Howard Lutnick, scelto da Donald Trump come prossimo segretario del Commercio, pensa che gli Stati Uniti debbano fare ricorso a degli “strumenti commerciali” per tutelare le società americane dalle normative europee sulla sostenibilità ambientale e sociale (Esg, in gergo). Il riferimento è alla Corporate Sustainability Due Diligence, la direttiva che introduce una serie di obblighi per la verifica della sostenibilità delle grandi aziende, sia europee che non, pena l’imposizione di multe pari al 5 per cento del loro fatturato.
LA DIRETTIVA EUROPEA SULLA DUE DILIGENCE, IN BREVE
La direttiva europea sulla dovuta diligenza, che è stata approvata lo scorso maggio ed entrerà pienamente in vigore nel 2027, rientra in un programma più vasto per ridurre le emissioni di gas serra dell’Unione europea fino all’azzeramento netto nel 2050. Ha una portata molto ampia: le aziende, ad esempio, verranno ritenute responsabili delle devastazioni ambientali e degli abusi dei diritti umani commessi lungo la loro intera filiera, anche in quei segmenti che non sono sotto il loro diretto controllo.
Le imprese, com’era prevedibile, hanno criticato la norma, giudicandola troppo onerosa e complicata da rispettare. Le società europee, in particolare, temono che i costi di compliance possano ridurre la loro competitività a livello internazionale. Le aziende non europee, invece, sono soggette a multe se il loro fatturato netto nell’Unione è superiore a 450 milioni di euro.
COSA FARÀ LUTNICK
Secondo Lutnick – di recente si è tenuta la sua audizione al Senato per l’ufficializzazione della nomina -, la Corporate Sustainability Due Diligence “impone un onere significativo sulle imprese americane”. Ha promesso allora che, in veste di segretario del Commercio, prenderà in considerazione “l’utilizzo di tutti gli strumenti commerciali a disposizione del dipartimento, a seconda dei casi”.
Lutnick, però, non ha spiegato a quali strumenti commerciali farà ricorso, né si è espresso con chiarezza sull’eventualità di un ordine esecutivo o di una legge che vieti alle aziende americane di aderire alla direttiva europea. Ha ribadito però che la Corporate Sustainability Due Diligence rappresenta una “seria preoccupazione per l’industria e l’economia americana”, vista l’importanza dell’interscambio commerciale.
COSA FARÀ L’UNIONE EUROPEA
Non c’è solo l’amministrazione Trump a mettere pressione a Bruxelles. Anche le due economie più importanti dell’Unione, la Germania e la Francia, hanno chiesto alla Commissione di ridurre la portata delle regole sulla sostenibilità, temendo che possano danneggiare la loro competitività e il tasso di crescita economica.
Peraltro, già la presidenza di Joe Biden, nella figura della segretaria del Tesoro Janet Yellen, aveva espresso delle riserve sulla direttiva per la due diligence: pur condividendone le finalità di decarbonizzazione, “temiamo” – disse Yellen – “che abbia una portata extraterritoriale e un potenziale di conseguenze negative indesiderate per le imprese statunitensi”.
LA RICHIESTA DELLA CAMERA DI COMMERCIO AMERICANA NELL’UNIONE EUROPEA
La Camera di commercio americana nell’Unione europea ha chiesto a Bruxelles di rimandare e annullare alcune parti della regolazione sugli Esg, aggiungendo che le aziende americane dovrebbero sentirsi libere di ignorare queste norme fino a che non saranno state riviste e modificate.
Tra i membri dell’ente ci sono la società tecnologica Amazon, la casa automobilistica Ford e la compagnia petrolifera ExxonMobil.