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Agricoltura, ecco i Paesi Ue che vogliono segare l’Ucraina

Da ieri è entrato in vigore il nuovo accordo commerciale con l’Ucraina riguardante i dazi doganali sui prodotti agricoli. Previste nuove liberalizzazioni e un meccanismo di salvaguardia a tutela dell'agricoltura europea. Tuttavia Polonia, Ungheria e Slovacchia vanno avanti con i loro divieti di importazione, in contrasto con le regole commerciali europee. Fatti, numeri e commenti

 

Il Consiglio dell’Unione europea ha approvato una revisione dell’accordo commerciale con l’Ucraina che riduce ed elimina diversi dazi doganali sui prodotti agricoli, segnando il primo aggiornamento significativo dal 2016. Il nuovo quadro, entrato in vigore mercoledì 29 ottobre 2025, amplia l’accesso dell’Ucraina al mercato unico europeo ma mantiene limiti più rigidi rispetto alle misure temporanee adottate tra il 2022 e il 2025 in seguito alla guerra provocata dalla Russia. Tuttavia, Polonia, Ungheria e Slovacchia – con embarghi unilaterali e illegali – continuano a fare muro e hanno annunciato che non revocheranno i propri divieti nazionali sulle importazioni agricole ucraine, alimentando tensioni politiche e commerciali all’interno dell’Ue.

UN ACCORDO RIVISTO DOPO L’INVASIONE RUSSA

L’accordo originario, il Deep and Comprehensive Free Trade Agreement (DCFTA), era stato firmato nel 2014 ed è operativo dal 2016. Dopo l’invasione russa del 2022, l’Ue aveva sospeso tutti i dazi e le quote di importazione per sostenere Kiev e compensare il blocco dei porti sul Mar Nero. Queste misure – note come Autonomous Trade Measures (ATM) – avevano portato a un incremento del 60% delle esportazioni agricole ucraine.

Con la scadenza delle ATM nel giugno 2025, Bruxelles e Kiev hanno negoziato un nuovo testo che introduce un sistema permanente, includendo clausole di salvaguardia per proteggere i mercati agricoli europei.

“La decisione odierna riafferma il sostegno incrollabile e multidimensionale dell’Ue all’Ucraina, dopo tre anni di aggressione militare russa ingiustificata e non provocata”, ha dichiarato Lars Løkke Rasmussen, ministro degli Esteri danese e presidente di turno del Consiglio dell’Ue. “Sia l’Ue sia l’Ucraina – ha aggiunto – trarranno beneficio dall’eliminazione dei dazi doganali, che porterà a una stabilità economica duratura, relazioni commerciali solide e una maggiore integrazione dell’Ucraina nell’Unione”.

LE NUOVE QUOTE E I LIMITI ALL’ESPORTAZIONE

Il nuovo accordo, come scrive il Kyiv Independent, riduce da 36 a 31 i prodotti agricoli ucraini soggetti a dazi oltre una certa soglia. Per la maggior parte di essi – 27 su 31 – le quantità esenti da dazio sono state ampliate. Tuttavia, per grano, orzo, pollame, miele, zucchero, uova e succo di mela, le nuove quote tariffarie sono inferiori ai volumi esportati nel 2024, secondo quanto riferito da Veronika Movchan, direttrice dell’Institute for Economic Research and Policy Consulting (IER) di Kiev.

Nel 2024 l’Ucraina aveva esportato 6,4 milioni di tonnellate di grano verso l’Ue, ma la nuova quota ne consente solo 1,3 milioni prima dell’applicazione dei dazi. Per lo zucchero, le esportazioni scendono da 320.000 tonnellate a 100.000. “Inoltre, i dazi oltre la quota sono così elevati che non mi aspetto esportazioni superiori ai limiti stabiliti per grano, orzo e zucchero”, ha aggiunto Movchan.

L’OPPOSIZIONE DI POLONIA, UNGHERIA E SLOVACCHIA

L’allentamento delle restrizioni ha suscitato forte opposizione nei Paesi confinanti con l’Ucraina. Polonia, Slovacchia e Ungheria avevano già introdotto divieti unilaterali sulle importazioni di prodotti agricoli ucraini nel 2023, giustificandoli con motivi di sicurezza nazionale ma in contrasto con le regole commerciali europee.

Le tensioni si sono riaccese con l’entrata in vigore del nuovo accordo e i tre governi hanno confermato che manterranno i propri divieti nazionali, ignorando le direttive di Bruxelles. “Anche se Bruxelles vuole dare soldi agli agricoltori ucraini, noi stiamo proteggendo le risorse, i mezzi di sussistenza dei produttori ungheresi e il nostro mercato”, ha scritto su Facebook il ministro dell’Agricoltura ungherese István Nagy.

La Commissione europea ha ribadito che tutti i Paesi membri devono applicare le nuove regole, ma non ha commentato direttamente la posizione del governo di Viktor Orbán. “Stiamo dialogando con tutte le parti per cercare soluzioni”, ha dichiarato la vice portavoce capo della Commissione, Ariana Podesta, sottolineando che il nuovo quadro “rappresenta un sistema stabile ed equo, affidabile sia per l’Ue che per l’Ucraina”.

UN QUADRO STABILE MA POLITICAMENTE DELICATO

Il nuovo DCFTA, rinnovato per almeno tre anni, prevede una progressiva armonizzazione delle norme ucraine agli standard dell’Ue in materia di produzione agricola, pesticidi, benessere animale e uso di medicinali veterinari. Inoltre, secondo la Commissione europea, le concessioni sull’accesso preferenziale al mercato unico sono state “attentamente calibrate” per tutelare i produttori europei, in particolare quelli dei Paesi confinanti, “i più colpiti dall’inizio della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina”.

“Questo accordo rappresenta un buon risultato per la squadra negoziale ucraina, considerando le pressioni esercitate da alcuni Paesi confinanti sulla Commissione europea”, ha affermato al Kyiv Independent Svitlana Taran, analista del European Policy Center. “Alcuni di questi Paesi – ha aggiunto – avevano persino suggerito di tornare al vecchio DCFTA o di limitarsi a incrementi minimi delle quote tariffarie”.

EFFETTI ECONOMICI E NUOVI MERCATI

Stando al Kyiv Post, con la fine del regime completamente esente da dazi, l’Ucraina rischia di perdere 1,14 miliardi di dollari di vendite annuali verso l’Ue. Tuttavia, secondo una stima dell’Institute for Economic Research and Policy Consulting e della Kyiv School of Economics, la perdita effettiva potrebbe ridursi a 253 milioni di dollari, grazie al reindirizzamento verso mercati extraeuropei.

Le perdite principali riguarderanno il grano, con un calo stimato di 900 milioni di dollari, pari all’80% della riduzione complessiva, mentre i settori di zucchero, orzo, pollame, uova e miele subiranno contrazioni minori. Tuttavia, rispetto alle quote in vigore prima del 2022, il nuovo accordo rappresenta una “significativa liberalizzazione”, con 4 quote abolite e 26 ampliate.

“Questo accordo rappresenta un passo avanti per l’accesso dell’Ucraina al mercato dell’Ue e dimostra la volontà di Kiev di raggiungere la piena adesione quanto prima”, ha commentato Movchan.

Gli economisti inoltre prevedono che la stabilità del nuovo quadro commerciale favorirà investimenti in logistica, produzione ed espansione verso nuovi mercati, consolidando un rapporto economico più strutturato tra Kiev e Bruxelles.

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