi ha chiesto la revoca del cda Tim e nel farlo ha presentato una lista di cinque candidati tra i quali figura anche Galateri”.
Risultato: “Sulla carta, l’eliminazione del vincolo dell’età, amplia notevolmente il ventaglio dei potenziali candidati, inclusi lo stesso Caltagirone e Del Vecchio”.
Milano Finanza sabato scorso ha integrato lo scenario con un’ipotesi-indiscrezione. Il settimanale del gruppo Class ha scritto esplicitamente delle mire del costruttore ed editore Caltagirone, azionista di Assicurazioni Generali e vicepresidente del Leone di Trieste, per la presidenza del colosso assicurativo.
“Quasi quasi il Leone di Trieste lo presiedo io”, è stato il titolo emblematico del settimanale del gruppo Class con foto non causale di Caltagirone. Milano Finanza ha sottolineato anche che l’imprenditore ha l’autorevolezza per ricoprire il ruolo, è quello che si pensa a Trieste.
A Trieste, a Roma o a Milano?
Che si dice ad esempio a Piazzetta Cuccia, sede di Mediobanca, che storicamente ha il pallino in mano per le nomine ai vertici di Generali?
Giorni fa il Sole 24 Ore delineava l’ipotesi di un presidente dal profilo internazionale. Uno scenario auspicato da ambienti finanziari milanesi affini all’Istituto di Piazzetta Cuccia.
Quindi Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca, non darà l’appoggio alle eventuali mire di Caltagirone? C’è chi dice che la smentita di Caltagirone sia stata accolta con sollievo in ambienti di Piazzetta Cuccia. Sarà vero?
Alla prossima puntata della saga del Leone di Trieste fra rumors pilotati e smentite tutte da decrittare: i comunicati stampa, a volte, celano – più che svelare – la “verità”.