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ISCRO Ordini

Arriva la Cig ai professionisti delle Casse? Una Iscro per gli Ordini?

Che cosa sta studiando il governo a beneficio dei liberi professionisti.

 

Chi è dipendente ha la cassa integrazione. Chi è autonomo e iscritto alla gestione separata dell’INPS ha ora l’ISCRO, mentre i professionisti iscritti alle Casse rischiano di restare con un pugno di mosche in mano. Se poi sono giornalisti, il pericolo concreto è quello di veder fallita la Cassa stessa, l’INPGI. Ma è un’altra storia. Ormai chiaro che agli iscritti degli Ordini professionali, lasciati soli in piena pandemia (in totale hanno ricevuto 3 assegni da 2200 euro), serve l’equivalente dell’ISCRO e già domani il governo potrebbe iniziare a lavorare in tal senso.

 

Andiamo avanti, insieme.

Pubblicato da Nunzia Catalfo su Giovedì 14 gennaio 2021

 

UNA ISCRO PER GLI ORDINI PROFESSIONALI

L’ISCRO è stata predisposta nella finanziaria 2021 varata a fine anno come ristoro per i lavoratori autonomi e partite IVA (eccetto gli iscritti agli Ordini) che hanno subito gravi perdite economiche a causa della pandemia di Covid-19 e dei numerosi lockdown. La novella è stata accolta una volta tanto con soddisfazione anche dai lavoratori, ma subito si è notato come di fatto discrimini tra partite IVA.

DOMANI PRIMO APPUNTAMENTO

L’appuntamento pare essere fissato per oggi, quando la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, incontrerà gli Ordini e le Casse per discutere sulla nuova variante dell’ISCRO. Scrive Repubblica che ha visionato la bozza: “A giudicare da una bozza, non presentata ancora al tavolo con le professioni, elaborata dalla commissione ministeriale per la riforma degli ammortizzatori sociali, si ipotizza un esonero contributivo per tre anni per i neoiscritti alle Casse, e prevede un contributo ulteriore, a carico solo di chi superi una certa soglia annua di reddito, che finanzi il nuovo ammortizzatore sociale a cui avrà diritto chi è costretto a smettere di lavorare”. Perché il tema ora è come finanziare questa ISCRO per gli Ordini.

COSA NE PENSA CONFPROFESSIONI?

Sempre su Repubblica si è espresso sull’ISCRO per gli Ordini Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni: «Non si può calare dall’ alto una imposizione di questo tipo a carico delle Casse professionali – osserva – , rischia di impoverirle, non si possono mettere a rischio le pensioni. Qualunque intervento va concordato: si potrebbe pensare a una legge quadro che dia la possibilità a ciascuna Cassa di intervenire come meglio ritiene a sostegno dei propri iscritti in difficoltà, non è detto che si debba trattare di un’ estensione dell’ISCRO. Quanto al meccanismo di finanziamento, la via non può che essere quella di un alleggerimento dell’imposizione fiscale. Anche chi guadagna di più è in difficoltà per la crisi: imporre un nuovo contributo solo a carico dei più abbienti creerebbe discriminazioni che potrebbero generare conflittualità tra le categorie».

CHE COS’È L’ISCRO

Prima di chiudere, un veloce riepilogo sull’ISCRO tout court che potrebbe fungere da modello per la CIG per gli Ordini. Per accedere alla Cassa integrazione per gli autonomi occorre essere titolari di Partita IVA da almeno 4 anni, essere in regola coi contributi pensionistici ed aver prodotto, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, un reddito di lavoro autonomo inferiore al 50% della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei 3 anni precedenti all’anno precedente alla presentazione della domanda, nel quale comunque non dovranno aver superato gli 8.145 euro di reddito dichiarato.

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