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Infortuni Lavoro

2021, l’anno terribile degli infortuni mortali sul lavoro

L’intervento di Alessandra Servidori, docente di politiche del lavoro, componente il Consiglio d’indirizzo per l’attività programmatica in materia di coordinamento della politica economica presso la presidenza del Consiglio   Torino è l’ultima strage in ordine di tempo. Mentre in Europa tra il 1994 e il 2018 gli infortuni mortali sul lavoro sono diminuiti, in Italia…

 

Torino è l’ultima strage in ordine di tempo. Mentre in Europa tra il 1994 e il 2018 gli infortuni mortali sul lavoro sono diminuiti, in Italia abbiamo una tragica inversione di rotta soprattutto nell’ultimo anno 2021: considerando che per il bilancio annuale mancano ancora i numeri certi di dicembre, il 2021 è anno terribile, e tenendo conto dell’alta velocità di rotta (nel 2020 i morti a fine anno sono stati 1280), con la compensazione tra minori casi per lo stop delle attività nel lockdown.

La Commissione europea ha di recente rinnovato il proprio impegno ad aggiornare le norme di riferimento, adottando il quadro strategico dell’UE 2021-2027 in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro. Tutelare i lavoratori ha vantaggi concreti non solo in termini di salute e benessere degli stessi, ma anche dal punto di vista economico. Infortuni sul lavoro e malattie professionali, per esempio, costano all’economia dell’Ue oltre il 3,3% del Pil all’anno (460 miliardi di euro nel 2019). Se è vero, come specificato nel documento del quadro strategico, che il costo relativo al benessere dietro tali cifre non è quantificabile, è altrettanto vero che le buone pratiche in materia di SSL forniscono un importante contributo per la produttività, la competitività e la sostenibilità delle imprese. Secondo le stime, per ogni euro investito in salute e sicurezza sul lavoro, il rendimento per il datore di lavoro è circa il doppio.

Il nuovo quadro SSL 2021-2027 ha definito le priorità e le azioni necessarie da qui ai prossimi anni, all’interno del contesto post-pandemico, tra sfide economiche e demografiche, transizione verde e digitale, considerando anche l’evoluzione del concetto di ambiente lavorativo tradizionale.

Sebbene le priorità del quadro precedente (2014-2020) siano ancora attuali, sono ora necessarie ulteriori azioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro, per adeguarsi ai cambiamenti del mondo di oggi e dei prossimi anni. Il nuovo quadro strategico si concentra su 3 principali obiettivi trasversali:

  1. Anticipare e gestire i cambiamenti, determinati dalle transizioni verde, digitale e demografica. La Commissione si impegnerà quindi a riesaminare la direttiva sui luoghi di lavoro e quella sui dispositivi di visualizzazione, proponendo anche limiti prudenziali per amianto e piombo. Inoltre, l’intento è quello di preparare un’iniziativa a livello UE in materia di salute mentale sul luogo di lavoro.
  2. Migliorare la prevenzione di infortuni e malattie professionali. Il nuovo quadro strategico promuove un approccio “zero vittime” (“vision zero”) per ridurre i decessi e rafforzare la cultura della prevenzione, sia nelle organizzazioni che tra i singoli lavoratori. Inoltre, la Commissione aggiornerà le norme dell’UE sulle sostanze chimiche pericolose per combattere il cancro, le malattie riproduttive e respiratorie.
  3. Migliorare la preparazione in caso di potenziali crisi sanitarie.

Trarre insegnamenti dalla pandemia di Covid-19 può essere fondamentale non solo per la ripresa delle attività ma anche per migliorare la preparazione ad altre potenziali crisi sanitarie. La Commissione, dunque, in collaborazione con gli operatori della sanità pubblica, svilupperà procedure e orientamenti di emergenza per una rapida diffusione, attuazione e monitoraggio delle misure in potenziali crisi sanitarie future. La Commissione invita gli Stati membri ad aggiornare le loro strategie nazionali in materia di salute e sicurezza sul lavoro, per migliorare la prevenzione e la preparazione, garantendo l’applicazione delle nuove misure.

Per sostenere le imprese, saranno quindi necessari orientamenti mirati e aggiornati, oltre a strumenti di sensibilizzazione e digitali (in particolare per le Pmi). Tutti elementi volti ad assicurare un elevato livello di protezione dei lavoratori e soluzioni sostenibili, preservando la competitività.

Dal punto di vista operativo, le azioni del quadro strategico devono essere attuate tramite: solido dialogo sociale; elaborazione di politiche basate ancor di più sui dati concreti; migliore applicazione e monitoraggio della legislazione dell’Ue in vigore; maggiore sensibilizzazione su rischi, infortuni e malattie professionali e rafforzamento delle capacità dei datori di lavoro; mobilitazione di fondi per investire nella salute e sicurezza sul lavoro.

Il principio 10 del pilastro europeo dei diritti sociali conferisce ai lavoratori il diritto a un elevato livello di protezione della loro salute e sicurezza sul luogo di lavoro. Mentre ci accingiamo a ricostruire meglio dopo la crisi, questo principio dovrebbe essere al centro della nostra azione. Dobbiamo impegnarci a favore di un approccio “zero vittime” per quanto riguarda i decessi legati al lavoro prima di tutto in Italia e nell’Ue.

La salute sul luogo di lavoro non riguarda solo il nostro stato fisico, ma anche la nostra salute mentale e il nostro benessere  e si riducono i costi per le persone, le imprese e la società nel suo complesso. Per questo motivo il mantenimento e il miglioramento delle norme di protezione dei lavoratori rimane una priorità per un’economia al servizio delle persone. Abbiamo bisogno di un’azione più incisiva da parte del Governo e dell’Ue per rendere i nostri luoghi di lavoro adatti al futuro.

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