L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) ha emesso una sanzione di 70 milioni di euro a sedici aziende italiane attive nel settore della lavorazione della ghisa, accusate di aver costituito un cartello dal 5 febbraio 2004 fino al 30 giugno 2024.
TUTTE LE AZIENDE COINVOLTE NELL’ISTRUTTORIA DELL’AGCM
Le società coinvolte nell’istruttoria, che è stata chiusa mercoledì 31 dicembre, sono:
- C2Mac Group;
- Fonderia Corrà;
- Fonderie Orazio e Fortunato De Riccardis;
- Fonderie Guido Glisenti e la sua controllata Lead Time;
- Pilenga Baldassarre Foundry e la sua controllante Ef Group;
- Fonderie Mora Gavardo e la sua controllante Camozzi Group;
- Zanardi Fonderie;
- Vdp Fonderia;
- Fonderie Ariotti;
- Ironcastings;
- Fonderia Zardo;
- Zml Industries e la sua controllante Cividale.
Il procedimento riguarda anche Assofond, l’associazione di categoria che rappresenta le principali imprese italiane di fonderia.
LIMITAZIONI ALLA CONCORRENZA
L’Agcm ha fatto sapere di aver accertato l’esistenza, tra i soggetti coinvolti nell’istruttoria, di “un’intesa restrittiva della concorrenza” nel mercato italiano della vendita dei getti di ghisa.
L’autorità ha irrogato sanzioni complessive per 70 milioni di euro, a fronte di una cifra massima applicabile di 600 milioni, per via “della significativa crisi” del settore delle fonderie. A detta delle aziende del settore, il processo di acquisizione di nuove commesse può risultare particolarmente oneroso sia in termini di tempo (in media, passano dieci mesi tra la richiesta di offerta del cliente e l’inizio della produzione del getto) che dal punto di vista tecnico e di trattativa commerciale.
Il cartello formato dalle sedici aziende più Assofond ha riguardato un coordinamento tra le politiche commerciali delle parti coinvolte volto a sostenere le richieste di aumento dei prezzi e a preservare una certa marginalità nelle fasi di congiuntura economica negativa. “Tale fine”, ha spiegato l’Agcm, “è stato perseguito tramite scambi di informazioni sensibili ed elaborando congiuntamente meccanismi di indicizzazione dei prezzi (gli ‘Indicatori Assofond’) che hanno consentito alle fonderie di aggiornare in maniera coordinata una parte sempre più ampia del prezzo dei getti di ghisa, compreso il margine di vendita”.
COSA SONO I GETTI DI GHISA
I getti di ghisa sono componenti formati da ferro e carbonio, di varie forme e dimensioni; hanno un’elevata resistenza alla pressione, e per questo sono molto utilizzati nei comparti automobilistico, edilizio-infrastrutturale ed estrattivo. Nello specifico, i macrosettori di domanda che hanno maggiormente assorbito la produzione delle fonderie di ghisa in Italia nel 2023 sono stati quelli dell’industria meccanica (53 per cento), dei mezzi di trasporto (30 per cento) e dell’edilizia (8 per cento).
Di solito, i getti vengono realizzati su disegno del committente (si utilizza uno stampo) e quindi non si prestano a essere quotati come prodotti standard a catalogo.
QUANTO VALE IL SETTORE ITALIANO DELLE FONDERIE
In Italia nel 2023 – scrive l’Agcm nel suo provvedimento – risultavano attive nella fusione della ghisa 123 imprese, con una riduzione del 30 per cento rispetto al 2008, e 6850 dipendenti.
Secondo Assofond, queste imprese hanno prodotto 971,2 migliaia di tonnellate di getti di ghisa nel 2023, per un valore di circa 2,2 miliardi di euro, di cui il 43 per cento è stato esportato all’estero. Nel 2023 il valore dei getti di ghisa venduti in Italia è ammontato a circa 2,1 miliardi di euro.
Nel 2021, stando all’Istat, il fatturato medio delle fonderie di ghisa attive in Italia è stato di 14,2 milioni di euro. Dal punto di vista occupazionale, più del 70 per cento di queste aziende ha impiegato meno di cinquanta addetti. Tutte le società coinvolte nell’istruttoria dell’Agcm sono però più grandi della media, con un fatturato medio di 154,6 milioni nel 2023.
Secondo Assofond, una parte della domanda nazionale di getti (il 39,1 per cento in valore nel 2023) viene soddisfatta dalle importazioni provenienti dal resto d’Europa (per quasi il 24 per cento) e dall’Asia (per il 14,4 per cento).





