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Facile Ristrutturare

Perché l’Antitrust destruttura Facile Ristrutturare e Renovars

Sanzione dell'Agcm per 4,5 milioni alla società Facile Ristrutturare e alla sua controllante Renovars per pratiche commerciali scorrette e ingannevoli nell’attività di ristrutturazione edilizia di immobili residenziali.

Sanzione per 4,5 milioni alla società Facile Ristrutturare e alla sua controllante Renovars per pratiche commerciali scorrette e ingannevoli nell’attività di ristrutturazione edilizia di immobili residenziali. A inviare segnalazioni a Piazza Verdi sono state le associazioni di consumatori Codacons e Movimento Difesa del Cittadino ma della vicenda si è occupata in varie occasioni anche la trasmissione televisiva “Striscia la Notizia”.

LE PARTI COINVOLTE

Facile Ristrutturare, fondata nel 2014, è un importante operatore del settore delle ristrutturazioni di immobili residenziali e non residenziali che impiega un modello di business innovativo (“ristrutturazione chiavi in mano”) ed opera tramite una rete vendita di circa 70 showroom diffusi in tutta Italia. La società opera nel settore delle ristrutturazioni sia direttamente sia tramite imprese terze sub-appaltatrici e una rete di professionisti affiliati (architetti, ingegneri, geometri). Nell’esercizio 2022, come evidenzia l’Autorità nel provvedimento, ha realizzato ricavi delle vendite e delle prestazioni per oltre 145 milioni di euro, in calo dagli oltre 203 milioni dell’anno precedente e, rispettivamente, un utile di oltre 5 e di 15 milioni.

Renovars è attiva, tra gli altri, nei settori dell’attività di holding di partecipazioni e di servizi anche per conto di terzi; detiene il 100% del capitale sociale di Facile Ristrutturare e nell’esercizio 2022 ha realizzato ricavi delle vendite e delle prestazioni per oltre 5,3 milioni (per oltre 3,2 milioni nell’esercizio 2021), conseguendo, rispettivamente, un utile di oltre 12,4 milioni e di oltre 533 mila euro.

LA CONDOTTA CONTESTATA

Sotto la lente dell’Antitrust è finita la  diffusione, tramite le piattaforme online Trustpilot e Opinioni.it, di recensioni false e/o non autentiche e di un dato  fuorviante sulla percentuale di clienti soddisfatti dai servizi di Facile Ristrutturare (il claim “98% di clienti soddisfatti”). Inoltre Facile Ristrutturare e Renovars hanno applicato un costo occulto ai consumatori in caso di acquisto di materiali di finitura per le ristrutturazioni (ad esempio porte, piastrelle, pavimenti, rubinetteria, mobili bagno) presso i suoi fornitori partner con IVA agevolata al 10% (anziché al 22%).

Nel provvedimento siglato dall’Agcm si rileva come “il rispetto del canone di diligenza professionale e il divieto di pratiche commerciali ingannevoli, ai sensi degli artt. 20, 21 e 22, del Codice, non proibiscono solo le condotte (attive) di diffusione di false recensioni e/o di manipolazione di recensioni reali”, ma obbligano le società che usano questa modalità di comunicazione commerciale a predisporre misure e procedure idonee ed efficaci per impedire di realizzare illeciti, “particolarmente insidiosi per i consumatori, anche da parte dei loro dipendenti/ collaboratori, pena la loro responsabilità (quantomeno) per omissione”.

Dunque, per l’Autorità, Facile Ristrutturare e Renovars sono “solidalmente responsabili sia per condotte ad essi direttamente riconducibili, anche ove realizzate dai loro dipendenti/collaboratori, sia, in ogni caso, a titolo di culpa in vigilando sull’attività di questi soggetti”.

Riguardo all’applicazione di un costo occulto in caso di acquisto di materiali per le ristrutturazioni tramite Facile Ristrutturare con IVA agevolata, l’Antitrust rileva che questa condotta “oltre ad essere contraria alla diligenza professionale, può indurre in errore i consumatori sul prezzo dei materiali di finitura per la ristrutturazione e/o sul modo in cui è calcolato. Si tratta peraltro di una voce di costo rilevante per la scelta di natura economica del consumatore”.

Durante l’istruttoria è stato chiesto anche un parere all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni che “ha ritenuto, nel caso di specie, il mezzo internet uno strumento di comunicazione idoneo a influenzare significativamente la realizzazione delle pratiche commerciali oggetto del procedimento”.

IL PRECEDENTE DI TRIPADVISOR

La pratica commerciale “consistente nella diffusione on line di recensioni non autentiche” è stata già ritenuta scorretta in passato da Piazza Verdi. Nel 2014, infatti, ha accertato e sanzionato la condotta di TripAdvisor che diffondeva “informazioni ingannevoli sulle fonti delle recensioni” e che non aveva strumenti e procedure per contrastare il fenomeno delle false recensioni. Sul tema è poi intervenuto anche il Consiglio di Stato che nel 2019 ha ritenuto che “l’Autorità abbia congruamente motivato la violazione del canone di diligenza professionale, poiché Tripadvisor ha tenuto la condotta contestata ‘pur consapevole dei limiti intrinsechi del proprio sistema di controllo delle fonti delle recensioni’”.

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