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Palenzona Guzzetti

Acri, tutto sullo scazzo tra Palenzona e Guzzetti

Le ultime indiscrezioni sul rinnovo del vertice dell'Acri, l'associazione delle fondazioni bancarie. Le mosse contrapposte di Guzzetti e Palenzona, il quale ha messo a punto una sorta di programma per l'Acri che suona come una critica durissima alla gestione guzzettiana dell'Acri. Ecco i dettagli.

È iniziata ufficialmente – con qualche prima ammaccatura – la guerra tra Fabrizio Palenzona e Giuseppe Guzzetti per il rinnovo del vertice dell’Acri, l’associazione che riunisce e rappresenta le fondazioni bancarie.

Il quotidiano Repubblica ha sparato a titoli cubitali la notizia del naufragio della candidatura di Fabrizio Palenzona a presidente Acri, notizia rilanciata da altre testate come Mf-Milano Finanza. Ma cosa c’è di vero e diverso rispetto a boatos simili circolati prima di Natale su Dagospia?

Ieri ha avuto luogo una attesa riunione della Consulta Nord Ovest dell’Acri, la “loya jirga” che riunisce le fondazioni piemontesi e liguri.

Prufumo, il presidente uscente dell’associazione nonché presidente della Compagnia di San Paolo, non era previsto e invece si è presentato. Le ricostruzioni più attendibili raccontano che Profumo sia stato richiamato all’ordine dal Grande Vecchio del mondo Acri, ossia Giuseppe Guzzetti.

Guzzetti ha tentato il tutto per tutto, mobilitando sia Profumo sia Ezio Raviola di CariCuneo, per impedire la candidatura di Palenzona e sopprimere un documento programmatico che agli occhi di Guzzetti suonava di sconfessione del suo “pontificato”.

Nonostante gli sforzi di Profumo – sforzi chiamati “limature” dal quotidiano Repubblica -, il documento ha visto la luce. Nonostante i toni felpati e lo spirito costruttivo, di fatto – secondo l’interpretazione di Start Magazine – è un tosto j’accuse alla gestione guzzettiana dell’associazione delle fondazioni bancarie, visto che Guzzetti è stato a lungo dominus dell’Acri e ancora oggi referente di Profumo.

Emblematici della ruvidezza implicita del testo sono questi due passaggi del documento, dove si auspica di “efficientare le strutture centrali di Acri, in termini di migliori e maggiori servizi prestati alle fondazioni” e di “prevedere un più ampio coinvolgimento nelle attività associative dei segretari generali/ direttori generali con specifico riguardo agli aspetti operativi e tecnici”. Obiettivo: “Rendere più rapida ed efficace l’attività dell’Acri”, si legge in una bozza.

“La bozza che sta circolando è un vero e proprio programma per il vertice dell’Acri, un aspetto inedito rispetto al passato e dunque per molti aspetti anche dirompente”, commenta con Start Magazine un esponente di una piccola fondazione bancaria.

Un’interpretazione non condivisa dallì’entourage palenzoniano. Così Palenzona avrebbe preferito prendere democristianamente tempo: pensava (irrealisticamente) di essere quasi acclamato come candidato alla presidenza, mossa non andata a buon fine, ma non si ritira dalla corsa. Il gioco di Guzzetti è infatti divenuto scoperto e Palenzona preferisce ora calibrare le prossime mosse.

Non esce trionfante al momento neppure Guzzetti, che si vede contestare ufficialmente, seppure indirettamente, in un documento che circola tra le fondazioni.

Sia Profumo che Raviola, che ieri hanno fatto da “arieti” per conto di Guzzetti, sono presidenti uscenti delle rispettive fondazioni.

Al primo è stata promessa la presidenza di Intesa Sanpaolo tra un anno (Carlo Messina permettendo), mentre il secondo potrebbe essere ripescato come consigliere proprio in Compagnia di San Paolo, tra i consiglieri cooptati.

Di certo c’è che la partita sta entrando nel vivo, e che il presidente della Regione e il sindaco di Torino (quest’ultimo vero deus ex machina della Compagnia di San Paolo) saranno sicuramente strattonati per la giacchetta.

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