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Ceo

Adidas, Warner Music e Starbucks. Tutti i nuovi ceo che si insedieranno nel 2023

Quartz ha stilato una lista dei cambi al vertice nei grandi gruppi internazionali. Ecco i nuovi ceo nel 2023

Si chiamano Ceo, Chief Executive Officer. Li chiamiamo amministratori delegati. Sono i manager che comandano nelle aziende, i decisori a tempo nominati dall’alto per stare in alto. Il giornale online americano Quartz, dedicato all’informazione economica e finanziaria, ha stilato una lista dei cambi al vertice nei grandi gruppi internazionali. Ci sono, tra gli altri, Adidas, Under Armour, Warner Music, Maersk, Penguin Random House.

NUOVO ANNO, NUOVI AMMINISTRATORI DELEGATI

Secondo l’autrice dell’articolo, Ananya Bhattacharya, “i cambi di leadership mostrano che un’azienda ha bisogno di nuove energie e nuove visioni, ma possono anche preoccupare”. Perché possono venire stravolte strategie, orizzonti, linee organizzative e rimescolamenti di team.  Il tutto con possibili ripercussioni, oltre che sociali e in termini di produzione all’interno della società, anche finanziarie sui mercati.

“Ma una transizione graduale è possibile se gli amministratori delegati si prendono del tempo per capire il loro ruolo, ascoltare e imparare da altri dirigenti e subordinati, e forgiare una strategia chiara”, sostiene Bhattacharya.

IL RUOLO DEI CEO OGGI

Non va però tutto semplificato, sulla figura del Ceo. Che al giorno d’oggi gestisce sì l’azienda, il consiglio d’amministrazione, tiene a bada gli azionisti e alta la reputazione della società. Ma cerca di far giocare questa all’interno della realtà più ampia, tanto che secondo un sondaggio Korn Ferry l’86% degli ad vede un intreccio sempre più stretto tra azienda e società esterna.

Secondo l’Harvard Business Review, inoltre, per i Ceo “le competenze necessarie per avere successo si estendono oltre le tradizionali tattiche di comando e controllo a cose come influenzare senza autorità formale”.  Ed ecco allora che l’ad odierno “gestisce anche l’ecosistema in cui opera la loro attività”. Clienti, fornitori, partner, concorrenti, governi e la loro comunità locale.

Sono ancora pochi gli amministratori delegati ad aver aderito già a pieno a queste nuove “mansioni”, ma è anche una fase di transizione che va accompagnata.

LE NUOVE NOMINE PER IL 2023, DA ADIDAS A STARBUCKS

Partendo da Adidas, che dal prossimo anno sarà anche il nuovo sponsor tecnico della Nazionale italiana di calcio maschile, il nuovo Ceo è Bjørn Gulden e prende il posto di Kasper Rørsted dopo nove anni nella società rivale Puma. Dove ha contribuito a far schizzare le vendite oltre i 5 miliardi di dollari all’anno. Gulden è un ex calciatore professionista e ha operato come ad anche in Pandora e Deichmann SE. Adesso cosa lo attende? Per Quartz, dovrà occuparsi di “lanciare le sneakers Yeezy senza che Ye, ex Kanye West, sia legato ad esse. Riprendersi dal rallentamento in Cina a causa dei boicottaggi e della rinascita del covid. Affrontare gli arretrati di magazzino nei mercati occidentali, alle prese con un’inflazione elevata”.

Nella logistica, Maersk sarà invece guidata da Vincent Clerc dopo la guida di Søren Skou. Che ha già dato il benvenuto al suo successore spiegando che “l’azienda ha ottenuto ottimi risultati negli ultimi anni. Non siamo mai stati così forti finanziariamente e abbiamo un piano stimolante e visionario per il proseguimento della nostra strategia di integratore globale che guiderà Maersk per molti anni a venire”.

In Warner Music Group sarà Robert Kyncl il nuovo amministratore delegato. Ed “è pronto a guadagnare 15 milioni di dollari nel suo primo anno di lavoro, a seconda degli obiettivi di rendimento”. Non male come inizio, dopo un passato importante. Kyncl, infatti, è stato Chief Business Officer di YouTube per dodici anni.

IL CASO (POSITIVO) DI UNDER ARMOUR E LE ALTRE SCELTE AL VERTICE

Tornando all’ambito sportivo, la scelta di Under Armour è altrettanto interessante. Perché la nuova Ceo (dal 27 febbraio prossimo) sarà Stephanie Linnartz. Secondo Quartz, è importante in virtù dell’anomalia che questa nomina rappresenta, “nel mare di amministratori delegati in arrivo che sono quasi tutti uomini: non si tratta di una deviazione dagli standard del mondo aziendale. Dopo tutto, solo il 6% degli amministratori delegati delle società S&P 500 sono donne. Anche le aziende Fortune 500 sono in gran parte guidate da uomini”.

Pregiudizi di genere, il peso delle responsabilità e le difficoltà di gestione tra lavoro e famiglia sono tra i fattori d’intralcio alla scalata ai vertici delle donne. “Uno studio ha dimostrato che le donne tendono a essere più anziane e a dover dimostrare una maggiore esperienza rispetto alle loro controparti maschili per ottenere un posto nell’ufficio d’angolo”, fa sapere il portale americano. Che cita anche un altro dato: “le donne occupano i posti di vertice per un periodo di tempo più breve: la permanenza delle donne ai vertici è in media di 6,3 anni, contro gli 8,4 anni degli uomini, come dimostrano i dati della società di ricerca exechange, che ha messo a confronto 20 CEO donne e 300 CEO uomini in partenza”.

Il 2023, infine, porterà con sé il rinnovo dei vertici di Starbucks, Salesforce, Visa, Shell e Thai Airways. Per un anno da tenere sott’occhio proprio dal punto di vista dell’evoluzione dei capi delle grandi aziende.

Articolo pubblicato su policymakermag.it

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