skip to Main Content

Reddito Minimo

A che punto siamo in Europa sul reddito minimo?

L’intervento di Alessandra Servidori, docente di politiche del lavoro, componente il Consiglio d’indirizzo per l’attività programmatica in materia di coordinamento della politica economica presso la presidenza del Consiglio

 

Come annunciato dal pilastro europeo del piano d’azione per i diritti sociali, la Commissione Ue proporrà una raccomandazione del Consiglio sul reddito minimo nel 2022 per sostenere e integrare efficacemente le politiche degli Stati membri.

In Italia le politiche di previdenza e assistenza al reddito in caso di perdita del lavoro sono importanti per accompagnare il cittadino in un momento così delicato come quello della disoccupazione. Si tratta di una politica già attuata da diversi Paesi in Europa: dalla Germania alla Svizzera, dalla Finlandia alla Danimarca.

Nel nostro Paese sul reddito minimo vi sono differenze: ci sono infatti reddito minimo garantito, salario minimo e reddito di cittadinanza. E differenti sono i requisiti per averne diritto, a chi spetta, cosa si intende per reddito minimo. Ma dovremo avanzare almeno sul piano del dialogo e della partecipazione delle possibili soluzioni sapendo che la rete sociale europea (ESN) ha già risposto per fornire un piano adeguato ed essere accompagnati da un piano di inclusione sociale trasversale e integrato, che includa non solo l’accesso al mercato del lavoro, ma anche i servizi sociali.

Come partner della rete, con TutteperItalia abbiamo contribuito alla discussione augurandoci così di contribuire alla preparazione da parte della Commissione europea di una raccomandazione dell’Ue che promuova la modernizzazione dei regimi di reddito minimo in tutta Europa.

La risposta della Rete ESN si sviluppa su tre temi principali: Accesso, copertura e adeguatezza. Le autorità nazionali e subnazionali dovrebbero effettuare una valutazione delle esigenze e delle considerazioni socioeconomiche delle località e utilizzare i dati raccolti per pianificare e istituire servizi di conseguenza al fine di garantire che siano disponibili e accessibili. Dovrebbe essere promossa la creazione di centri di servizi sociali, con professionisti provenienti da vari settori, tra cui l’assistenza sociale, educatori sociali, psicologi e consulenti del lavoro. I servizi sociali pubblici e le organizzazioni partner del terzo settore sono fondamentali per raggiungere i più vulnerabili al fine di migliorare l’adozione dei servizi.

Le autorità nazionali e subnazionali dovrebbero assicurarsi di elaborare procedure semplici per i beneficiari, ad esempio un punto di ingresso unico attraverso i centri di servizi sociali comunitari. Ci dovrebbe essere anche un professionista di riferimento, di solito un assistente sociale, che può accompagnarli a navigare nel sistema.

Per migliorare l’accessibilità, è opportuno promuovere la digitalizzazione dei processi applicativi, mantenendo nel contempo disponibili le applicazioni in loco per coloro che non sono in grado di utilizzare i servizi digitali.

Attivazione sociale, occupazione e cooperazione nei servizi sociali: è fondamentale spostare la politica e la pratica dall’attivazione incentrata esclusivamente sull’occupazione a un approccio di “attivazione inclusiva”, guidato dai servizi sociali che co-creano con la persona o le persone interessate un piano integrato di inclusione sociale. Le persone con difficoltà ad entrare nel mercato del lavoro dovrebbero ricevere un sostegno personalizzato in preparazione alla ricerca di un impiego, ma anche se hanno trovato un lavoro nei primi mesi.

Costruire legami con i datori di lavoro può aumentare le possibilità delle persone di trovare un lavoro ed essere socialmente inclusi. Le autorità pubbliche dovrebbero guidare lo sviluppo di questi collegamenti.

I beneficiari del reddito minimo dovrebbero inoltre essere collegati alle reti sociali locali che possono prendere forma attraverso il sostegno tra pari, i programmi di tutoraggio, i centri comunitari. I beneficiari del reddito minimo dovrebbero essere coproduttori di piani individuali di inclusione sociale graduale per garantire la loro partecipazione attiva alla società e, ove possibile, al mercato del lavoro.

Cooperazione, monitoraggio e valutazione: è necessario un solido sistema di governance tra le autorità nazionali e subnazionali. Lo stesso vale per i professionisti di tutti i settori. La formazione congiunta del personale è un’area di investimento per migliorare la cooperazione dei professionisti. L’evidenza dimostra che l’introduzione di un professionista di riferimento può contribuire ad aumentare le possibilità di accesso ai servizi, stabilire piani di assistenza personalizzati su misura e monitorare l’attuazione del piano. I beneficiari del sostegno sociale sono esperti per esperienza e possono aiutare i servizi sociali pubblici a progettare servizi più efficaci. Devono essere partecipanti attivi nello sviluppo e nel monitoraggio dei loro piani di inclusione sociale.

Le autorità nazionali e subnazionali dovrebbero investire in soluzioni informatiche che sostengano l’interoperabilità dei servizi pubblici per l’occupazione e i servizi sociali. L’attuazione degli orientamenti inclusi nella raccomandazione del Consiglio dovrebbe essere monitorata attraverso meccanismi di monitoraggio europei e nazionali.

A livello europeo, ciò potrebbe essere fatto attraverso il processo del semestre europeo e una piattaforma che integri i rappresentanti delle autorità nazionali e subnazionali responsabili dell’elaborazione di programmi integrati di inclusione sociale che combinino il reddito minimo e almeno i servizi sociali e per l’impiego. A livello nazionale, la Commissione dovrebbe promuovere quadri di monitoraggio che valutino la situazione in modo olistico coprendo almeno tre pilastri: legislazione sui diritti sociali, investimenti economici e copertura sulla falsariga dell’indice proposto dall’ESN “Rights-Economic Investment-Coverage (REC)”.

Per tutto il 2022, ESN continuerà a raccogliere prove di programmi integrati di inclusione sociale, che coprono il reddito minimo e i servizi sociali, a sostegno dell’inclusione sociale delle persone, che saranno pubblicati in un rapporto entro la fine dell’anno, organizzando inoltre il suo seminario annuale su questo tema per sostenere la raccomandazione dell’Ue e gli sviluppi nazionali con dati aggiornati. Auguriamoci di entrare a pieno titolo come Governo in questo progetto virtuoso.

 

Back To Top