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Banda larga. Ecco il piano di investimenti del governo

Ridurre il divario digitale. È questo l’obiettivo del piano di strategia nazionale per la banda ultralarga con il quale il governo si prefigge di arrivare entro il 2020 ad una copertura per l’85% della popolazione con connettività di almeno 100 mbps e per il restante 15% almeno 30 mbps.

Dall’ultimo rapporto dell’International Communication Union l’Italiarisulta essere al 36esimo posto per indice di connettività lontanissima dalla capofila Danimarca al primo posto, superata da Germania, Francia, Gran Bretagna e molto distanziata dai Paesi del Nord Europa come Svezia, Islanda, Norvegia, Olanda e Finlandia, ma anche da Paesi del Medio Oriente come il Qatar, gli Emirati Arabi e le Barbados, oltre che gli Stati Uniti che sono al 14esimo posto. Al momento siamo all’ultimo posto tra i Paesi dell’Unione Europea, ben 40 punti al di sotto della media del Vecchio Continente. Le carenze non riguardano solo le infrastrutture ma anche l’offerta da parte degli operatori di telecomunicazioni.

 

È per questo che il governo intende mobilitare tredici miliardi di euro di cui la metà sono fondi pubblici per raggiungere il secondo obiettivo dell’Agenda Digitale Europea 2020, ossia puntare direttamente alla banda ultralarga (ultra fast broadband). Grande importanza è data alla creazione di infrastrutture nella Pubblica Amministrazione e nelle aree di interesse economico. Per la piena attuazione del piano strategico sono previsti 12,3 miliardi di euro tra investimenti pubblici e privati da qui al 2020 così ripartiti: 6 dal piano bandalarga, 4,5 dal piano crescita, 2 da parte degli operatori. E proprio grazie a questi ultimi si calcola che nei prossimi tre anni  si potranno collegare alla  banda larga a 30 mbps 482 i comuni attraverso gli operatori privati, mentre 4.300 comuni con investimenti statali a fondo perduto potranno arrivare ai 30 Megabit. Si tratterà di un contributo pubblico fatto per trainare quello privato che il governo spera di far crescere attraverso misure di defiscalizzazione di almeno di 500-600 milioni.

 

Il piano finanziario del governo è così ripartito: 618,9 milioni nel 2015; 1,237 miliardi per il 2016; 1,856 miliardi nel 2017; 1,237 miliardi per il 2018; 618,9 milioni sia per il 2019 sia per il 2020. Il tutto per una cifra totale di tutto 6,189 miliardi. Come detto, 2 miliardi arriveranno dai privati, mentre la restante parte sono fondi europei: 419 milioni dal Piano Strategico Bul; 2,4 miliardi da programmi regionali come Fers e Fears (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale). Infine 230 milioni proverranno da programmi nazionali Fers e, dal 2017 altri 5 miliardi verranno fuori utilizzando il Fondo sviluppo e coesione (2014-20). Tutti soldi che però potrebbero non bastare secondo il rapporto Assinform 2014 che indica un incremento di 23 miliardi ogni anno la cifra necessaria da investire per raggiungere l’obbiettivo stabilito dall’Agenda Digitale Europea di una copertura del 75% della popolazione connessa con banda ultralarga entro il 2015.

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