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Eurovita

Assicurazioni, chi salverà Eurovita?

Che cosa succede alla compagnia assicurativa specializzata nel ramo vita Eurovita. Fatti, numeri e approfondimenti. L'articolo di Emanuela Rossi

 

Chi parteciperà al salvataggio di sistema di Eurovita tra le maggiori compagnie assicurative?

E’ quello che si stanno chiedendo investitori, analisti e addetti ai lavori.

In base al piano allo studio dei maggiori gruppi del settore – scrive oggi il Sole 24 Ore – Eurovita dovrebbe essere riportata in acque sicure tramite una ricapitalizzazione alla quale dovrebbero partecipare, su base volontaria, non soltanto le altre compagnie assicurative, ma anche le banche distributrici dei prodotti Eurovita e, infine, lo stesso azionista Cinven: quest’ultimo potrebbe infatti iniettare ulteriori risorse finanziarie, dopo i 100 milioni di euro già programmati coerentemente con l’obiettivo di aiutare la compagnia e il commissario a trovare una soluzione. “Sul piatto c’è una ricapitalizzazione fino a 400 milioni di euro per ripristinare un corretto livello di Solvency”, aggiunge il quotidiano economico-finanziario: “L’operazione di sistema sarebbe stata giudicata necessaria per evitare conseguenze di sistema sul mondo assicurativo. L’apporto delle compagnie assicurative sarebbe però su base volontaria, in quanto nel settore non esiste un meccanismo di tipo bancario, come il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi”. Ma l’obiettivo di medio termine sarebbe trovare un nuovo azionista stabile di riferimento.

I tempi stringono per Eurovita, la compagnia assicurativa specializzata nel ramo vita che ha bisogno di una ricapitalizzazione per continuare ad operare, come richiesto dall’Ivass guidata da Luigi Federico Signorini: il 31 marzo scade la gestione provvisoria e viene meno anche il divieto di riscattare le polizze Eurovita da parte dei 353mila assicurati.

L’ultima novità è stata l’iniezione di liquidità da parte del fondo azionista Cinven, in conto capitale e a fondo perduto, per 100 milioni di euro. Una cifra che però non basta a risolvere i problemi perché, come riferisce Il Sole 24 Ore, stando agli ultimi calcoli per riportare Eurovita a un livello accettabile di Solvency occorreranno fra i 350 e i 400 milioni. Ma vediamo cosa sta accadendo al gruppo assicurativo.

CHI SI FARA’ CARICO DI SALVARE EUROVITA?

Ma quale sarebbe la prospettiva al momento? Un aumento di capitale realizzato dalla compagnia e magari sottoscritto in base al diverso coinvolgimento nella vicenda e alla diversa stazza dei player assicurativi e bancari (Eurovita aveva 61 accordi di bancassurance) avrebbe l’effetto di tranquillizzare i sottoscrittori delle polizze e le reti di consulenti finanziari coinvolte (tra cui Credem, Banca Widiba, Fideuram ISPB e IW Sim, Fineco Bank), sottolinea il Sole 24 ore: “Si mitigherebbe, in tal modo, anche l’ondata di probabili richieste di rimborso anzitempo dei contratti che avrebbe un effetto molto pesante sui conti della compagnia”.

IL COMMISSARIAMENTO

A fine gennaio l’Ivass ha sospeso temporaneamente l’attività del consiglio d’amministrazione e dei collegi sindacali di Eurovita ed Eurovita Holding e ha nominato Alessandro Santoliquido, 60 anni, commissario per la gestione provvisoria della compagnia. Il suo compito è doppio: far sì che prosegua regolarmente l’attività assicurativa e cercare investitori per rilanciare il gruppo. “Metto a servizio del gruppo Eurovita e del regolatore la mia esperienza e conoscenza del settore assicurativo italiano – ha commentato Santoliquido, ex ceo della compagnia Amissima – con l’obiettivo di rilanciare un marchio storico del mercato italiano dei prodotti vita”.

LO STOP AI RISCATTI

Pochi giorni dopo l’istituto di Vigilanza ha emesso un nuovo provvedimento per sospendere temporaneamente la facoltà dei contraenti di esercitare i riscatti regolati dai contratti di assicurazione e di capitalizzazione stipulati fino al 31 marzo. La misura, ha sottolineato l’Ivass, “non si applica ai riscatti e alle anticipazioni di cui alle forme pensionistiche complementari disciplinate dal decreto legislativo n. 252 del 5 dicembre 2005”.

I PROBLEMI DI EUROVITA

Alla base di tutti questi sconvolgimenti, racconta Il Sole 24 Ore, gli investimenti fatti da Eurovita, in particolare i 9 miliardi investiti in titoli governativi non italiani, in particolare Bund e titoli francesi. Una scelta che si è rivelata poco felice in un momento di tassi d’interesse in crescita mentre era positiva in condizioni di tassi bassi. E infatti su quelle obbligazioni non ha avuto benefici in termini di rendimento e anzi ha eroso sensibilmente la Solvency del gruppo che è scesa ben al di sotto del livello di guardia. Da qui il richiamo di Signorini.

COSA SI PUÒ FARE?

La soluzione, ammette il giornale economico, sarebbe quella di trovare un riassicuratore che garantisse la società dai potenziali riscatti di polizze. “Quando si parla infatti di gestioni separate – si legge – se la forbice tra il rendimento del portafoglio e quello offerto al cliente è particolarmente ampia il regolatore impone di mettere in conto almeno un 40% di sottoscrittori pronti a chiudere il rapporto. Questo evidentemente va a incidere fortemente sul profilo di solidità con un impatto che potrebbe essere contenuto solo grazie all’intervento di un riassicuratore”.

Ecco quindi che potrebbe tornar comoda l’ipotesi di lavoro fatta da JC Flowers a gennaio quando aveva meditato proprio di presentare un’offerta per Eurovita. Possibilità naufragata per l’indisponibilità di Munich Re a partecipare all’operazione. Il calcolo aggiornato delle esigenze di mezzi freschi a questo punto sarebbe salito a circa 400 milioni di euro, una cifra che richiede un impegno notevole.

LE IPOTESI AL VAGLIO

Secondo quanto scrive il quotidiano confindustriale si punta a definire entro la prima settimana di marzo un piano d’azione per sottoporre il progetto ai potenziali soggetti interessati. Obiettivo è quello di scongiurare la liquidazione di Eurovita che “sarebbe una macchia difficile da togliere per un segmento spesso rifugio dei risparmi degli italiani”. Proprio per questo motivo “il dossier è stato messo all’attenzione del sistema” ovvero dei principali operatori assicurativi italiani. A partire da Intesa Sanpaolo Vita, Generali e Unipol ma non è detto che non “vengano sollecitate anche compagnie più piccole”. In sostanza non si esclude che il sistema non sia chiamato “a spartirsi gli oneri di un salvataggio cruciale per il settore”. Per Il Sole “qualche primo sondaggio sarebbe già stato fatto e nessuno, consapevole della situazione, avrebbe chiuso la porta in faccia”.

COME STA LA SOLVENCY DELLE COMPAGNIE ITALIANE

Va comunque evidenziato che la solvibilità delle compagnie italiane è ancora molto alta. Secondo quanto riportato dall’ultimo numero di Ania Trends, a fine settembre 2022 il livello di capitale disponibile era pari a 2,47 volte il minimo richiesto, anche grazie ai notevoli incrementi di capitale che si sono resi necessari a seguito del rialzo dei tassi che ha fatto aumentare di molto le minusvalenze latenti (56 miliardi a fine 2022).

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