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1 Maggio, auguri a chi il lavoro lo inventa

C'è chi il lavoro lo cerca, chi non lo cerca più, chi lo ha perso o lo sta perdendo e chi, invece, il lavoro se lo inventa.

E sì, il Primo Maggio vale anche per coloro che scommettono sull’innovazione, aprono cantieri impensabili, danno fuoco alla miccia delle idee, sono vecchi e nuovi startupper, vecchi e nuovi imprenditori, piccoli artigiani, che non si stancano di rischiare, di pensare, di studiare nuove vie al cambiamento. Anche per questi è festa oggi, perchè questi vivono il lavoro come una festa tutti i giorni. La visione del lavoro dell’800 e di parte del ‘900 è andata in fumo e si è portata nell’oltre tomba le fabbriche, così come le intendevamo e le abbiamo sempre intese. Oggi la fabbrica esiste sempre meno e, se esiste, è dislocata in paesi dove la manodopera costa meno, dove lo sviluppo è più veloce, forse più arcaico.

I “ferri del mestiere” di oggi sono le idee soprattutto, non che da sole bastino, per carità! Ma il lavoro è invenzione, capacità di rinnovarsi sempre, rinnovare i processi e i prodotti, scovare servizi nuovi da immaginare. L’economia non si costruisce più in uno spazio frontale tra produttore e consumatore, ma insieme sulla stessa lunghezza d’onda. I consumatori vagliano, criticano, saggiano un prodotto, supportano le aziende, non ne accettano più in modo acritico la presenza sul mercato. L’economia sta cambiando nel nostro Vecchio Mondo, le aree emergenti del mondo offrono più opportunità, meno regole, più facilità, ma hanno meno know how, meno qualità, meno storia, meno inventiva di noi.

E’ primo Maggio anche per quelle 1800 start up innovative che nel nostro paese stanno crescendo, sono numeri poco impattanti, lo sappiamo, ma sono il germe di una nuova economia, sono la metafora di una #crescitaeconomica ancora tutta da costruire, da consolidare e armare. Sono 1800 casi di come si vuole guardare al futuro, sono 1800 piccole capitali del sapere che si sostituiscono alle vecchie capitali della manifattura italiana (Taranto, Piombino, Pordenone, Torino, per fare alcuni esempi) e che potranno aiutare la manifattura italiana a rinnovarsi, a riemergere a continuare ad essere l’orgoglio del nostro Paese. Sono 1800 modi diversi di pensare allo sviluppo economico, il loro cuore non è fatto solo di bit, o di I Tech sofisticato, ma è anche fatto di una visione dell’economia che mette al primo posto il NOI, non più l’IO che ci ha portato laddove ora siamo e stiamo tentando di uscire, faticosamente.

Buon Primo Maggio a tutti gli “inventori di lavoro”.

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